“Sono solo Fantasmi” – Recensione: l’horror comedy diretta da Christian De Sica
L’ultimo film di Christian De Sica, “Sono solo Fantasmi”, è una horror-comedy che, in più di un’occasione, riuscirà a farvi saltare sulla poltroncina del cinema. Ebbene si, avete capito proprio bene. De Sica ha realizzato un film in grado di omaggiare i classici con Vincent Price e, allo stesso tempo, la memoria paterna, senza rinunciare alle esagerazioni più ridanciane e volgari che, da sempre, hanno caratterizzato il suo corpo autoriale.
Thomas è un ex mago ormai caduto nel dimenticatoio, mentre Carlo è un imprenditore napoletano trapiantato da diversi anni al Nord. Il primo non vuole accettare di essere ormai un fallito con una figlia che fa di tutto per dimenticarlo; il secondo, invece, è sottomesso a moglie e suocero settentrionali e, con chi non lo conosce, finge di essere un professionista di successo.
In occasione della morte del padre Vittorio, giocatore incallito e donnaiolo, i due scoprono di avere un terzo fratello, Ugo, in apparenza un po’ tonto ma in realtà un piccolo genio. L’eredità, agognata da Thomas e Carlo, sfuma a causa dei debiti del padre. Ma i tre non demordono e danno vita ad un grandioso progetto: sfruttare la superstizione e credulità napoletana, trasformandosi in acchiappafantasmi. Proprio quando l’attività inaspettatamente sembra avere molto successo, lo spirito del padre Vittorio si impossessa del corpo di Carlo.
Thomas e suo fratello, così, si convincono che i fantasmi esistono davvero. Inconsapevolmente, a causa della loro impresa, i tre hanno risvegliato il fantasma della Janara, una terribile strega che minaccia di distruggere Napoli. Con l’aiuto del padre, Thomas, Carlo e Ugo cercheranno di salvare la città dalla morsa dei fantasmi.
Giunto alla sua nona regia, Christian De Sica sembra sempre più voler fare i conti con la sua carriera e con il proprio passato. La parte più impegnativa del film è consistita nel dare vita al giusto tono tra i due generi abbracciati (horror e commedia), in modo tale che nessuno dei due prevalesse sull’altro. E, in effetti, l’insieme risulta essere ben bilanciato. Al netto di una serie di volgarità fini a sé stesse, Sono solo fantasmi è stato in grado di costruire una serie di buoni momenti horror e, più di ogni altra cosa, un omaggio sentito nei confronti di Vittorio De Sica e del cinema che fu. Sotto la superficie, Christian ha inserito in questo film molto più di ciò che ci si poteva aspettare da un personaggio come lui.
Il protagonista a cui presta il volto, infatti, è un fallito e il peso della propria tragica fine pesa continuamente sulla figura di Thomas, a cui vengono regalati una serie di primi piani televisivi impietosi in grado di trasmettere il suo dramma. Ciò che colpisce è la profondità e la verità insite in questa sorta di confessione a cuore aperto da parte di Christian De Sica, un tempo amato dal pubblico nazionalpopolare e capace di portare al cinema milioni di persone. Questo suo raccontarsi con uno sguardo puramente infantile e virginale è, da un lato, un atto d’amore commovente e, dall’altro, segna anche una sorta di inadeguatezza del figlio nei confronti del padre. Insomma, se scavate in profondità (ma nemmeno troppo), troverete un film capace di farvi riflettere e sorridere con malinconia e nostalgia.
Matteo Marescalco
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