Annunciate le prime uscite di The Big Dreamer – Il Cinema di Lynch, la rassegna curata da Lucky Red e Cineteca di Bologna.
Ecco le prime tre uscite di The Big Dreamer, la rassegna curata da Lucky Red e Cineteca di Bologna che riporta in tutta Italia sul grande schermo i capolavori del cinema di David Lynch.
Si inizia nel mese del Festival di Cannes con Cuore selvaggio, dal 12 al 14 maggio, per celebrare i 35 anni della Palma d’Oro vinta dal film nel 1990. Le uscite seguiranno poi l’ordine cronologico della filmografia di David Lynch.
Dal 26 al 28 maggio sarà in sala l’esordio al lungometraggio del 1977, Eraserhead insieme a First Image, documentario che ne racconta la realizzazione, seguito, dal 16 al 18 giugno, da uno dei suoi film più amati, The Elephant Man.
Cuore Selvaggio
CUORE SELVAGGIO (Wild at Heart, USA/1990) di David Lynch (125’)
Sceneggiatura: David Lynch dal romanzo di Barry Gifford
Fotografia: Frederick Elmes
Montaggio: Duwayne Dunham
Scenografia: Patricia Norris
Musiche: Angelo Badalementi
Interpreti: Nicolas Cage (Sailor Ripley), Laura Dern (Lula Pace Fortune), Diane Ladd (Marietta Fortune), Willem Dafoe, (Bobby Peru), J.E. Freeman (Marcelles Santos), Isabella Rossellini (Perdita Durango), Harry Dean Stanton (Johnnie Farragut), Crispin Glover (cugino Dell), W. Morgan Sheppard (sig. Reindeer), Pruitt Taylor Vince (Buddy), Grace Zabriskie (Juana Durango), Sheryl Lee (Glinda la strega buona).
Tratto dall’omonimo romanzo di Barry Gifford, vincitore della Palma d’oro al 43º Festival di Cannes, conferita dalla giuria presieduta da Bernardo Bertolucci, il film vanta un cast di vere star: Nicolas Cage, Laura Dern, Diane Ladd, Harry Dean Stanton e Willem Dafoe.
Sailor e Lula sono amanti, ma si separano dopo che Sailor viene incarcerato in seguito ad un omicidio commesso per legittima difesa. Dopo il suo rilascio, i due fuggono per andare in California, violando apertamente gli obblighi di libertà vigilata. Sulle loro tracce un detective sguinzagliato da Marietta, squilibrata madre di Lula, che farà di tutto per ritrovarli e uccidere Sailor.
Di motel in motel, travolti da una passione incendiaria, i due fuggitivi trascinano lo spettatore in un affascinante road movie attraverso un’America disperata, violenta, pornografica.
Eraserhead
ERASERHEAD (USA/1977) di David Lynch (89’)
Restaurato in 4K da Criterion Collection a partire dal negativo camera originale 35mm sotto la supervisione di David Lynch. La colonna sonora è stata creata nel 1994 da David Lynch e dal sound editor Alan R. Splet a partire dal missaggio originale del 1976.
Sceneggiatura: David Lynch
Fotografia: Frederick Elmes, Herbert Cardwell
Montaggio: David Lynch
Scenografia: David Lynch
Musiche: Peter Ivers
Interpreti: Jack Nance (Henry Spencer), Charlotte Stewart (Mary X), Allen Joseph (padre di Mary), Jeanne Bates (madre di Mary), Judith Anna Roberts (la vicina di casa), Laurel Near (la donna del radiatore), Jack Fisk (l’uomo del pianeta).
Henry Spencer, tipografo, vive da solo in uno squallido appartamento fra le allucinazioni che la sua mente malata visualizza. Invitato a cena dalla famiglia di Mary, una ragazza con cui aveva avuto una relazione tempo prima, scopre di essere diventato padre di uno strano essere. Costretto a prendersi cura della bizzarra creatura, Henry sprofonda in un tunnel di disperazione, in cui i confini tra sogno e realtà si confondono inesorabilmente.
Opera d’esordio di David Lynch, interpretato da Jack Nance, il film – catalogato come horror ma in realtà lontano da facili classificazioni – è diventato un vero cult del circuito underground.
First Image – David Lynch
FIRST IMAGE – DAVID LYNCH (2018) di Pierre-Henri Gibert (30’)
Intervista a David Lynch nel suo studio di Parigi in cui ripercorre la realizzazione di Eraserhead, a oggi considerata una delle opere più singolari del cinema americano.
Davanti alla telecamera, David Lynch spiega perché il suo primo film rimane ancora oggi un tassello fondamentale della sua filmografia
The Elephant Man
THE ELEPHANT MAN (GB-USA/1980) di David Lynch (124’)
Restaurato in 4K da StudioCanal a partire dal negativo originale con la supervisione di David Lynch.
Soggetto: dai libri The Elephant Man and Other Reminiscences (1923) di Frederick Treves e The Elephant Man: A Study in Human Dignity (1971) di Ashley Montagu
Sceneggiatura: Christopher De Vore, Eric Bergren, David Lynch
Fotografia: Freddie Francis
Montaggio: Anne V. Coates
Scenografia: Stuart Craig, Robert Cartwright
Musiche: John Morris
Interpreti: Anthony Hopkins (Frederick Treves), John Hurt (John Merrick), Anne Bancroft (Mrs. Kendal), John Gielgud (Carr Gomm), Wendy Hiller (Madre Shead), Freddie Jones (Bytes), Michael Elphick (guardiano notturno), Hannah Gordon (Mrs. Treves), Helen Ryan (Princess Alex), John Standing (Fox)
Londra, seconda metà dell’Ottocento. A causa di una malattia molto rara che gli ha dato sembianze mostruose, il giovane John Merrick viene esposto come “uomo elefante” nel baraccone di Bytes, un alcolizzato che campa sfruttando la sua mostruosità e lo tratta come un fenomeno da baraccone. È qui che Merrick viene scoperto dal dottor Frederick Treves, un chirurgo del London Hospital che convince Bytes a cederglielo per qualche tempo in modo da poterlo studiare e curare.
Portato in ospedale e presentato a un congresso di scienziati, John si rivela ben presto agli occhi di Treves come un uomo di intelligenza superiore e di animo raffinato e sensibile.
Un’emozionante rappresentazione del nostro rapporto con la diversità. Otto nomination agli Oscar per l’opera seconda di David Lynch, da molti considerato il suo film più doloroso e struggente.