“The Book of Vision”, di Carlo S. Hintermann ha aperto la 35esima Settimana Internazionale della Critica a Venezia ’77 – le Foto
Visionario racconto sospeso tra vita e morte, tra passato e presente, “The Book of Vision”, primo lungometraggio di Carlo S. Hintermann, ha aperto oggi la 35° Settimana Internazionale della Critica. In sala il regista Carlo S. Hintermann e il cast Charles Dance, Lotte Verbeek e i giovanissimi Rocco Gottlieb e Justin Korovkin.
“Il lavoro del regista non è quello di imporre la propria volontà, ma fare in modo che tutti i professionisti coinvolti possano contribuire al meglio alla realizzazione dell’opera” – ha commentato il regista, alla guida del suo primo lungometraggio, al termine della proiezione ufficiale.
In seguito all’anteprima del film, si è tenuto uno speciale shooting fotografico sul lido dell’iconico Hotel Excelsior. Il cast ha posato con sette comparse con il corpo totalmente dipinto come i misteriosi “uomini neri” di “The Book of Vision”, ricreando con le loro pose plastiche le atmosfere dark e suggestive del film.
Eva (Lotte Verbeek), una giovane e promettente dottoressa, abbandona la sua carriera per immergersi nello studio della Storia della medicina e mettere in discussione tutto: la propria natura, il proprio corpo, la propria malattia e un destino che sembra segnato. Johan Anmuth (Charles Dance) è un medico nella Prussia del Settecento, in bilico tra nuove spinte razionaliste e antiche forme di animismo. Book of Vision è il manoscritto capace di intrecciare le loro esistenze in un vortice ininterrotto. Lontano dall’essere un testo scientifico, il libro contiene le speranze, le paure e i sogni di più di 1800 pazienti: il medico prussiano sapeva come ascoltarli e il loro spirito vaga ancora tra le pagine, dove vita e morte fanno entrambe parte di un unico flusso. La storia di Anmuth e dei suoi pazienti darà così a Eva la forza per vivere appieno la propria vita, comprendendo che niente si esaurisce nel proprio tempo.
La Redazione