“Strange World – Un Mondo Misterioso” – Incontro Stampa: i registi Don Hall, Qui Nguyen, il produttore Roy Conli, le voci italiane e il battito della Terra
Da sempre i Walt Disney Studios Animation con le loro ambientazioni mozzafiato, fantastiche e maestose, ogni volta ci trasportano in luoghi che fin ora avevamo soltanto immaginato, dando la possibilità ad ognuno di noi di vivere nuove ed entusiasmanti avventure.
Mondi che attraversiamo, e in cui ci emozionano, commuoviamo e riflettiamo con storie che toccano nel profondo, e che ci stupiscono proprio come quello creato dal regista Don Hall, dal co – regista Qui Nguyen e dal produttore Roy Conli in: “Strange World – Un Mondo Misterioso”, nelle sale italiane dal 23 novembre.
Film in cui una leggendaria famiglia di esploratori, i Clade, ci guiderà nel profondo di una vasta e inesplorata terra sotterranea, popolata da creature bizzarre e pericoli incombenti, assieme a un variegato equipaggio. Un’avventura appassionante nel cui cuore racchiude il complesso rapporto padre/figlio, che spesso non vedono il mondo allo stesso modo, l’essere se stessi rispettando la propria natura e, soprattutto, l’ambiente, dal momento che questa terra da loro costruita, come avrete poi modo di vedere, altro non è che l’incredibile allegoria del pianeta Terra.
Argomenti questi che, nonostante l’estrema attualità e importanza, continuano ad essere sottovalutati, e che lo studio tratta ancora una volta con la dovuta intensità e il più che giusto sensibile approfondimento.
“Innanzitutto vi ringrazio per averci dato il benvenuto, è la mia primissima volta qui, e non mi sono mai sentito così bene accolto in un paese, quindi grazie tante” – esordisce Don Hall in conferenza stampa – “Nel 2017 finito ‘Oceania’, pensavo a quale sarebbe stato il mio film successivo, e quello che avevo in mente, pensando ai miei due figli, era al mondo che loro avrebbero ereditato, e al mondo che io ho ereditato da mio padre che è un agricoltore. Volevo una storia che parlasse dell’ambiente attraverso lo sguardo di tre generazioni, il nonno, il figlio e il nipote, e dal momento che mi piacciono tantissimo anche l’avventura ho pensato che sarebbe stato bello raccontare una storia in maniera divertente e allegra. Questo è stata l’origine e lo studio ha messo a disposizione tutta la sua creatività e passione. Siamo molto orgogliosi di averlo realizzato” – spiega il regista vincitore del 2014 dell’Oscar per il Miglior Film d’Animazione per “Big Hero 6” – “Volevamo che il film riflettesse il mondo perché facciamo film per tutti ed è importante che tutti si possano rivedere sullo schermo” – in merito allo stile dice – “Amo i fumetti e sembrava una fonte d’ispirazione divertente, che non era mai stata utilizzata nel mondo Disney fin dagli anni Quaranta. Si sposava bene con l’idea di un’avventura pulp, quindi abbiamo deciso di unire quei due stili”.
“Anche io sono felicissimo di essere qui con voi, è paese bellissimo” – dichiara il co – regista di Qui Nguyen – “Quando scrivi ti poni sempre tre questioni, dove ci sarà l’intrattenimento, dove troverai l’umorismo, e il cuore, che è la cosa più importante. Il cuore di questo film, è una storia di generazioni, di un nonno di un figlio e di un nipote. Io Don abbiamo figli e padri, quindi è un qualcosa che volevano raccontare scrivendo una lettera d’amore a loro. Li amiamo ma facciamo degli errori, perché gli essere umani commettono errori, e bisogna fare dei passi insieme per poter curare le ferite degli errori che a volte facciamo” – prosegue parlando all’identità sessuale del personaggio di Ethan, e all’idea di fumetto della storia – “L’idea di Ethan era stata sempre quella fin dall’inizio e noi facciamo film per tutti e tutto il mondo. Ogni singola persona è il nostro pubblico. Io adoro le strisce di fumetti e questo ha influenzato molto la mia decisione di voler realizzare questo film. Don e io abbiamo creato questo legame che riguarda l’amore per i fumetti, con le riviste pulp con le quali siamo cresciuti negli anni ’80 e da cui è venuto fuori tutto, perché il modo migliore di dare vita a una storia è stabilire una connessione personale con essa, in questo caso con questi fantastici personaggi con i quali ci si diverte, e che ti spinge a vederla di nuovo. Il nostro primo obiettivo era comunque di creare un’avventura di intrattenimento, che si può rivedere e rimanga nel tempo” – conclude – “Una cosa che mi piace quando lavoro con Don inoltre e che lui parte dal tema, che era presente fin dall’inizio. Cosa lasciamo alla prossima generazione? Credo che sia una domanda molto importante per questi tempi.”
