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Settimana Internazionale della Critica 2023: annunciato il programma

Annunciato il programma della Settimana della Critica 2023, sezione automa e parallela della Mostra del Cinema di Venezia

La Settimana Internazionale della Critica (SIC), sezione autonoma e parallela organizzata dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI) nell’ambito della 80. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia (30 agosto – 9 settembre 2023), è giunta alla sua 38esima edizione. A tal proposito questa mattina è stato presentato il ricco programma composta da una selezione di sette opere prime in concorso e tre eventi speciali, tutti presentati in anteprima mondiale, curata dalla Delegata Generale della SIC Beatrice Fiorentino con i membri della commissione di selezione Enrico Azzano, Chiara Borroni, Ilaria Feole e Federico Pedroni.

Poster ufficiale Settimana Internazionale della Critica 2023

Riportare lo sguardo al centro. Riappropriarsi del potere delle immagini e della responsabilità che deriva dall’atto di osservare attraverso un dispositivo di riproduzione. Cos’è il cinema oggi? È ciò che è sempre stato e ancora sarà, indipendentemente dai formati, dai supporti, dalla misura degli schermi e dai ripetuti allarmi sullo stato di crisi: una finestra sul mondo, indispensabile occasione di (ri)lettura oltre che di racconto, opportunità per esprimere un punto di vista. Talvolta personale, unico, talaltra riflesso di un sentire comune. È sempre, comunque, una questione di sguardo.”

“Con la complicità del comitato di selezione composto da Enrico Azzano, Chiara Borroni, Ilaria Feole e Federico Pedroni, la 38. edizione della Settimana Internazionale della Critica si compone di occhi insoliti, onnivori, avventurosi, accomunati dal gusto del rischio e una sorta di furia oltre che dall’urgenza di affermarsi e affermare attraverso una propria visione sullo stato generale delle cose. Gesti potenti che non passeranno inosservati e che, anzi, stupiranno, scuoteranno l’immaginario, lasciando auspicabilmente un segno”.

“Com’è ormai tradizione, anche quest’anno la SIC offrirà i suoi 7+2 esordi scelti tra gli oltre cinquecento titoli arrivati da ogni angolo del mondo. Tra questi si è fatta imponente la presenza femminile, così come quella di forme diverse e “nuove” di narrazione non-fiction (dato in sensibile aumento), ma poderosa e massiccia è anche quella delle fiction, con tanto cinema di genere: noir, fantascienza, horror. Tutti, senza eccezione, accostabili tra loro per la voglia di osare sia nelle scelte visive/narrative che per una precisa, lucida e netta presa di posizione. Per la presenza di uno sguardo, appunto”.

“Sono immagini che si aprono a un dialogo con la contemporaneità in un corto circuito perpetuo che si alimenta dentro e fuori dallo schermo. Attingendo dal reale, per poi approdare a visioni autentiche e originali, sia intime che corali. Sguardi decolonizzati, narrazioni ufficiali rivisitate, traumi apparentemente sopiti che riemergono con violenza; lo “spazio” diventa un terreno da ridefinire ed entro il quale misurarsi, mentre il passato e il presente si trovano a un’evidente resa dei conti, come se tutti, oggi, fossimo invitati a ripensare la storia, individuale e collettiva, con occhi nuovi, sulla base di una diversa e più consapevole coscienza critica. Ancora: stati di alienazione, linguaggi che si esprimono attraverso i corpi, vampiri assetati che annunciano la fine del patriarcato, ragni infestanti come metafora della minaccia del neo-capitalismo (nella attuale marginalità delle banlieue). Senza trascurare la dimensione ontologica dell’immagine grazie a un uso creativo del digitale, del deep fake o per l’adozione del formato verticale a bassa definizione come gesto di autoaffermazione.”

“Sono film che raccontano storie “per tutti”, perfettamente calati nel presente, che non smarriscono il piacere per l’intrattenimento, ma non temono neppure di affrontare la sfida di una provocazione. L’atto della visione non è mai stato così politico.” – Beatrice Fiorentino | Delegata Generale | 38. Settimana Internazionale della Critica

immagine film settimana della critica 2023

DI SEGUITO IL PROGRAMMA

CONCORSO

ABOUT LAST YEAR

Dunja Lavecchia, Beatrice Surano, Morena Terranova – Italia

Periferia di Torino. Celeste, Giorgia e Letizia, tra i 20 e i 27, sono unite da una consapevolezza: in quanto donne cisgender, sono ospiti nel mondo del ballroom. Fenomeno nato a New York nella comunità LGBT latina e afro-americana, oggi presente e radicato anche in Italia. Qui hanno trovato uno spazio in cui essere padrone del proprio corpo al riparo da giudizi, pregiudizi o provocazioni. Le tre stanno per iniziare un viaggio che le porterà ad affrontare importanti decisioni. Giorgia è legata al suo luogo d’origine, Celeste e Letizia vogliono partire. Un coming of age attraverso un anno di vita, dove si incontrano e si scontrano sogni, desideri, dubbi e una voglia di lotta e di vita.

HOARD

Luna Carmoon – Regno Unito

1984: C’è una discarica nel nostro salotto. Il mondo di Madre e di Maria è una costante sensazione di brividi che corrono lungo la schiena, ogni giorno è Natale nel loro piccolo nidus d’amore 1994: Lui me la riconsegnò, l’importanza mi colpì in ondate di sensazioni. È l’ultimo giorno di scuola di Maria. Al suo rientro a casa, in cima alle scale, due piedi scalzi ad attenderla. Un uomo alto, dall’aspetto insolito, uno sconosciuto che ha l’odore familiare di un trauma, un dolore d’infanzia, una duplicità di deliberate provocazioni – Michael.

