Coraggioso, ambizioso, violento, reale, oscuro, questi sono solo una piccola parte degli aggettivi con cui è stato definito quello che senza alcun dubbio è uno dei film più attesi del 2022, ovvero il “The Batman” di Matt Reeves, che dopo numerosi rinvii, approda finalmente nelle sale cinematografiche italiane in tutta la sua cupa affascinante maestosità.
Una profondità densa e totalizzante, che fin dai primissimi minuti trascina ed immerge lo spettatore nel mondo tormentato dall’atmosfera tenebrosa, la cui pioggia battente per alcuni aspetti riporta al cult del 1985 “Blade Runner”, di un Cavaliere Oscuro fin ora a noi sconosciuto e mai esplorato. Il regista di “Cloverfield” distaccandosi completamente dalle precedenti rappresentazioni resta fedele ai fumetti, in particolare “Anno Uno” e “Il lungo Halloween”, ed analizza non l’immagine del supereroe al quale ci avevano abituati, bensì l’uomo, costruendo e dando vita a un giovanissimo Bruce Wayne attraverso una origin story incentrata sui primi passi di un personaggio iconico che, come ben si sa, non ha mai posseduto alcun potere divino o capacità ultraterrena.
“Giovedì 31 ottobre.
Le strade sono affollate per la festa. Nonostante la pioggia.
Nascosta nel caos, c’è una forza pronta a colpire come i serpenti.
Ma ci sono anche io. E sorveglio.”
Reeves lo guarda dritto negli occhi, scava dentro di lui lo spoglia, va oltre e lo smaschera, mostrandone le viscerali e intime fragilità e sofferenze. Debolezze, insicurezze, dubbi, paure umane che non hanno nulla che fare con il supereroe imbattibile dall’indiscussa moralità e inattaccabile senso di giustizia. Una dolorosa e disturbata lotta interiore che implode ed esplode trasferendosi nello scontro con la brutale corruzione di Gotham, i cui demoni altro non sono che la proiezione del logorante dolore e della ricerca del proprio io di questo nuovo uomo pipistrello che si sta formando.
“Due anni di oscurità mi hanno trasformato in un animale notturno.
Devo scegliere i miei bersagli con attenzione. E’ una grande città. Non posso essere ovunque.
Ma loro non sanno dove sono io.”
Due anni trascorsi a pattugliare le strade nei panni di Batman, incutendo timore nel cuore dei criminali, hanno trascinato Bruce Wayne nel profondo delle tenebre di Gotham City. Potendo contare su pochi fidati alleati – Alfred Pennyworth e il tenente James Gordon – tra la rete corrotta di funzionari e figure di alto profilo della città, il vigilante solitario si è affermato come unica incarnazione della vendetta tra i suoi concittadini.
Quando un killer prende di mira l’élite di Gotham con una serie di malvagi stratagemmi, una scia di indizi criptici spinge il più grande detective del mondo a indagare nei bassifondi, incontrando personaggi come Selina Kyle/Catwoman, Oswald Cobblepot/ il Pinguino, Carmine Falcone e Edward Nashton /l’Enigmista. Mentre le prove iniziano a condurlo più vicino alla soluzione e la portata dei piani del malfattore diventa chiara, Batman deve stringere nuove alleanze, smascherare il colpevole e rendere giustizia all’abuso di potere e alla corruzione che da tempo affliggono Gotham City.
“Credono che mi nasconda nell’ombra. Ma io sono l’ombra.”
Quella di Reeves è una visione assolutamente personale che entra prepotentemente e con determinazione nell’animo. La rabbia, lo smarrimento e la vendetta avvolgono e accompagnano lo spettatore per l’intera durata del film, ben 3 ore, in un crescendo di tensione scandita dalla colonna sonora del premio Oscar Michael Giacchino.
Temi che risuonano nella testa facendo pulsare le tempie ed assumendo un ruolo fondamentale all’interno di una narrazione la cui unica vendetta al centro della scena, di un ipnotico inesperto eroe dal volto di un’ineccepibile Robert Pattinson, è quella di quest’ultimo contro se stesso e i fantasmi del proprio passato, da cui cerca di redimersi per poi volgersi a quel ‘rinnovamento’ voluto ed iniziato da suo padre. Una rinascita che riguarda lui e da cui dipende quella di Gotham.
“Abbiamo un segnale adesso, per quando c’è bisogno di me.
Ma quella luce nel cielo, non è solo un richiamo, è un avvertimento per loro.
La paura è uno strumento.”
Ma ha risuonare è anche la frase “Sono vendetta”, necessaria per la comprensione e la redenzione dai mali e delle ‘colpe’ che sono ricadute inesorabilmente su Bruce, la cui eredità emotiva lo opprime rischiando di schiacciarlo definitamente. Una chiave di svolta di un percorso di liberazione e indagine nel corso del quale il ‘giustiziere notturno’, affiancato sempre dalla figura paterna dell’Alfred di Andy Serkis, si troverà di fronte a numerosi villain altrettanto tangibili.
Da Carmine Falcone, interpretato da John Torturro, al Pinguino di un irriconoscibile Colin Farrel, protagonisti di un emozionante e suggestivo inseguimento, fino a l’Enigmista del magistrale Paul Dano, vero antagonista e per la cui figura Reeves si è ispirato al film di David Fincher del 2007 “Zodiac”, e naturalmente alla Catwoman di Zoe Kravitz, sinuosa complice e non nemica di un ‘vigilante’ costantemente in bilico tra il bene e il male, tra la verità e la bugia, che per salvare Gotham deve salvare se stesso.
“La vendetta non può migliorare il passato, né il mio né quello degli altri. Devo diventare altro”
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Emanuela Giuliani
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