SOLO: A STAR WARS STORY – Recensione
Diretto da Ron Howard: SOLO: A STAR WARS STORY, secondo spin off, dopo Rogue One: A Star Wars Story, della serie Star Wars: Antology, ossia degli episodi a sé stanti ambientati nell’universo di Guerre Stellari, è incentrato sulle vicende di Han Solo, ruolo reso celebre da Harrison Ford, e in questa nuova esclusiva avventura interpretato da Alden Ehrenreich.
La pellicola mira a raccontare le origini del leggendario personaggio, mostrandone le rocambolesche vicissitudini dall’età di diciotto anni fino ai ventiquattro, ossia molti anni prima dell’incontro dell’impavido Han con Luke Skywalker e il maestro jedi Obi – Wan Kenobi nella gremita cantina di Mos Eisley sul pianeta Tatooine, quando frequentava i locali meno abbietti della galassia con il neo amico wookie Chewbecca e il malfamato mentore Tobias Bechett (Woody Harrelson).
Il giovane sprezzante ed abile contrabbandiere determinato a divenire il più grande pilota dell’universo in modo da poter tornare sul pianeta Corellia, dal quale è fuggito e dove viveva di piccoli espedienti e furti, per portare in salvo l’amata Qi’ra (Emily Clarke), grazie agli sconsiderati insegnamenti del criminale Bechett, affinerà intuito ed arguzia tanto da riuscire nel corso del torneo di carte, nominato nella trilogia originale, a strappare al noto Lando Carlissian (Donald Glover), l’adorato Millenium Falcon, con la speranza in oltre di saldare gli ingenti debiti con il brutale Dryden Vos (Paul Bettany).
Ron Howard sviluppa e costruisce sapientemente l’intera storia attorno all’intraprendente Han Solo, sviluppandone ed esaltandone accuratamente le varie caratteristiche della sfaccettata personalità, permettendo di conseguenza alla futura leggendaria figura, da tutti ammirata e conosciuta, di emergere con incisiva individualità, grazie anche al perfetto bilanciamento dei numerosi elementi che si muovono in un ambientazione dal particolare, e non invasivo, tratto western, avvolta da una piacevole sarcastica ironia.
SOLO: A STAR WARS STORY, nelle sale dal 23 maggio, tuttavia, nonostante la notevole rappresentazione scenico narrativa fluida e priva di eccessivi effetti speciali, risente della mancanza di quella forte dose di tensione ed adrenalina, nei numerosi inseguimenti e scontri che si susseguono nelle due abbondanti ore di visione, non particolarmente esaltanti bensì sottotono, necessaria a rapire emotivamente lo spettatore, catturando completamente la sua attenzione, deludendo in parte le aspettative.
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