Dal 28 settembre al cinema il nuovo film di Gareth Edwards, tra spettacolo visivo e riflessioni sull’umanità e la tecnologia.
Distribuito da The Walt Disney Company Italia, The Creator è il nuovo thriller d’azione e fantascienza firmato da Gareth Edwards, regista britannico noto per il successo di Godzilla e Rogue One: A Star Wars Story. Prodotto da 20th Century Studios, New Regency ed Entertainment One, il film si presenta come un racconto epico, visivamente mozzafiato e narrativamente provocatorio, ambientato in un futuro prossimo segnato da una guerra globale tra umanità e intelligenza artificiale.
The Creator: un’arma che ha il volto di una bambina
Il protagonista è Joshua (interpretato da John David Washington, già visto in Tenet di Christopher Nolan), un ex agente delle forze speciali segnato dal dolore per la perdita della moglie Maya (Gemma Chan, Eternals, Crazy Rich Asians). L’uomo viene reclutato per una missione quasi impossibile: trovare e uccidere il Creatore, la mente geniale dietro l’evoluzione dell’IA, colpevole di aver realizzato una nuova arma in grado di porre fine alla guerra… e all’umanità stessa.
Ma ciò che Joshua scopre è qualcosa di inimmaginabile: l’arma è una bambina, un’intelligenza artificiale senziente con sembianze umane, interpretata dalla giovanissima esordiente Madeleine Yuna Voyles, capace di trasmettere un’innocenza spiazzante e una profonda umanità. Joshua dovrà quindi fare i conti con il concetto stesso di “nemico”, in una corsa contro il tempo e contro le proprie convinzioni morali.
The Creator, un conflitto globale tra Occidente e Oriente
Il mondo descritto in The Creator è profondamente diviso. Dopo che l’IA ha provocato la distruzione di Los Angeles, l’Occidente ha bandito ogni forma di intelligenza artificiale. Tuttavia, in Oriente — in particolare nel sud-est asiatico — l’IA continua a evolversi e a essere integrata nella società, al punto da rendere i robot indistinguibili dagli esseri umani. Questo squilibrio geopolitico dà origine a una guerra tecnologica tra l’America e l’Asia, che fa da sfondo alla narrazione principale.
Un conflitto che richiama tensioni internazionali reali, con l’IA nel ruolo di specchio delle nostre paure, dei nostri pregiudizi e della nostra incapacità di accettare “l’altro”.
Girato in location reali in Thailandia, Indonesia, Nepal e Cambogia, e rifinito con straordinari effetti visivi in fase di post-produzione, The Creator è un film che punta molto sull’estetica. Il direttore della fotografia Greig Fraser (Dune, The Batman) e Oren Soffer riescono a creare un mondo credibile, immersivo e sorprendente. L’uso della luce naturale, le architetture orientali, le atmosfere rarefatte, uniti a robot antropomorfi e paesaggi devastati, danno vita a un universo futuristico autentico e poetico. Il comparto tecnico è arricchito dalla colonna sonora epica e malinconica firmata da Hans Zimmer, che accompagna le emozioni e le rivelazioni della storia con grande intensità.
Il tema dell’intelligenza artificiale è affrontato con uno sguardo originale: non come semplice minaccia, ma come riflessione sull’umanità stessa. Edwards tratteggia un’IA che prova emozioni, che sviluppa empatia, che conosce l’amore e il dolore. La domanda centrale diventa quindi: cosa significa essere umani, se anche un’IA può provare sentimenti autentici?
Il film non offre risposte facili, ma solleva interrogativi fondamentali sul nostro futuro. The Creator arriva nei cinema proprio nel momento in cui il dibattito sull’IA sta esplodendo a livello globale: tra chatbot, algoritmi sempre più evoluti e sistemi automatizzati, la linea tra uomo e macchina è sempre più sottile. Edwards ci mette davanti a uno specchio, costringendoci a riflettere sulla nostra identità, sul concetto di “diverso”, e sulla nostra paura dell’altro.
Con The Creator, Gareth Edwards firma uno dei film di fantascienza più ambiziosi e coinvolgenti degli ultimi anni. Una pellicola che fonde spettacolo e profondità, riflessione etica e tensione narrativa, offrendo non solo una grande esperienza cinematografica, ma anche un’occasione per interrogarsi sul nostro futuro.
Un’opera che invita a guardare l’altro – che sia una persona, una cultura o persino una macchina – con occhi diversi. Perché, come ci ricorda il film, a volte il nemico che crediamo di dover distruggere… potrebbe essere l’unico in grado di salvarci.
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Emanuela Giuliani
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