La recensione di The Flash, il film diretto da Andy Muschietti con Ezra Miller al cinema dal 15 giugno 2023
Nonostante i tanti timori causati dalle accuse e denunce che hanno letteralmente travolto l’interprete protagonista Ezra Miller, l’atteso The Flash, il primo lungometraggio interamente dedicato al velocista scarlatto della DC e vestito per l’appunto dall’alquanto turbolente attore, il 15 giugno approda finalmente sul grande schermo delle sale cinematografiche.
Diretto da Andy Muschietti e scritto da Christina Hodson (“Birds of Prey”, “Bumblebee”), sarebbe sciocco negare il forte scettiscismo nato attorno al progetto, la cui difficile situazione giudiziaria e i continui colpi di testa di Ezra Miller ne avevano messo in seria discussione la realizzazione. Dubbi precedentemente placati dalla conferma dell’arrivo del film e di Miller come volto del supereroe, e ora da un film che non delude affatto le aspettative intrattenendo e convincendo.
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The Flash, la trama
In The Flash, i mondi si incontreranno quando Barry userà i suoi superpoteri per viaggiare indietro nel tempo e cambiare gli eventi del passato. Nel tentativo di salvare la sua famiglia infatti, inavvertitamente altererà il futuro rimanendo intrappolato in una realtà in cui, senza alcun Supereroe a cui rivolgersi, il generale Zod tornerà a minacciare la distruzione. L’unica possibilità per Barry, sarà quella di riuscire a convincere un Batman, decisamente diverso, a tornare in campo per salvare un kryptoniano imprigionato, malgrado non sia più colui che sta cercando. Per salvare il mondo in cui si trova e tornare al futuro che conosce quindi, Barry dovrà correre per la sua vita. Ma questo estremo sacrificio sarà sufficiente a resettare l’universo?
The Flash, il personaggio
Apparso per la prima volta nel 1940 come ‘più veloce del pensiero’ in Flash Comics #1, il velocista scarlatto è stato creato dallo scrittore Gardner Fox e dall’artista Harry Lampert. In seguito, con la collaborazione di Fox con Carmine Infantino in Flash dei Due Mondi del 1961, Flash è diventato il primo personaggio dei fumetti a giocare con un multiverso, quando il Barry Allen della Silver Age viaggiò indietro nel tempo per incontrare il Jay Garrick della Golden Age: un’idea rivoluzionaria che continua ancora oggi ad alimentare le storie e ad accendere l’immaginazione.
The Flash, un nuovo futuro ha un differente passato
Come detto nonostante la tempesta giudiziaria di Ezra Miller, The Flash ha fatto il suo debutto nei cinema spazzando via ogni incertezza stupendo, intrattenendo e convincendo.
Basato sui fumetti Flashpoint, in cui Barry Allen per l’appunto torna indietro nel tempo al fine di impedire che la madre Nora venga uccisa, e ritrovandosi in una linea temporale in cui lui non è ancora diventato Flash, Muschietti introduce e spiega con semplicità il complesso concetto del Multiverso DC, in cui svariate linee temporali si intrecciano o viaggiano semplicemente in parallelo, e ogni tentativo di cambiarne gli eventi non fa altro che creare ulteriori time line.
Mondi e universi in cui a ogni nuovo futuro corrisponde di conseguenza un nuovo passato, e, in questo caso, accumunati dal medesimo punto di partenza, o desiderio, ovvero impedire la morte della madre e porre fine al logorante senso di fallimento causato dall’impossibilità di non esserci riusciti.
Attraverso una rappresentazione che bilancia umorismo, azione e dramma, senza scivolare nel ridicolo, Muschietti pone così il protagonista, intrappolato in una time line del passato nel tentativo di cambiare la propria vita, di fronte alla versione più giovane, immatura e inconsapevole di se stesso. Un confronto questo, con Miller nei panni del doppio ruolo e punto di forza dell’intero film, all’interno di una dinamica che porterà Barry a comprendere il proprio io e che, per quanto dolorosi, determinati eventi non possono essere controllati. Un viaggio, di chi si rifiuta di rinunciare alla speranza di poter risolvere i problemi del proprio passato, e che riesce a trovare un equilibrio tra la sua incessante speranza e l’accettazione che rende possibile un futuro.
Ma se The Flash funziona anche per la presenza e l’omaggio di personaggi iconici e amati della DC Comics, primo fra tutti il Batman di Michael Keaton, che nonostante gli anni ha mantenuto il proprio carisma intatto conquistando totalmente la scena, nonché dell’uomo pipistrello di Ben Affleck, non possiamo non notare una mancanza di attenzione per la Supergirl di Sasha Calle. La Calle infatti, in grado di focalizzare l’attenzione con poche scene, avrebbe meritato senza alcun dubbio un maggiore spazio, approfondimento e cura così come la CGI ai limiti dell’accettabile. Debolezze che in ogni caso non vanno ad intaccare la buona riuscita di The Flash.
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Emanuela Giuliani
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