Thelma, la recensione: un viaggio tra desiderio, fede e potere soprannaturale

La recensione di: Thelma, un viaggio tra desiderio, fede e potere soprannaturale diretto da Joanquin Trier.

Thelma (Eili Harboe), una ragazza di provincia timida e chiusa, cresciuta in un ambiente familiare dominato da una ferrea educazione religiosa, si trasferisce a Oslo per frequentare l’università. Questo nuovo contesto le offre la possibilità di esplorare un mondo fino ad allora sconosciuto, ma al tempo stesso mette in crisi le sue convinzioni più profonde. L’incontro con Anja (Kaya Wilkins) segna l’inizio di un’intensa amicizia che ben presto si trasforma in qualcosa di più profondo. Tuttavia, il turbamento interiore che ne deriva scatena in Thelma una serie di eventi inquietanti, rivelando in lei capacità psichiche straordinarie, tanto potenti quanto incontrollabili.

Diretto da Joachim Trier, “Thelma” è un’opera che mescola abilmente il thriller psicologico con il soprannaturale, sviluppando una narrazione che cattura lo spettatore in un crescendo di tensione e suspense. La pellicola non si limita a raccontare una semplice storia di scoperta personale, ma scava nelle profondità dell’animo umano, esplorando il conflitto tra desiderio e repressione, tra fede e libertà, tra paura e accettazione.

Il film si distingue per la sua costruzione narrativa raffinata, caratterizzata da un ritmo sapientemente dosato che alterna momenti di introspezione a sequenze di forte impatto visivo. L’elemento sovrannaturale, pur essendo centrale, non è mai fine a se stesso, bensì rappresenta una metafora delle forze interiori che agitano la protagonista. Le sue capacità paranormali si manifestano come un’estensione delle sue emozioni più profonde, sfuggendo al suo controllo ogni volta che tenta di reprimere la sua vera natura.

La regia di Trier si distingue per un uso evocativo delle immagini, con una fotografia curata che gioca con luci e ombre per riflettere il tormento interiore di Thelma. La colonna sonora minimalista amplifica il senso di inquietudine, accompagnando lo spettatore in un viaggio immersivo nel subconscio della protagonista. Le interpretazioni sono di altissimo livello, con Eili Harboe che regala una performance intensa e sfaccettata, capace di trasmettere il conflitto emotivo di Thelma con una straordinaria profondità.

“Thelma” affronta tematiche universali come la ricerca dell’identità, la paura dell’autodeterminazione e il peso delle imposizioni culturali e religiose. La lotta della protagonista per liberarsi dalle catene del dogma e abbracciare la propria natura diventa il fulcro del racconto, trasformando il film in un’esperienza potente e suggestiva. La pellicola si inserisce nel filone del cinema d’autore che unisce il realismo psicologico al fantastico, richiamando influenze di grandi maestri come Ingmar Bergman e Brian De Palma, senza mai cadere in facili citazionismi o sterili esercizi di stile.

In definitiva, “Thelma” è un’opera affascinante e disturbante al tempo stesso, capace di tenere lo spettatore con il fiato sospeso fino all’ultimo fotogramma. La sua forza risiede nella capacità di fondere elementi horror, dramma e introspezione psicologica in un racconto avvincente e profondamente evocativo. Un film imperdibile per chi ama il cinema che osa esplorare le zone più oscure dell’animo umano, lasciando un segno indelebile nella memoria di chi lo guarda.

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Emanuela Giuliani

Il Voto della Redazione:

7


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