“The Visitor From the Future” – Recensione: il film di Francois Descraques apre il Trieste Science + Fiction Festival 2022

“The Visitor From the Future” – Recensione: il film di Francois Descraques apre il Trieste Science + Fiction Festival 2022

Il film di Francois Descraques è un curioso film di genere che cerca di unire in sé più anime e tematiche.

Il Trieste Science + Fiction Festival apre la serata d’apertura con The Visitor From the Future di Francois Descraques, film di genere curioso, originale e forse troppo, molto convincente dal punto di vista visivo, forse troppo discontinuo da quello narrativo.
Ma che Di certo è la pellicola giusta con cui cominciare un festival Più unico che raro nel suo genere. Da tanti anni Trieste è una piccola meta obbligata per chi ama la fantascienza in ogni sua forma, così come l’horror, il fantasy, ma soprattutto le produzioni indipendenti, senza che però si disdegni anche di confrontarsi con i topoi e rivedere i classici.

Tanti gli ospiti di grande valore ogni anno, tra cui vale la pena enumerare solo nelle ultime edizioni Yuzna, Douglas Trumbull, Phil Tippetti, Rutger Hauer, quest’anno Niel Marshall e poi tanti altri, con spesso numerose anteprime assolute. Nuovo direttore artistico, nuova struttura, per la finalità ultima di ripartire dopo la pandemia rinnovando l’offerta, non intaccando però l’anima che vuole essere sempre connessa al pubblico, non per forza obbligatoriamente di nicchia.

“The Visitor From the Future” risulta quindi in ultima analisi il film più coerente da cui partire con questa nuova edizione, in virtù di una natura ibrida, di una trama allo stesso tempo familiare ma anche abbastanza creativa, che mira divertire pur connettendosi alla pressante tematica sia dell’emergenza ambientale, che delle energie da utilizzare nel futuro così come della Libertà personale.

Protagonista è la giovane Alice (Enya Baroux), che fa parte di un gruppo ambientalista giovanile Che contesta la creazione di un nuovo tipo di centrali nucleari, di cui responsabile Paradossalmente proprio il padre di Alice, Gilbert (Arnaud Ducret).
Il rapporto tra i due è abbastanza complicato, anche per il fatto che fin dalla nascita Alicia non ha mai avuto una madre, morta mettendola al mondo, ma soprattutto per il fatto che il padre appare cinicamente di disilluso interessato solo alla sua carriera, alle proprie ambizioni e a questo nuovo progetto che però nasconde più di qualche insidia. Glielo rivela uno sconosciuto visitatore dal futuro (Florent Dorin), che parla di un domani post-apocalittico, della fine dell’umanità. Ma sarà vero oppure bisogna credere alla polizia temporale che cerca di arrestare questo strano ribelle? Mistero…

“The Visitor From the Future” è nato da come una web serie, è diventato poi questo lungometraggio da 120 minuti, ambientato nel 2555 e nei nostri giorni, che spinge sull’acceleratore della comicità così come sui topoi della recente fantascienza, connesso profondamente al viaggio spazio temporale.

Ma appare evidente anche la volontà di strizzare l’occhio a film cult come “Time Cop”, “Predestination”, “Deja Vu”, “Looper”, “Mad Max”, “The Butterfly Effect”, ciò che ci fu offerto dalle ultime gesta degli “Avengers”, “l’Uomo Venuto dall’Impossibile”, “Trancers” e “L’Esercito delle 12 Scimmie”.

Si sono avete capito, questo film è un enorme minestrone, capace di onorare molto bene dal punto di vista visivo anche l’universo cyberpunk, o ancora più quello steampunk volendo, per quanto poi alla fin dei conti trovare una definizione ultima per descriverlo sia abbastanza difficile.

“The Visitor From the Future” senza ombra di dubbio può rivendicare una buona idea di fondo, una certa energia ed un cast abbastanza in parte, che cerca soprattutto di decostruire ma senza eccedere i protagonisti tipici anche dell’universo videoludico più pop, così come di anime e manga di varia natura.

Se fino a questo momento vi pare di parlare di una specie di paradiso del nerd cinefilo, non siete poi così distanti dalla realtà, l’identità di questa storia è tanto presente quanto imprevedibile dal primo all’ultimo minuto, mentre assistiamo a improbabili scazzottate, svolte narrative assurde e assieme la volontà di parlarci di un dramma della doppia dimensione semantica.

Il cast comprende anche Slimane-Baptiste Berhoun, Raphael Descraques, Assa Sylla, Simon Astier, Audrey PIrault, Vincent Tirel e tanti altri caratteristi che ci ricordano che l’universo dei film di genere francese, fino ad oggi è stato fin troppo sottovalutato. Tuttavia bisogna prendere atto che questo film cerca in più di un’occasione di staccarsi da questa definizione, soprattutto nel finale, che soffre però forse di una certa incoerenza, che è connessa ad una durata eccessiva, e ad una variazione di ritmo e ambientazione fin troppo irregolare.

Qualcosa che lo rende forse in più di un’occasione troppo pesante, come certe pietanze troppo ricche di cui non riusciamo a identificare l’anima in modo certo. “The Visitor From the Future” commette Infatti l’errore evitabilissimo di voler includere troppi elementi rispetto alla web serie di partenza, dimenticandosi come la differenza tra serialità televisiva e narrativa cinematografica veda quest’ultima costretta sempre a fare i conti con la necessità di misurare elementi e tematiche.

Zombie, apocalissi nucleari, dramma esistenziale, la paura del futuro, l’egoismo del turbocapitalismo, la volontà di essere un po’ commedia, un po’ melodramma, un po’ film di fantascienza distopico. Davvero troppa roba, che non riesce soprattutto da metà in poi ad amalgamarsi abbastanza bene, commette soprattutto l’errore di prendersi troppo sul serio, quando fino a un certo momento proprio l’auto parodia era stata la chiave per una fruizione godibile è assolutamente scevra da ogni stress.

Il Giudizio finale è quello di un’opera tutto sommato discreta, che forse pretende troppo da sé stessa, per una chiara difficoltà da parte dei creatori ad essere neutrali rispetto ad un film che comunque, è anche coronamento personale di un iter artistico di non scarsa creatività e rilevanza Oltralpe.

Forse affidarsi ad una mano meno coinvolta avrebbe giovato all’insieme, tagliato qualche ramo secco narrativo, scelto una maggior coerenza d’ambientazione. Tuttavia anche così rimane il film perfetto per avere un po’ di intrattenimento diverso dalla norma hollywoodiana, per passare un paio d’ore in cui si ride spesso e volentieri, riuscendo a bypassare i momenti drammatici che paiono forzati e ben poco pertinenti. La speranza è che magari “The Visitor From the Future” contagi con la sua energia e ambizione la produzione italiana, così orba di ambizione, di volontà di stupire e di lasciare il segno veramente.

Basta pensare al terribile “Rapiniamo il Duce”, per non parlare della scarsissima presenza di offerte fantascientifiche di qualsiasi forma provenienti dal nostro paese, che continua a rimanere ancorato a vecchi temi, vecchie idee, ad un pubblico che in realtà è in via d’estinzione e soprattutto una visione della sala cinematografica a dir poco fuori dal tempo e dalla storia.

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Giulio Zoppello


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