“The Gray Man” – Recensione: in arrivo su Netflix uno dei migliori action movie degli ultimi tempi
Dal 22 luglio su Netflix – e dal 13 in alcune sale selezionate – “The Gray Man” è l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Mark Greaney, firmato da Anthony e Joe Russo, noti ai più per aver dato vita ad “Avengers Infinity War” ed “Endgame”. L’ultima attesa fatica dei celebri fratelli vede, per la prima volta insieme sullo schermo, due big assoluti, quali Ryan Gosling e Chris Evans. I due si trovano schierati su fronti opposti, impegnati a combattersi all’ultimo sangue, sebbene siano pedine di un gioco ben più grande di loro.
Reclutato dalla CIA quasi un ventennio prima, Six (Gosling) porta a termine le missioni che gli vengono assegnate, senza fare troppe domande. Tanto sa già che non avrà risposte. Il giorno in cui entra in possesso di un oggetto, tanto ambito quanto pericoloso, deve mettere in gioco qualcosa di più delle sue solite e ineccepibili abilità. Tenere a delle persone diventa un punto debole quando si fa un simile lavoro, e Six lo sa bene, ma non può fare altrimenti. Il debito nei confronti di chi gli ha salvato la vita è troppo grande e importante da poter essere dimenticato. Peccato che sulla sua strada incontri un sociopatico altamente addestrato, di nome Lloyd (Evans).
Se lo scontro tra i due protagonisti costituisce, in un certo senso, il fulcro della storia, è tutto il contorno a renderla così avvincente e spettacolare. Dal punto di vista registico, è un susseguirsi di trovate incredibilmente funzionali. Gli effetti nascono da idee semplici, ma sfruttate in maniera geniale: un paio di lacrimogeni rossi, il fascio di luce di una torcia, palloncini di vari colore e dimensione. I fratelli Russo avevano già dato prova di conoscere il mestiere e di avere una passione smisurata a muoverli. Il loro ritorno in cabina di regia è quello che si può tranquillamente definire intrattenimento allo stato puro. Ma attenzione, perché non si tratta solo di superficie e apparenza; dietro si avverte una realizzazione attenta e dettagliata. Ogni elemento viene orchestrato alla perfezione, come se l’uno respirasse all’unisono con l’altro.
Ne emerge un’atmosfera capace di avvolgere, ammaliare, inebriare. Per circa 120 minuti non è concesso spazio alla noia o all’indifferenza, per quanto i temi affrontati non siano certamente tra i più originali, anzi. Guardare “The Gray Man” somiglia a un giro sulle giostre, complice spesso anche il movimento della macchina da presa. Agile, intrepido, virtuoso. A cui si aggiungono gli straordinari contributi del montaggio (Jeff Groth), delle musiche (Henry Jackman) e della fotografia (Stephen F. Windon).
Non sorprende il fatto che, con i suoi 200 milioni di dollari di budget, sia il film più costoso di Netflix. Ma il risultato è evidente ed eccezionale, ponendo di diritto il progetto tra i migliori del genere. Un action movie sopra alla media e degno di un grande schermo, su cui poter godere di tutto il lavoro svolto.
Gosling ed Evans riescono a modulare bene le sfaccettature dei rispettivi personaggi, giocando di fisico e (auto)ironia. Al loro fianco, il valore aggiunto di Ana De Armas. Meno in parte il famoso Regé- Jean Page di “Bridgerton”, un po’ troppo rigido e impomatato.
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Sabrina Colangeli
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