La recensione di Un Altro Ferragosto, il film diretto da Paolo Virzì nei cinema italiani dal 7 marzo con 01 Distribution.
A 28 anni distanza di Ferie d’Agosto, oggi considerato uno dei cult del cinema italiano, Paolo Virzì torna a Ventotene per raccontarci ancora le vicende alle famiglie dei Molino e dei Mazzalupi con: Un Altro Ferragosto, nelle sale dal 7 marzo distribuito da 01 Distribution. Un sequel da sempre atteso e le cui tematiche, memorie e illusioni del passato s’intrecciano con la rabbia e il disincanto del presente, legate tuttavia alle medesime malinconie, speranze e tuffi dagli scogli dal sapore agrodolce.
Ricordi che si fondono con i nuovi, situazioni che spesso sfociano in una esasperata rappresentazione per affermare che nonostante gli anni nulla è purtroppo cambiato, con quel microcosmo del 1996, che tanto abbiamo e continuano ad amare, trasportato al 2024, con le liti e gli screzi familiari ancor più triste specchio dell’attuale, grottesca società. Una storia, che Virzì più volte aveva provato a scrivere per riportare in vita questi personaggi su quest’isola e che, come spiegato dal regista, solo ora è accaduto.
“Sono tanti i motivi, alcuni anche inspiegabili, che mi hanno finalmente portato a fare quel seguito che avevo promesso a Piero Natoli l’anno dopo, solo che all’epoca dissi di no perché mi sembrava una furbata.” – svela Virzì. “Uno dei motivi è il fatto che sia passato tanto tempo e che siano venuti a mancare due protagonisti così importanti, come Ennio Fantastichini e Piero Natoli amici indimenticabili. Una perdita che invece di scoraggiarmi però mi ha dato la voglia di raccontare e nel film non abbiamo omesso la loro presenza, anzi sulla loro mancanza e il lutto della famiglia Mazzalupi ci abbiamo costruito una storia.” – ha dichiarato Virzì.
“Il fatto che sia passato molto tempo mi ha dato quell’occasione rara che hanno i romanzieri di appendice dell’800 del ripercorrere le vicissitudini familiari, personali e delle relazioni dei personaggi. C’era già un materiale narrativo molto ricco di quella commedia che facemmo in modo scanzonato, e l’alba di un nuovo scenario mi ha fatto trovare il coraggio nonché rendere disponibile alle numerose e ostinate sollecitazioni dei miei produttori e distributori che ci tenevamo molto che facessi questo film. Sequel che era già scritto e appuntato negli anni e che a un certo punto è proprio esploso. Ho quindi chiamato quello che c’erano della gloriosa combriccola, che con molto generosità ed entusiasmo sono tornati accogliendo nuovi ingressi in entrambe le famiglie.” – ha poi concluso il regista.
Un Altro Ferragosto, malinconie e infelicità che resistono nel tempo
In una sera d’agosto del 1996, nella casa di Ventotene dove il giornalista Sandro Molino trascorreva le vacanze, la sua compagna Cecilia gli rivelò di essere incinta. Oggi Altiero Molino (Andrea Carpenzano) è un ventiseienne imprenditore digitale e torna a Ventotene col marito fotomodello per radunare i vecchi amici intorno al padre malandato e regalargli un’ultima vacanza. Non si aspettava di trovare l’isola in fermento per il matrimonio di Sabrina Mazzalupi (anna Ferraioli Ravel) col suo fidanzato Cesare (Vinicio Marchioni): la ragazzina goffa figlia del bottegaio romano Ruggero, è diventata una celebrità del web e le sue nozze sono un evento mondano che attira i media e anche misteriosi emissari del nuovo potere politico. Due tribù di villeggianti, due Italie apparentemente inconciliabili, destinate ad incontrarsi di nuovo a Ferragosto, per una sfida stavolta definitiva.
In Un Altro Ferragosto ritroviamo vecchi e nuovi personaggi all’interno di mondo che nonostante il tempo trascorso, come detto non è cambiato, e le cui riflessioni, rimproveri e critiche su una società fondamentalmente ancora chiusa e bigotta che preferisce voltare le spalle piuttosto che affrontare, risolvere le difficoltà ed evolversi, sono ancora più aspre.
Visione spesso eccessiva, ma che offre un quadro veritiero della desolante e superficiale realtà in cui alla fine, nonostante le proteste, tutti smettono di lottare e si impegnano a far parte del sistema indifferentemente dalle ideologie politiche e sociali, con i Molino e Mazzalupi ad incarnare perfettamente le due facce di un Italia dove invece di provare a dialogare e trovare un vero e serio punto d’incontro, si gioca a chi è più potente.
Tutti accusano tutti, e ognuno è convinto di avere ragione. Ma la verità è che forse non esiste la ragione, esiste invece un mondo, un’umanità egoista dove l’obiettivo principale, se non l’unico, è quello, per dirlo in parole povere, di portare l’acqua al proprio mulino. Dove tutti si è imperfetti alla stessa maniera e si va alla ricerca di una felicità che non esiste più, così come non esistono più i sogni, perché sia ha troppa paura di provare a costruirne di nuove e nuovi semplicemente guardando cosa di bello possiamo tirare fuori da ciò che abbiamo, poco o tanto che sia, smettendo di accusare, giudicare, urlare e dare la colpa agli altri.
Un Altro Ferragosto viaggiando tra passato e presente, in qualche modo ci vuol dire di smettere di gridare alla rivoluzione politica popolare o borghese, dal momento che oramai ogni riferimento è stato azzerato e infondo siamo tutti sulla stessa barca.
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Emanuela Giuliani
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