“Spencer”: Pablo Larrain e Kristen Stewart raccontano la loro Principessa Diana

“Spencer”: Pablo Larrain e Kristen Stewart raccontano la loro Principessa Diana

Tra i film più attesi di questa 78esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, senza alcun dubbio c’è “Spencer”, il biopic dedicato alla Principessa Diana diretto da Pablo Larrain con Kristen Stewart nei panni dell’amatissima protagonista.

Volevo fare un film che piacesse a mia madre, ne ho fatti molti che non le sono piaciuti. Un film che si potesse associare a quello che ha visto in Diana una persona come mia mamma” – ha dichiarato Pablo Larrain nel corso della conferenza stampa – “Diana era un’icona famosa, bellissima, ma era anche una madre e in particolare una persona che ha creato una cosa bellissima un’empatia. Ero curioso di sapere perché una persona come lei in questa situazione così privilegiata in cui viveva accanto all’aristocrazia, era di fatto talvolta normale e dare l’impressione di essere così ordinaria. Parlo di mia mamma perché ho pensato al tempo in cui cercava di vestirsi come lei, di imitare il suo taglio di capelli, e più guardavo Diana e più mi accorgevo che era una donna di grande mistero associato ad un grande magnetismo che crea gli elementi fondamentali per un film, e poi abbiamo trovato questo miracolo, Kristen, che è riuscita a trasmettere quel mistero” – spiega il regista – “Un mistero che non si riesce a capire del tutto fino a quando non si vede il film. E’ interessante quando il cinema fa questo, quando consente al pubblico di completare il processo.”

“Spencer” è incentrato nel periodo in cui il matrimonio della principessa Diana e del principe Carlo è in crisi. Sebbene le voci di tradimenti e di divorzio abbondino, in occasione delle feste di Natale nella residenza reale di Sandringham viene decretato un periodo di pace. Si mangia e si beve, si spara e si caccia. Diana conosce il gioco, ma quest’anno le cose saranno molto diverse, e “Spencer” immagina cosa potrebbe essere accaduto durante quei pochi giorni decisivi.

“Ci siamo concentrati su questi 3 giorni perché è interessante vedere cosa succede ad una persona durante una crisi. Anziché guardarla per un periodo più lungo noi abbiamo scelto un punto specifico nel tempo in cui la crisi ha luogo, in modo da poter conoscere il personaggio che inizia come figura spezzata, poi diventa un fantasma e guarisce” – dice Larrain “A tutti noi piace raccontare le favole, ed in questo caso abbiamo una principessa che si rende conto di non voler essere regina ma di essere se stessa. Vuole la propria identità ed è fantastico vedere questo in pochissimo tempo poiché ci permette di utilizzare un unico spazio, questo palazzo, castello sfruttato come metafora di una struttura più grande. Abbiamo quindi un personaggio che è intrappolato nelle ruote della tradizione.”

Come detto, a dare il volto a Diana Kristen Stewart, la quale ha cercato di catturare e trasmettere il particolare potere che la Principessa aveva sui cuori delle persone, e a tal proposito si è così espressa.

“Credo che sia nata con questo potere, questa dote. Credo che alcune persone nascano con un’energia penetrante e la cosa triste è che Diana aveva questa normalità e al contempo era così isolata e sola. Faceva sentire tutti gli altri come se fossero accompagnati e sostenuti da questa luce bellissima, e tutto quello che lei voleva è che le venisse restituita” – svela la Stewart “Siamo tutti lo specchio l’uno dell’altro, otteniamo quello che diamo e lei credo che fosse disperata in questo senso. Da fuori i britannici sono molto rigidi invece lei era totalmente diversa, ecco perché doveva essere disperata perché cercava un collegamento. Era molto generosa, brillante con un grande fuoco dentro. Di persone come lei ce ne sono veramente poche nella storia.”

“In Diana c’è un tocco veramente normale, quasi raggiungibile come se volesse regalare agli altri un sogno, e questa è un’aspirazione” – prosegue la Stewart “Credo però che anche quando era al top, bellissima, si sentiva di potersi togliere le scarpe e magari avvicinarsi a te per chiederti come stavi. Immagino fosse una persona molto onesta ed è difficile farlo quando si è obbligati ad adottare uno stile e un look particolari, ma questa era una cosa che lei era in grado di fare, lei era capace semplicemente di essere presente, di essere lì, ovunque si trovasse ed è la cosa che io preferisco di lei. Aveva uno stile veramente incredibile, sapeva utilizzare i vestiti come un’armatura e nel contempo era sempre disponibile a volte invisibile, credo sia la cosa più bella che abbia mai fatto.”

“Lei era la donna più famosa al mondo, la donna più fotografata al mondo, ho assaggiato un po’ di questo, ma mai l’essere così simbolica, rappresentativa di un intero paese. L’idea di non avere sempre il controllo sulle situazioni, e l’impressione che si dà, è qualcosa che tutti sperimentano e nessuno può controllare l’effetto che abbiamo su gli altri. Deve essere frustrante quando sai che la storia divulgata non è quella vera. Pensate come doveva essere per lei l’idea che per 5 minuti qualcuno pensasse che non avesse creato la connessione giusta con gli altri. Tutti abbiamo l’impressione di averla conosciuta, di sapere chi è” – conclude la Stewart La cosa bella di Diana è che ti senti sua amica, lei voleva connettersi con le persone ed era veramente l’essere umano più isolato nel mondo e soprattutto nei tre giorni che vengono raccontati. Volevamo mostrare proprio questo, venire a capo di quella situazione. Credo di essere riuscita a stabilire una connessione con il suo personaggio ma che nessuno sia in grado di capirlo fino in fondo. Tutti abbiamo sognato, immaginato, la parte più ironica e triste di questa storia è che non la conosceremo mai veramente e forse era quello che lei voleva.”

Qui la Recensione: “Spencer”: il ritratto più intimo dell’indimenticabile principessa triste

CAA Media France è la finanziatrice del film i cui diritti di distribuzione negli Stati Uniti sono stati acquistati dalla Neon e quelli internazionali dalla FilmNation Entertainment. Il debutto è previsto per l’autunno del 2021.

A produrre sono stati la Fabula di proprietà del regista e del fratello Juan de Dios Larrain, Jonas Dornbach, Janine Jackowski e Paul Webster, con Tom Quinn, Jeff Deutchman e Christina Zisa per NEON, Michael Bloom, Maria Zuckerman e Ryan Heller per Topic Studios alla produzione esecutiva.

Nel cast tecnico troviamo: la direttrice della fotografia Claire Mathon (“Ritratto di una signora in fiamme”), la costumista Jacqueline Durran (“Piccole donne”), la truccatrice Wakana Yoshihara (“Assassinio sull’Orient Express”) e Guy Hendrix Dyas (“Inception”, “Blackhat” e “I Fratelli Grimm e L’incantevole Strega”) è lo scenografo. A comporre la colonna sonora originale è stata affidata a Jonny Greenwood (“Il Filo Nascosto”, “The Master”), chitarrista dei Radiohead.

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