Tre di troppo, la recensione: Una Commedia Sorridente e Riflessiva sulla Genitorialità

La recensione di Tre di Troppo, la commedia diretta e interpretata da Fabio De Luigi al cinema dal 1° gennaio 2023.

Arriva nelle sale cinematografiche il 1° gennaio 2023 Tre di Troppo, la commedia diretta e interpretata da Fabio De Luigi, distribuita da Warner Bros. Pictures. Dopo il suo debutto dietro la macchina da presa nel 2016 con Tiramisù, De Luigi torna a dirigere con una storia che esplora con ironia e leggerezza la genitorialità, mettendo in scena le difficoltà e le sorprese legate al diventare genitori, soprattutto per chi, come i protagonisti, ha scelto di non avere figli.

La trama ruota attorno a Marco (Fabio De Luigi) e Giulia (Virginia Raffaele), una coppia che vive la propria vita in modo spensierato e senza compromessi, sempre alla ricerca di piaceri senza il fardello della genitorialità. In un mondo che si divide tra chi ha figli e chi no, i due si sentono superiori alla confusione e ai sacrifici che una famiglia comporta. Tuttavia, un evento soprannaturale ribalterà completamente le loro certezze. Un giorno si ritrovano infatti con tre bambini, di 10, 9 e 6 anni, che li chiamano “mamma” e “papà”. Inizia così una strana e comica avventura alla ricerca di come liberarsi da questa nuova realtà, tentando di tornare alla loro vita senza figli. Ma tra risate, eventi bizzarri e riflessioni improvvise, Marco e Giulia inizieranno a scoprire un nuovo modo di vedere la vita e, soprattutto, la famiglia.

La sceneggiatura, scritta da Fabio De Luigi insieme a Michele Abatantuono e Lara Prando, gioca sull’effetto comico del “cosa sarebbe successo se…”, facendo riflettere lo spettatore sul valore della genitorialità e sui cambiamenti che essa porta. De Luigi, che ha curato anche la regia, si dimostra abile nel mescolare ironia e introspezione, evitando di cadere nella banalità. La sua esperienza come attore si riflette in una regia precisa, ma non troppo invadente, che lascia ampio spazio ai suoi interpreti e alla trama stessa.

Virginia Raffaele, nel ruolo della coprotagonista Giulia, è perfetta nella sua interpretazione. La sua capacità di passare dal comico all’emotivo con naturalezza è uno degli aspetti più apprezzabili del film. La chimica tra lei e De Luigi è immediata e rende la dinamica della coppia credibile e coinvolgente. I due riescono a dare vita a un rapporto che, pur nella sua leggerezza comica, esplora anche temi più profondi e universali, come la paura del cambiamento e la ricerca di un senso di appartenenza.

La trama prende una piega ancora più interessante quando, come accennato da De Luigi stesso, la storia assume un tono surreale che ricorda film come Sliding Doors e The Family Man. I protagonisti, da convinti non-genitori, si trovano a vivere una realtà parallela che li costringe a confrontarsi con un passato che non ricordano e con un futuro che non avrebbero mai immaginato. Le dinamiche che si creano con i bambini, interpretati da giovani attori in grado di dare autenticità ai loro personaggi, sono uno degli aspetti più divertenti e sorprendenti del film. La loro presenza non solo destabilizza, ma aiuta i protagonisti a riscoprire una parte di sé che avevano messo da parte.

Il film riesce a essere tanto divertente quanto riflessivo. Sebbene Tre di Troppo non faccia sconti alla realtà della genitorialità, non si limita a sbeffeggiare i genitori come spesso accade in commedie simili, ma esplora con maggiore attenzione le emozioni e i dilemmi che essa comporta. La regia di De Luigi non è mai pretenziosa e riesce a mantenere un equilibrio tra comico e drammatico, creando un’atmosfera piacevole e coinvolgente.

La produzione, firmata da Colorado Film Production e Alfred Film, è solida, con un cast che riesce a valorizzare ogni scena. Al fianco di De Luigi e Raffaele troviamo attori come Fabio Balsamo, Marina Rocco e Barbara Chichiarelli, che arricchiscono il film con la loro presenza, pur rimanendo nel contesto di un prodotto che non pretende di essere altro che una commedia capace di divertire e far riflettere.

In conclusione, Tre di Troppo si rivela una commedia ben riuscita, che offre tanto più di un semplice intrattenimento. Se da un lato diverte con situazioni assurde e battute irriverenti, dall’altro invita a riflettere sulla natura della famiglia, sul valore dei legami affettivi e sulla capacità di evolversi di fronte a un cambiamento imprevisto. Fabio De Luigi è riuscito a creare un film che, pur non essendo un’opera di grande profondità, intrattiene con intelligenza e sensibilità, riuscendo a parlare a un pubblico variegato, adulto e giovane, con e senza figli.

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Emanuela Giuliani

Il Voto della Redazione:

7


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