Wajib Invito al Matrimonio

Wajib: Invito al Matrimonio

WAJIB: INVITO  AL  MATRIMONIO

DESIGNATO FILM DELLA CRITICA DAL SINDACATO NAZIONALE CRITICI CINEMATOGRAFICI ITALIANI – SNCCI 

 AL CINEMA DAL 24 APRILE 2018

Wajib – Invito al matrimonio” della regista palestinese Annemarie Jacir è stato designato Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani – SNCCI. La motivazione è la seguente: “Sfuggendo a un’impostazione ideologica, la regista scruta le diversità generazionali sui temi importanti della politica e delle tradizioni, con un film che mette al centro gli attriti familiari in uno scenario palestinese quotidianamente smosso da opposizioni significative. Senza eccedere in un’estetica accattivante, ne esce un quadro preciso e lucido nelle sue contraddizioni lampanti”. Plauso della critica che va ad unirsi anche al riconoscimento del pubblico, considerato l’ottimo esordio in media copia del film, distribuito nelle sale italiane dal 24 aprile da Satine Film.

Interpretato da Mohammed Saleh Bakri, padre e figlio sullo schermo e nella vita, Wajib è ambientato nella comunità cristiana di Nazareth, in Palestina, ed evidenzia le criticità e le difficoltà del vivere in una terra martoriata, in cui pragmatismo e idealismo non sempre riescono a convivere.

Il titolo, che tradotto in italiano significa “dovere”, fa riferimento alla tradizione palestinese secondo la quale il padre e i fratelli della sposa hanno il dovere sociale di consegnare personalmente gli inviti di matrimonio. Un gesto solenne e culturalmente importante che dà vita a un road-movie profondo ed emozionante, che esplora la complessità del rapporto padre-figlio nel confronto tra liberà e dovere, modernità e tradizione.

Recentemente premiato anche in Italia con il Premio del Pubblico al Middle East Now Festival di Firenze, il film ha ottenuto importanti riconoscimenti in tutto il mondo, tra cui il Festival Internazionale del Cinema di Dubai, il London Film Festival e il Festival di Locarno.

SINOSSI

Abu Shadi ha 65 anni e vive a Nazareth, in Palestina. Di professione insegnante, molto stimato, Abu Shadi ha cresciuto da solo i due figli dopo l’abbandono della moglie e la sua fuga in America con un altro uomo, e ora si appresta a vivere quello che è forse il giorno più bello della sua vita: il matrimonio della figlia Amal. Per l’occasione e per aiutarlo nei preparativi, è tornato nella città natale anche Shadi, l’altro figlio che ormai da tempo vive in Italia, dove lavora come architetto.

Pur essendo ormai avvezzo agli usi occidentali e molto critico verso quanto accade nella regione, Shadi non si è sottratto al rispetto della locale consuetudine palestinese che prevede il “Wajib”, il “dovere” da parte dei familiari, di consegnare personalmente le partecipazioni di nozze, come forma di rispetto verso gli invitati. Di casa in casa, con visite a familiari, amici o anche semplicemente vicini, Shadi e Abu Shadi si apprestano a trascorrere insieme un’intensa giornata on the road dedicata a incontri e consegne così come vuole la tradizione. Le porte di cristiani, mulsulmani e anche atei si aprono al loro arrivo. Ma se al cospetto degli invitati padre e figlio riescono a calarsi nel ruolo che tutti da loro si aspettano, nei momenti in cui sono soli, la diversa visione della vita e dei valori che ormai ampiamente li separa affiora man mano in superficie costringendoli a un inevitabile confronto.

La Redazione


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