La Vedova Winchester – Recensione

La Vedova Winchester – Recensione

“La paura è solo nella tua mente”, è questa l’affermazione che ripete a se stesso il dottor Eric Price (Jason Clarke), rifiutandosi di ammettere la palese realtà nei confronti dei costanti “sinistri” eventi, realmente accaduti, nell’infinita, ed in continua evoluzione, se così si può dire, casa di Sarah Winchester, vedova dell’industriale delle armi William Wirt Wichester, morto di tubercolosi nel 1884, già profondamente provata dalla  precedente, prematura, perdita della figlia Anne, avvenuta nel 1866, nella quale l’illustre psicologo soggiornò chiamato dai soci dell’imponente azienda con il compito di valutare le condizioni fisiche, e mentali, dell’anziana ereditiera, ritenuta incapace di intendere e di volere a causa della dichiarazione di tali spettrali presenze.

Un racconto particolare, quello rappresentatone nella pellicola: La Vedova Winchester diretta dai giovani registi, di Saw Legacy, Micheal e Peter Spiereg, che tenta di districare il mistero che lega l’abitazione alla vedova, convinta, in seguito alla consultazione con una medium di Boston, di essere perseguitata da centinaia di ombre e anime, con le quali comunicava, attraverso una connessione spirituale molto forte, spingendola a costruire, ininterrottamente, giorno e notte, stanze corrispondenti al luogo in cui avevano perso la vita, dando vita ad un opera architettonica paragonabile una sorta di albergo purgatorio, nella quale le anime dannate stazionavano fino a quando, una volta trovata la pace, potevano raggiungere le alte sfere celesti.

L’estenuante fabbricazione, composta da scale prive di destinazioni e finestre che si aprivano nei corridoi, la quale terminò il 5 settembre 1922 giorno della scomparsa, per cause naturali, della tormentata signora, rappresentava, la speranza, da parte della minuta donna di redimere la propria coscienza, sollevandola dal profondo senso di colpa causato dal pensiero di ritenersi in parte responsabile della morte di questi spiriti dannati poiché vittime delle infallibili armi Winchester, facendo emergere la riflessione sullo spinoso attuale argomento della preoccupante diffusione, e facile reperibilità, delle armi, che vede nel continente americano il triste punto di partenza, ma non il suo arrivo.

Come affermato dal Premio Oscar Helen Mirren, interprete protagonista dell’inquietante gosth-story, la quale dimostra ulteriormente la sua eclettica capacità nel calarsi in ruolo differenti, riuscendo a trasmetterne, e farne percepire perfettamente, il vortice di turbamenti interiori con raffinata ed incisiva intensità, in particolare nello scontrarsi con il maligno Ben Block, la difficile, e dilagante, tragica situazione, in cui versano i paesi appartenenti ai vari contenenti, rende tutti, in egual misura, dei taciti colpevoli complici, poiché  non in grado di prendere il comando delle redini ponendo un freno a questo triste culto della violenza, assumendosi, ognuno, le proprie responsabilità.

La Vedova Winchester, il cui enorme edificio, la Winchester Mystery House a San Josè, è tutt’oggi meta di attrazione turistica essendo la più infestata al mondo, è una pellicola che intrattiene piacevolmente, coinvolgendo grazie alla narrazione  romanzata della  storia che attira l’attenzione suscitando il giusto grado di tensione, per un risultato soddisfacente il quale non delude le  aspettative.

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