LIFE IS NOT A COMPETITION, BUT I’M WINNING

Julia Fuhr Mann – Germania

Se la Storia è scritta dai vincitori, che ne è di coloro a cui non è stato mai permesso di partecipare alla gara? Un collettivo di atleti queer entra nello Stadio Olimpico di Atene con l’intenzione di onorare coloro che sono sempre stati esclusi dal podio dei vincitori. Incontrano Amanda Reiter, una maratoneta transgender che ha dovuto confrontarsi con i pregiudizi degli organizzatori sportivi, e Annet Negesa, un’atleta degli 800 metri che è stata esortata dalle federazioni sportive internazionali a sottoporsi a chirurgia ormonale. Insieme creano un’utopia radicale e poetica, lontana dalle rigide regole di genere degli sport agonistici.

LOVE IS A GUN

Lee Hong-Chi – Hong Kong, Taiwan

Dopo essere stato rilasciato di prigione, Sweet Potato si accontenta del suo piccolo lavoro sul lungomare, vivendo dei magri incassi e ignorando i commenti di chi gli suggerisce di lasciar perdere. Viene però trascinato nel vortice del passato quando il vecchio “boss” (che non ha mai visto di persona), la madre (che ripone su di lui tutti i suoi debiti) e infine l’amico Maozi ricompaiono nella sua vita. Uno dopo l’altro si impadroniscono con forza del suo presente e cancellando ogni speranza per il futuro. Solo Seven riesce, in una certa misura, a mitigare le sue ansie. Un giorno, sullo sfondo di un paesaggio costiero oppressivo e carico di smog, a Sweet Potato viene finalmente concesso un incontro con il “boss”.

MALQUERIDAS

Tana Gilbert – Cile, Germania

Sono donne. Sono madri. Sono detenute che stanno scontando lunghe pene in una prigione in Cile. I figli crescono lontano da loro, ma rimangono nei loro cuori. In prigione trovano l’affetto delle altre detenute che condividono la loro stessa esperienza. Il sostegno reciproco tra queste donne diventa una forma di resistenza ed emancipazione. Malqueridas ricostruisce le loro storie attraverso le immagini che loro stesse hanno girato con i cellulari vietati dentro la prigione, recuperando la memoria collettiva di una comunità dimenticata.

SKY PEALS

Moin Hussain – Regno Unito

Adam fa i turni di notte in una stazione di servizio autostradale e conduce una vita mediocre e solitaria quasi del tutto priva di contatti umani. Venuto a sapere che il padre, di cui aveva perso le tracce, è morto, Adam cerca con fatica di ricostruire l’immagine di un uomo che non ha mai veramente conosciuto e riesamina dettagli del suo passato che fa difficoltà a comprendere. Quando scopre che il padre era convinto di non essere umano, Adam inizialmente respinge l’idea come ridicola. Tuttavia il dubbio lentamente si insinua, portando con sé una seria riflessione: se fosse la verità, cosa significherebbe questo per Adam?

THE VOURDALAK

Adrien Beau – Francia

“Figli miei”, intima Gorcha prima di accomiatarsi, “attendete il mio ritorno per sei giorni. Trascorsi questi sei giorni, se non dovessi ritornare, recitate una preghiera in mia memoria, poiché vorrà dire che sono perito in battaglia… Ma se dovessi ricomparire – che Dio vi protegga! – passati i sei giorni, vi ingiungo di sbarrare la porta e negarmi l’ingresso, qualunque cosa io dica o faccia. Poiché per allora, altri non sarò che un Vourdalak, un dannato.”

immagine film about last year

FUORI CONCORSO

Film di apertura

GOD IS A WOMAN

Andrés Peyrot -Francia, Svizzera, Panama

Nel 1975, il regista francese premio Oscar Pierre-Dominique Gaisseau approda a Panama per girare un documentario sul popolo Kuna, per cui le donne sono sacre. Gaisseau, sua moglie e la figlioletta Akiko vivono assieme ai Kuna per oltre un anno, ma il progetto ben presto esaurisce i fondi e una banca finisce per confiscare le bobine. Cinquant’anni dopo, i Kuna stanno ancora aspettando il “loro” film, ormai divenuto leggenda e tramandato oralmente dagli anziani alle nuove generazioni. Finché un giorno, una copia nascosta viene scoperta a Parigi…

Film di chiusura

VERMIN

Sébastien Vaniček – Francia, Marocco

A seguito di un’invasione di ragni velenosi, gli abitanti di una palazzina di periferia dovranno imparare a lottare per la propria sopravvivenza.

PROIEZIONE SPECIALE

in collaborazione con la Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia e le Giornate degli Autori

PASSIONE CRITICA

Simone Isola, Franco Montini, Patrizia Pistagnesi – Italia

Passione critica studia il rapporto tra critica e autori nella storia del cinema italiano in relazione con la storia del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani, sin dal suo atto di fondazione nel 1971. Si tratta di un percorso non secondario nella storia culturale italiana, tracciato grazie agli interventi di prestigiosi testimoni e al montaggio di materiale di repertorio, dagli anni Sessanta all’avvento del web e dei social e all’attuale esplosione dell’audiovisivo, che mette in discussione la stessa definizione e i confini del cinema.


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