“SIGNORA AVA”: in scena al Teatro le Sedie il 10, l’11 e il 12 maggio.
L’Associazione Culturale Il Rinoceronte è lieta di presentare lo spettacolo “SIGNORA AVA”, tratto da un’opera di Francesco Jovine con protagonisti Silvia Siravo, Emanuele Salce e con Valentina Conti ed Angelica Fei Barberini.
L’adattamento e la regia curati da Andrea Pergolari possono contare sulle musiche di Franco Di Luca eseguite dall’ensemble Armonia Nascosta (Voce Birgit Cicha; seconda voce Alessandra Belfiore; basso Biagio Biondi; percussioni Secondo Flex; fisarmonica e piano Franco Di Luca); sulla presenza dei burattini manovrati da Idalberto Fei e Maria Giulia Barberini nonché sulle scene realizzate da Erika Cellini.
“SIGNORA AVA” debutterà sul palco del Teatro Le Sedie Venerdì 10, Sabato 11 e Domenica 12 Maggio: feriali ore 21.00, festivi ore 18.00 con una doppia replica prevista per le 21.00.
“O tiempo da ‘gnora Ava, nu viecchio imperatore, a morte condannava chi faceva a’mmore.”
È questa l’epigrafe che introduce il romanzo del molisano Francesco Jovine (1902-1950), e l’enigmatica “Signora Ava” è la muta testimone che incombe sulle vicende dei giovani protagonisti: la nobile Antonietta ed il servo Pietro Veleno. “Signora Ava” è il romanzo dell’unità d’Italia vista dallo sguardo obliquo dei poveri molisani, è l’intervento della Storia in una terra solo apparentemente senza tempo. Goffredo Fofi considerava il romanzo un “Gattopardo” dei poveri: quel che è certo è che “Signora Ava” è uno dei grandi capolavori della narrativa italiana del Novecento, il racconto di un paese scomparso.
Questa lettura teatralizzata cerca di rilevarne le caratteristiche di stile e di contenuto: sullo sfondo della discesa dei garibaldini e dell’annessione del Molise al nascente Regno d’Italia, è messa in evidenza, tra le tante figure e sottotrame del romanzo, la storia d’amore che nasce e si sviluppa tra il contadino e pastore Pietro Veleno, ventenne figlio di un’attitudine atavica alla servitù, e la sua padroncina Antonietta, coetanea che cerca in Pietro anche la fuga dalle convenzioni sociali che hanno mummificato la sua famiglia.
L’incontro tra i due ragazzi, la storia d’amore che si intreccia alle vicende di guerra e di brigantaggio che ne permettono dapprima lo sviluppo e poi ne decretano la fine improvvisa e repentina, è raccontata da Jovine con un linguaggio di grande pudore e leggerezza, ironico e lirico nello stesso tempo.
La mise en espace cerca di rispettarne lo stile e di amplificarne nello stesso tempo i ritmi e le cadenze da cantata popolare, attraverso l’uso di musiche originali che risuonano di echi folkloristici, inserti di teatro di figura, e fondali dipinti. Se la cifra espressiva dell’autore è la sdrammatizzazione, lo spettacolo ne assume con piena consapevolezza i toni favolistici, malinconici e teneramente umoristici con cui sono raccontati i personaggi alle prese con la Storia e, più in generale, con la loro dimensione esistenziale.
“Signora Ava” non è solo un romanzo di formazione sui generis, il racconto del disorientamento di chi è costretto a prendere coscienza della propria funzione sociale, ma anche un malinconico inno alla memoria, una sgomenta dichiarazione d’attrazione panica nei confronti di una realtà semplice eppure ineffabile, dolorosa e sfuggente. In fondo, come dice l’autore: “se ci si guarda indietro, tutto quello che è accaduto è vivo solo nella nostra memoria: basta dimenticare e il tempo trascorso si può annullare. Si può morire avendo l’impressione di ricominciare…”.
Teatro Le Sedie di Roma, Via Veientana Vetere 51
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La Redazione.