“Vostro Onore”: il produttore, il regista e il protagonista Stefano Accorsi presentano il legal thriller dal 28 febbraio su Rai 1
Debutterà lunedì 28 febbraio in prima serata su Rai 1, “VOSTRO ONORE”, l’adattamento della serie israeliana “Kvodo”, diretto da Alessandro Casale. Un legal thriller prodotto da Fabrizio Donvito, Daniel Campos Pavoncelli, Benedetto Habib, Marco Cohen per Indiana Production.
“Si tratta di una serie nuova, e noi siamo sempre felici di presentare e lanciare un nuovo progetto in cui crediamo moltissimo sia per il cast che per Alessandro Casale che esordisce nella serialità. E’ stata una grande sfida che abbiamo affrontato anche grazie alla scrittura di Donatella Diamanti, alla quale sono legata da una lunga amicizia” – dichiara Maria Pia Ammirati direttore di Rai Fiction – “Donatella è a capo di un gruppo di sceneggiatori, una garanzia per la scrittura di una trama straordinaria sempre sul filo dell’attesa. ‘Vostro Onore’ è l’adattamento di un format originale israeliano, ripreso anche da altri paesi, e posso dire che quello italiano è uno dei migliori realizzato grazie alla collaborazione con la produzione di Indiana Productions. E’ un serie coraggiosa, dal momento che quando decidi di fare un adattamento di una storia importante come questa rischi sempre. Rischi di essere additato di non aver fatto nulla di originale. Noi abbiamo lavorato seguendo la nostra linea, dando vita a un racconto che è un thriller e spinge a domandarci cosa è che ci spinge a salvare la nostra specie, i nostri figli, la nostra famiglia, e fino a che punto possiamo spingerci per farlo.”
“E’ stata una serie molto complessa, come del resto lo è ogni serialità” – afferma Fabrizio Donvito produttore della Indiana Production – “Un percorso con un gruppo non di un remake bensì di un adattamento totale, come si può fare con un libro dove si parte dal concept e si inizia a scrivere, ed in questo caso lo abbiamo fatto in base alla nostra cultura e leggi, mettendoci quindi il nostro essere. l’Italia. Dal punto di vista produttivo avevamo una squadra straordinaria. Le difficoltà sono state soprattutto legare al periodo e al Covid, poiché eravamo proprio in piena pandemia.”
“Ho avuto la fortuna di affrontare questa sfida grazie alla Rai e ai produttori che mi hanno messo nelle migliori condizioni per lavorare” – svela il regista Alessandro Casale – “Per la prima volta ho avuto tra le mani una serie da plasmare da solo con dei pregressi importanti, basti pensare al rifacimento americano che non ho voluto vedere così come quello israeliano. Si tratta di un adattamento completo con tutti i riferimenti italiani, ambientata in una Milano apparentemente priva di violenza e con un cast di altissimo livello, talento e capacità tecnica” – continua – “Sono stato abbastanza pignolo, soprattutto per quanto riguarda il lavoro sui personaggi, perché secondo me il lavoro importante per far girare la storia era per l’appunto quello d lavorare con gli attori nel modo giusto. Devo dire che siamo riusciti a mettere in scena un racconto credibile all’interno dell’attuale panorama italiano con delle belle sorprese, con una minaccia che rimane sempre sottotraccia. E’ stato complicato ma molto interessante e bello con una grande armonia sul set” – prosegue spiegando la differenza sul fare televisione e fare cinema – “Purtroppo non ho ancora realizzato il mio primo film per il cinema, ma ho lavorato molto come aiuto regista ed ho imparato ho compreso che alcuni meccanismi del cinema possono essere applicati nella serialità televisiva, come la cura dei particolari per la recitazione e per tutto ciò che è visivo. Ho cercato di mettere in partica rapidamente i vari insegnamenti, mi ci sono buttato. Le sfide sono importanti e non mi tiro indietro, sentivo la responsabilità di fare un adattamento di una serie già di successo per la nostra rete ammiraglia. Mi sono adeguato agli standard e credo che sia andata abbastanza bene.”
