TONNO SPIAGGIATO – Recensione

TONNO SPIAGGIATO – Recensione

Frank Matano giunto al successo sul web grazie al proprio canale Youtube con scherzi telefonici ed esperimenti sociali dopo la partecipazione come co-protagonista nel film Sono Tornato di Luca Maniero, approda nuovamente al cinema il 10 maggio con la black comedy da lui stesso scritta assieme al regista Matteo Martinez: Tonno Spiaggiato.

Matano nelle vesti dell’aspirante comico Francesco si troverà nella condizione di dover riconquistare la propria fidanzata Francesca (Marika Costabile), che lo ha lasciato in seguito alla profonda umiliazione subita nel corso di un suo spettacolo, in cui il ragazzo nel tentativo di far divertire il pubblico, visibilmente annoiato, ridicolizza attraverso una serie di battute la al quanto robusta fisicità di Francesca ferendola profondamente.

Disposto a tutto pur di farsi perdonare e tornare insieme a lei, dopo numerosi e maldestri tentativi, miseramente falliti, il giovane ispirato da un apparente ritrovato contatto con la sua ex al funerale della nonna di quest’ultima, si convince che l’unica soluzione per riaccendere e far rivivere il desiderato amore è quello di un altro funerale prendendo la macabra decisione di uccidere un membro della famiglia di Francesca.

La scelta cade sulla bizzarra e vitale zia Nanna (Lucia Guzzardi), la quale riuscendo a fare breccia nel cuore del disperato innamorato, introdottosi in casa sua fingendosi un sacerdote di nome Padre Gesù, metterà in discussione ogni certezza dello strambo piano criminale.

Tonno Spiaggiato, primo lungometraggio di Martinez, in conclusione nonostante gag e personaggi caratteristici e caricaturali come l’amico del cuore Niccolò (Niccolò Senni) e il demenziale presentatore Eduardo De Filippi (Francesco Arienzo), che fa il verso alla nota trasmissione C’è Posta per te, trova il suo vero protagonista nella vivace vecchietta i grado di strappare sane risate e conquistare lo spettatore con l’ironia della sua esilarante semplicità, tuttavia non sufficiente a far decollare e risollevare le sorti di un racconto non coinvolgente, attirando l’attenzione intrattenendo per l’intera durata della demenziale vicenda.

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