“Tenet” – Recensione: il mondo crepuscolare ed inverso dello spionaggio
Nonostante gli svariati rinvii causati dell’emergenza pandemica da Covid – 19, che avevano portato non solo i tanti amanti del genere cinematografico di Christopher Nolan, bensì del grande schermo, a perdere quasi completamente le speranze riguardo la possibile ripresa dell’industria della settimana arte, fortemente colpita dalla crisi sanitaria ancora in corso, “Tenet”, l’attesissimo thriller ambientato nel crepuscolare mondo dello spionaggio internazionale, è finalmente approdato nelle sale.
Un arrivo voluto dal regista britannico di “Interstellar” e “Inception”, il quale ha deciso di farsi carico dell’ingrato compito di rilanciare il cinema di tutto il mondo, affermando con caparbia determinazione il concetto che si può e deve assolutamente ripartire, e ribadendolo definitivamente con l’uscita del suo tanto spettacolare quanto complesso film, il cui obiettivo primario ovviamente è quello di risvegliare negli spettatori quelle emozioni e sensazioni che solo il buio del grande schermo è grado di suscitare.
Stupendo e fornendo molteplici indizi al quale bisogna prestare estrema attenzione, all’interno di una storia che non permette alcuna distrazione e che di razionale non ha nulla, o molto probabilmente solo in apparenza, Nolan racchiude ed esalta il proprio stile che da sempre lo contraddistingue e lo fa, in un certo senso, amare o odiare. Affrontando in modo ancor più enigmatico la tematica a lui cara del viaggio spazio temporale, in “Tenet” si diverte intelligentemente a giocare con la fisica, i paradossi, i palindromi della linea del passato, del futuro e del presente. Costruisce una vicenda in cui la manipolazione della cronologia temporale, e dei rispettivi elementi, influenza e cambia automaticamente le linee dell’altra creandone delle nuove ancor più assurde.
Le ovvie conseguenze si ripercuotono così inevitabilmente sulle vite dei protagonisti in constante movimento avanti e indietro alla ricerca di comprenderne la logica, ammesso che ne esita una, di ciò che accade e stà per accadere. Inconsciamente convinti di essere in grado di sciogliere i numerosi nodi dell’arcana ed inarrestabile evoluzione, sulla base di un fittizio libero arbitrio, le loro menti vengono sopraffatte da domande prive di una sola risposta.
Dubbi che finiscono per riflettersi ed entrare in quelle di uno spettatore smarrito e conquistato dalle scene d’azione tese, adrenaliniche e frenetiche. Le complicate azioni che mirano a controllare la capacità di ‘inversione’, necessitano di reazioni e riflessioni altrettanto rapide difficili da seguire ed irrazionali ad un primo colpo d’occhio, che non permettono di individuarne il vero burattinaio, dal momento, che tutto è il contrario di tutto, anzi, l’inverso.
Ma probabilmente il fascino di questo intrigante puzzle in continua crescita risiede proprio in questo. Nella confusione che spinge il pubblico ad interrogarsi sul come, dove, quando e perché, ma soprattutto su chi.
Un palese filo caotico che non tutti apprezzeranno e da cui bisogna semplicemente lasciarsi trasportare abbandonandosi alle immagini, e guidare dal ritmo della colonna sonora, elemento fondamentale dei progetti di Nolan, così come gli interpreti.
Da John David Washington, impeccabile al centro della scena, a Robert Pattinson, il quale dopo aver entusiasmato gli appassionati mostrandosi nei panni del nuovo cavaliere oscuro nel recente primo trailer del “The Batman” di Matt Reeves, afferma la propria maturazione fin ora ingiustamente sottovalutata. Ed ancora, Elizabeth Debicki, futuro volto della Principessa Diana nella quinta e sesta stagione dell’acclamata serie “The Crown”, Dimple Kapadia, Aaron Taylor-Johnson, Clémence Poésy, Michael Caine e Kenneth Branagh perfettamente a suo agio nel violento e credibile antagonista.
“Tenet” in conclusione è la scelta giusta per tornare a sognare, sentire e vivere il cinema.
Emanuela Giuliani
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