Vittorio Pagani è un giudice milanese noto per la sua integrità, in corsa per la carica di presidente del Tribunale di Milano. La recente scomparsa della moglie, ha segnato dolorosamente la sua vita e complicato il già difficile rapporto con suo figlio Matteo. Quando Matteo investe con la macchina il giovane esponente di una famiglia criminale, i Silva, Vittorio si scopre pronto a tutto pur di proteggere il figlio, anche a costo di una terribile discesa agli inferi. I Silva sono una vecchia conoscenza del giudice: è stato lui infatti quando era PM, a smantellarne l’organizzazione arrestandone il capoclan. Per questo sa bene che, se i Silva scoprissero chi è stato a causare l’incidente, non esiterebbero un solo istante a vendicarsi, uccidendo Matteo. Ne scaturisce così una drammatica vicenda in cui il giudice e l’uomo si fronteggiano in uno scontro serratissimo.
Da un soggetto di serie di Donatella Diamanti, soggetti e sceneggiature di Donatella Diamanti, Laura Grimaldi, Paolo Piccirillo, Gianluca Gloria e Mario Cristiani “Vostro Onore” vede come protagonista Stefano Accorsi.
“Il processo di scrittura è stato veramente molto importante, il lavoro che abbiamo fatto insieme è stato una condivisione di gruppo” – dice la sceneggiatrice Donatella Diamanti – “E’ la trasposizione di una storia molto forte, con un tema universale, ovvero cosa è disposto a fare un padre per proteggere e salvare la vita del proprio figlio, declinato in un paese in cui c’è il deserto con dei conflitti potenti. Ovviamente da noi tutto questo non è possibile quindi il lavoro di trasposizione è stato tanto tematico quanto tecnico. Dal punto di vista dell’action e della criminalità quello che ci piaceva, riportando la storia in Italia e a Milano, era accostare due tipi di malavita entrambi esistenti e plausibili ma diversissimi tra di loro, dal momento che è proprio questa diversità che produce il conflitto” – spiega – “Abbiamo quindi scelto una criminalità chiassosa, becera e molto violenta come quella delle gang latino americane accostata a quella silente della camorra. Un connubio questo che esplode e rimane sullo sfondo però, dal momento che la componente silenziosa non vuole esacerbare il contrasto che pesa sulla testa e sulla vita dei nostri due protagonisti. Abbiamo inoltre lavorato molto anche sulla parte delle relazioni provando a far si che questa bomba esploda nella vita di Matteo e di suo padre deflagrasse colpendo anche un intero sistema di rapporti. Ce la siamo quindi giocata così.”
“Io non avevo visto la serie israeliana e quando ho ricevuto il copione non era ancora stata distribuita neanche quella americana” – dice infine Stefano Accorsi – “Da subito ho trovato il progetto coinvolgente proprio perché porta il lettore ed immagino poi anche il pubblico a chiedersi: ‘che cosa farei io se mi trovassi in questa situazione? Lo posso capire? Lo posso giustificare? Che cosa si è disposti a fare per salvare la vita di un figlio?’. Beh io ci ho pensato e credo che ci sia solo una risposta. L’istinto primordiale di un genitore è quello di salvare la vita al proprio figlio, è qualcosa di atavico dal momento che abbiamo un padre, che ha costruito la propria vita con un lavoro basato sull’etica e sulla morale investito di un certo onore e onorabilità, per una circostanza come dice lui stesso, si ritrova a spazzare via tutto e salvare il figlio. Questo è il cuore pulsante della narrazione e non rende mai diabolico il personaggio, credo che ci siano delle cose di fronte alle quali non si riesca riflettere più di tanto ma semplicemente si agisca, e non è detto che ognuno di noi farebbe la stessa cosa. Non si può sapere” – conclude – “La bellezza di questa serie è che non cerca di dare una risposta, è piena di colpi di scena. La volontà di tutti era quella di creare un prodotto diverso all’interno di un contesto Rai non entrando in conflitto con ciò che esiste, bensì comprensibile e condivisile con un amplio pubblico, perché si tratta di una storia inclusiva, visivamente ricca di sfumature con un super gruppo di lavoro e un cast tecnico altissimo.”
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