“Un altro giro” – Recensione: la consapevolezza della gioia di vivere
Arriverà sui grandi schermi dei cinema italiani il 20 maggio “Un altro giro”, il pluripremiato film diretto da Thomas Vinterberg, presentato in anteprima alla quindicesima Festa del Cinema di Roma e vincitore alla 93esima edizione degli Oscar della statuetta come Miglior Film Internazionale.
Un film dal messaggio tanto pericoloso quanto esaltante sugli effetti dell’alcol, in cui un gruppo di docenti di mezza età, demotivati dalla routine della vita quotidiana, decide di mettere in atto la teoria dello psicologo norvegese Skårderud. Teoria secondo cui saremmo dovuti nascere con una piccola quantità di alcol nel sangue poiché quel leggero inebriamento a quanto pare avrebbe la capacità di aprire al mondo le nostre menti, diminuire i nostri problemi e aumentare la nostra creatività. Almeno in apparenza.
Motivazioni queste alquanto discutibili ma tuttavia sufficienti ad incoraggiare i 4 esausti insegnanti di scuola superiore dall’animo perso nell’apatia di un’esistenza mediocre oramai priva di emozioni, a dare il via all’esperimento mantenendo per tutta la giornata il livello costante di alcol nel sangue ad un tasso di 0,005.
Se Churchill aveva vinto la Seconda Guerra Mondiale stordito dall’alcol, che effetto avrebbero avuto poche gocce su di loro e sui loro studenti?
I risultati che ottengono nel corso dei primi giorni sono a dir poco entusiasmanti ed i personali sorprendenti miglioramenti si riflettono automaticamente sulle classi di ognuno di loro. Le insicurezze e i timori che fin ora avevano condizionato le loro esistenze rapidamente cedono il posto ad una ritrovata e dimenticata vitalità, determinazione e sicurezza, e l’esperimento si trasforma così in una vera e propria ricerca accademica, guidata in particolare da Martin interpretato da Mads Mikkelsen.
Ma non è tutto oro quel che luccica e un bicchierino dopo l’altro ecco la medaglia mostrare il suo lato più doloroso, e mentre alcuni di loro questo singolare “mettere in discussione” continua a far riscuotere dei successi, per altri si tramuta in una totale perdita di controllo della situazione e di se stessi. Sebbene infatti l’alcol abbia portato a grandi risultati nella storia dell’umanità, poiché oltre a Churchill altri grandi pensatori, artisti e scrittori, come Tchaikovsky e Hemingway, hanno trovato il coraggio e l’ispirazione in questo modo, l’audacia di certi gesti comporta ovviamente delle tragiche conseguenze.
Ripercussioni che sottolineano la fragilità del confine tra benefici e negatività, e che non bisogna assolutamente mettere da parte lasciandoci andare a quelle crescenti sensazioni di leggerezza e libertà, nonché di irrazionale e sfrontata forza, in grado di spazzare via ogni forma di inibizione e la cui piacevole confusione ci catapulta in un mondo parallelo in cui siamo a noi ad essere in cima al mondo, ma che spesso danneggia inesorabilmente non solo noi stessi, ma soprattutto coloro che amiamo.
“Cos’è la giovinezza? Un sogno. Cos’è l’amore? Il contenuto del sogno” – Kierkegaard
Con “Un altro giro” Vitenberg dipinge un quadro convincente, trascinante, emozionante, coinvolgente, estremamente intelligentemente e ricco di sfumature. Una consapevole celebrazione della vita, un racconto sfaccettato, provocatorio, divertente e riflessivo, che rivendica una saggezza ed un autentico gioioso piacere di vivere analizzando la natura dell’alcol e come il suo uso da fonte di liberazione si possa essere distruttivo.
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Emanuela Giuliani
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