“Ho lavorato con Don su due film oramai, e mi piace tantissimo lavorare con lui perché ha dei mondi sorprendenti, inclusivi, diversi, in linea con il nostro mondo ma che puoi visitare soltanto con l’animazione” – aggiunge Roy Conli – “Essere qui oggi mi suscita molta emozione perché il paese dei miei nonni, e dare questo dono mi tocca nel profondo dal momento che è una storia che parla di eredità, e l’eredità svolge un ruolo anche nella mia presenza qui oggi.”
A dare la voce nella versione italiana ai protagonisti, il nonno, il figlio e il nipote, Francesco Pannofino/Jaeger Clade, Marco Bocci/Searcher Clade, e Lorenzo Crisci/Ethan Clade, presenti all’Incontro Stampa.
“Io doppio Ethan Clade il più piccolo delle tre generazioni dei Clade, è un personaggio stupendo con cuore gigantesco, e vuole avventurarsi in questo mondo sconosciuto, misterioso. E’ un ragazzo molto emotivo, sensibile che cerca la sua indipendenza, e in questo mi sento simile a lui” – svela Lorenzo Crisci – “Io ho trovato molto bello il rapporto che c’è tra le tre generazioni, l’interfacciarsi tra lui con suo padre, e suo padre e con il nonno. Si ha sempre paura di deludere le aspettative dei propri genitori, e viceversa, ma questo film dimostra che è impossibile restare vicino ai propri cari pur cercando la propria strada.”
“Quando ho visto il film sono rimasto piacevolmente colpito, purtroppo quando fai il doppiaggio non vedi la storia per intero e non riesci a comprendere bene” – die Francesco Pannofino – “Mi ha stupito perché è una storia bellissima che mi ha inchiodato alla sedia, e il rapporto fra il nonno, il figlio e il nipote mi ha fatto scendere la lacrimuccia, mi sono commosso. Sono sentimenti questi a volte banali ma difficili da raccontare senza cadere nella retorica, e questo film invece ci è riuscito facendo commuovere e riflettere.”
“E’ partito tutto da loro perché l’opera era veramente realizzata molto bene, e per quanto mi riguarda spero di non averla distrutta perché è stata la mia prima esperienza come doppiatore. Mi sono divertito tantissimo, con la grande consapevolezza che si trattava di una di quelle cose che dureranno per sempre, che ci saranno per tutta la vita” – afferma Marco Bocci – “Questo film mette in stretta relazione le diverse generazioni, e quanto sia difficile a volte tentare di seguire le orme del padre o dei nonni quando c’è una propria individualità che ti porta in un’altra direzione. E’ complicato farci i conti soprattutto per il senso di rispetto che si ha nei confronti dei genitori, del padre, che si scontra per l’appunto con il bisogno della propria individualità ad ogni costo. Il film riesce a mettere a stretto contatto tutto questo, toccandolo nella maniera più profonda, umana, vera. E’ stato un piacere immenso, un’esperienza fantastica, emozionante. E’ stato particolare perché mentre doppiavo, e man mano che passavano i giorni, trovavo sempre più anche una somiglianza estetica tra me e il personaggio, e che obiettivamente non c’è. Abbiamo però delle cose in comune come ad esempio la vita di campagna.”
Ad interpretare il brano originale “Antifragili”, che il pubblico italiano potrà ascoltare nei titoli di coda del lungometraggio d’animazione, Federica Abbate e Michele Bravi, che hanno scritto assieme a Francesco “Katoo” Catitti, Cheope e Alex “Raige” Vella. “Antifragili” sarà disponibile da venerdì 25 novembre/2 dicembre su tutte le piattaforme digitali.
“Io e Michele avevamo questo arduo e bellissimo compito di scrivere la colonna sonora di questo film meraviglioso. Ci siamo sentiti importanti perché oltre a scrivere abbiamo anche cantato il brano” – spiega Federica Abbate – “Ci siamo ispirati ad un libro che penso sia meraviglioso, ‘Antifragile’ di Nicholas Taleb, scrittore libanese naturalizzato statunitense, che parla per l’appunto di questa caratteristica di noi esseri viventi di rimarginarsi dopo essersi rotti in seguito ad un trauma.”
“Per noi era un modo per dire in una parola quello che poi c’è effettivamente nel film, ovvero questa capacità di rimarginarsi vista però in maniera ampia poiché riguarda il pianeta Terra, il rapporto umano, il nostro rapporto con il pianeta Terra, e che in tutto il film viene vista come un corpo vivente, una persona che respira e a un battito che noi abbiamo cercato di metter all’interno di una canzone” – dice Michele Bravi – “Il vero protagonista è l’insieme, il gruppo di persone che deve coesistere con tutto quanto, con l’ambiente, con coloro che hai vicino. Vedere con naturalezza come questo è stato raccontato fa sentire molto meno solo.”
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Emanuela Giuliani