La recensione dell’atteso Tenet, il mondo crepuscolare ed inverso dello spionaggio del regista Christopher Nolan.
Nonostante i numerosi rinvii causati dall’emergenza pandemica da Covid-19, che avevano fatto temere per il futuro dell’industria cinematografica, “Tenet” di Christopher Nolan è finalmente approdato nelle sale. L’uscita del film non è stata solo un evento attesissimo dai fan del regista britannico, noto per capolavori come “Interstellar” e “Inception”, ma ha assunto anche un valore simbolico: una dichiarazione di resistenza e ripartenza per il cinema mondiale, duramente colpito dalla crisi sanitaria.
Nolan, con la sua caparbietà, ha voluto riaffermare l’importanza dell’esperienza cinematografica in sala, sottolineando che il grande schermo ha un potere evocativo insostituibile. Con “Tenet”, ha consegnato al pubblico un thriller spettacolare e complesso, che richiede attenzione assoluta per essere compreso nella sua interezza. La pellicola si muove nel crepuscolare mondo dello spionaggio internazionale, arricchito da un intricato gioco di inversioni temporali e paradossi.

L’elemento distintivo del film è proprio la manipolazione del tempo, una tematica cara a Nolan, che qui viene esplorata con una profondità e un livello di complessità senza precedenti. “Tenet” non è un semplice viaggio nel tempo, ma una vera e propria riflessione sulla percezione temporale, sulla reversibilità degli eventi e sulle loro conseguenze. Il regista costruisce un intreccio in cui passato, presente e futuro si intrecciano e si influenzano reciprocamente, generando una narrazione apparentemente caotica ma incredibilmente studiata nei minimi dettagli.
Le ripercussioni di questa struttura si riflettono direttamente sui protagonisti del film, costretti a muoversi avanti e indietro nel tempo per cercare di comprendere un sistema che sembra sfuggire alla logica tradizionale. Il protagonista, interpretato da John David Washington, si trova immerso in un contesto in cui le certezze vengono continuamente sovvertite, costringendolo a mettere in discussione la propria concezione della realtà. Al suo fianco troviamo Neil, interpretato da Robert Pattinson, che offre una performance carismatica e sfaccettata, consolidando la sua crescita artistica. Elizabeth Debicki, nei panni di Kat, aggiunge una dimensione emotiva al film, mentre Kenneth Branagh interpreta un antagonista brutale e convincente, incarnando una minaccia palpabile e incombente.
Dal punto di vista visivo, “Tenet” è un’opera maestosa. Nolan, fedele alla sua predilezione per gli effetti pratici e le riprese in pellicola, ha realizzato sequenze d’azione straordinarie, girate in location reali e con una minuziosa attenzione ai dettagli. Le scene di combattimento e gli inseguimenti automobilistici, che si svolgono con la simultaneità di movimenti diretti e invertiti, rappresentano una delle sfide più ambiziose mai affrontate dal regista.
La colonna sonora, firmata da Ludwig Göransson, si discosta dalle precedenti collaborazioni di Nolan con Hans Zimmer, ma riesce comunque a mantenere un impatto potente, esaltando il ritmo frenetico della pellicola. Il sound design gioca un ruolo fondamentale nel creare un’esperienza immersiva, contribuendo a quella sensazione di tensione e spaesamento che accompagna lo spettatore lungo tutto il film.
“Tenet” non è un film per tutti: la sua complessità narrativa e il suo ritmo serrato possono risultare ostici per chi cerca un intrattenimento più lineare. Tuttavia, proprio in questa sua natura enigmatica risiede il fascino del film. Nolan sfida il pubblico a lasciarsi trasportare dal flusso degli eventi, accettando il caos apparente per coglierne il disegno complessivo.
In conclusione, “Tenet” rappresenta un’esperienza cinematografica unica, che mescola azione, filosofia e ingegno tecnico in un mix esplosivo. È un film che merita di essere visto più volte per essere realmente compreso, e che conferma ancora una volta la straordinaria capacità di Christopher Nolan di reinventare le regole del cinema. Per chi ama le sfide intellettuali e l’adrenalina visiva, “Tenet” è la scelta perfetta per tornare a vivere il grande schermo.
Emanuela Giuliani
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