RESPIRI di Alfredo Fiorillo
Francesco (Alessio Boni), affascinate ingegnere quarantenne, in seguito ad una tragedia familiare che ha completamente stravolto la sua vita e, soprattutto, devastato il suo animo, si rifugia assieme alla figlia ancora piccola, interpretata da un inquietante Eleonora Trevisan, nell’antica villa di famiglia, una maestosa costruzione in stile liberty lambita dalle acque del lago d’Iseo, che vede la misteriosa presenza di un’altra persona, della quale però se ne percepisce soltanto l’eco del respiratore.
L’uomo chiuso ed in completa balia della logorante sofferenza, trascorre i giorni nel tormento alla ricerca disperata di sé stesso, nella totale e palese incapacità di reagire a tale dolore ulteriormente alimentato da angoscianti ombre che aleggiano nell’enorme, silenziosa, cupa e fredda abitazione. Unica via di uscita in grado di poter risvegliare e liberare Francesco dal torpore in cui è caduto restituendogli la tanto desiderata, e oramai dimenticata, pace interiore, sembra essere rappresentata da Marta (Lidiya Liberman), amica d’infanzia da sempre innamorata di lui.
Un racconto quello di RESPIRI che pone le proprie basi sulla capacità da parte di un individuo di convivere con un sentimento dilaniante di cui, in un modo o nell’altro, si ha piena coscienza e consapevolezza, difficile da tener affrontare, comprendere, controllare e tanto meno accettare, dal viscerale peso emotivo, il cui lacerante strazio porta a confondere, sovrapporre ed infine fondere il reale al surreale.
La pellicola, in arrivo nelle sale cinematografiche dal 7 giugno, tuttavia, nonostante i buoni propositi e la performance di Boni, candidato ai prossimi Nastri D’argento come Miglior Attore, non convince deludendo le aspettative, non riuscendo nell’intento di trasmettere la tensione racchiusa nei molti intriganti elementi che compongono l’enigmatica storia, penalizzandone fortemente il coinvolgimento, suscitando nello spettatore confusione, per un risultato complessivo non soddisfacente.
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