Red Joan, la recensione: un film di spionaggio senza intrigo

La recensione di Red Joan, il film di spionaggio senza intrigo diretto da Trevor Nunn con protagonista Judi Dench.

La regia di Red Joan è firmata da Trevor Nunn, un maestro della scena teatrale londinese, noto per le sue produzioni imponenti come I Miserabili e La Dodicesima Notte, il quale nonostante la sua comprovata esperienza nel guidare grandi produzioni, la sua transizione al cinema con questo progetto non riesce a cogliere appieno la potenza emotiva e drammatica della storia. La sceneggiatura, scritta da Lindsay Shapero, è anch’essa piuttosto nota, con precedenti lavori come Royal Wives at War ed Enid. Tuttavia, nonostante il pedigree del team creativo, Red Joan non riesce a fare giustizia alla complessità della vicenda che si propone di raccontare.

Il film si ispira al romanzo La Ragazza del KGB di Jennie Ronney, che esplora la vita di Joan Stanley, una donna arrestata nel 2000 per aver tradito il suo paese. Durante la Seconda Guerra Mondiale, Joan avrebbe passato segreti militari relativi alla bomba atomica all’Unione Sovietica, un atto che ha scosso le fondamenta della sicurezza nazionale britannica. La storia, pur trattando un evento storico di grande importanza, fallisce nel trasmettere al pubblico la complessità morale e le implicazioni emotive di tale tradimento. La trama si alterna tra il presente, in cui Joan, ormai anziana, viene interrogata dall’MI5, e il passato, quando era una giovane studentessa all’Università di Cambridge, affascinata dal carismatico rifugiato russo Leo Galich.

La premessa della storia è affascinante e intrisa di potenziale drammatico, ma il film non riesce a svilupparla in modo soddisfacente. Il conflitto centrale di Joan – la lotta tra il suo amore per Leo e il suo impegno nel movimento comunista, che alla fine la spingerà verso il tradimento – non viene mai esplorato con la profondità necessaria. La pellicola manca di un’introspezione emozionale che permetta allo spettatore di entrare nel cuore dei personaggi e di comprendere appieno le ragioni dietro le loro scelte. Joan dovrebbe essere un personaggio profondamente tormentato, ma la sua difficoltà interiore viene solo sfiorata, lasciando il pubblico a chiedersi perché abbia preso decisioni tanto drammatiche senza che le emozioni che le giustificano siano pienamente sviluppate.

Il film si concentra troppo sulla superficie degli eventi storici, trascurando gli strati psicologici e morali che avrebbero dovuto essere il motore principale della narrazione. La relazione di Joan con Leo, sebbene centrale per la sua evoluzione, non è mai mostrata con la necessaria tensione emotiva. Leo è il classico personaggio misterioso e affascinante, ma la sua connessione con Joan non raggiunge mai il livello di intimità che dovrebbe giustificare le sue azioni, né si avverte una lotta interiore credibile da parte sua nel tradire la sua patria. La storia si limita quindi a raccontare eventi senza mai scavare nel profondo delle motivazioni e dei dilemmi morali dei suoi protagonisti.

Nonostante le premesse potenzialmente intriganti, Red Joan finisce per essere un film di spionaggio che non riesce a creare la tensione necessaria. La mancanza di un vero intrigo o di colpi di scena lascia la pellicola piatta, priva di quella suspense che dovrebbe caratterizzare una storia di tradimento e inganno. Le motivazioni politiche dietro il tradimento di Joan sono solo abbozzate, e l’inquietudine morale che dovrebbe accompagnare un simile tradimento viene trattata in modo superficiale. La decisione di Joan di passare segreti militari non è mai esplorata in modo abbastanza profondo da suscitare una vera riflessione sul confine tra giustizia e lealtà, tra il bene personale e il bene collettivo. La conseguenza di ciò è che la storia perde la sua complessità e diventa, alla fine, una semplice narrazione di tradimento senza la ricchezza emotiva che avrebbe potuto trasformarla in un thriller psicologico potente.

Anche se Red Joan può vantare un cast di grande talento, composto dalla pluripremiata Judi Dench, Sophie Cookson, Stephen Campbell Moore, Tom Hughes, Ben Miles e Tereza Srbova, le performance, pur eccellenti dal punto di vista tecnico, non riescono a rendere giustizia alla profondità psicologica dei personaggi. Judi Dench, nel ruolo della Joan anziana, infonde gravitas al personaggio, ma la sceneggiatura non le consente di esprimere appieno il tormento interiore della sua protagonista. Sophie Cookson, che interpreta la giovane Joan, ha il compito di rappresentare il cuore del film, ma non riesce a dar vita al conflitto morale che definisce il suo personaggio. La sua interpretazione, pur tecnicamente solida, manca di quella passione e di quel pathos che sarebbero necessari per rendere la figura di Joan credibile e complessa.

La produzione di Red Joan è stata curata da Trademark Film in associazione con Cambridge Picture Company, e la pellicola è arricchita da un cast tecnico di altissimo livello. Zac Nicholson, vincitore del BAFTA per la fotografia, offre un lavoro visivamente affascinante, con inquadrature suggestive e ben composte che evocano sia la calma della campagna inglese che il tumulto interiore della protagonista. Tuttavia, la fotografia, pur eccellente, non riesce a colmare le lacune nella narrazione emotiva del film. La montatrice Kristina Hetherington, anch’essa vincitrice del BAFTA, svolge un lavoro preciso, ma il ritmo del film non riesce a generare quel senso di urgenza che avrebbe dovuto accompagnare la storia. La colonna sonora, composta da George Fenton, anch’esso vincitore di numerosi premi, arricchisce l’atmosfera, ma non riesce a compensare la mancanza di profondità emotiva della narrazione.

In conclusione, Red Joan è un film che presenta un materiale di partenza estremamente interessante, con una trama ricca di potenziale e una storia di tradimento e spionaggio che avrebbe potuto essere esplorata in modo complesso e emozionante. Purtroppo, la regia di Trevor Nunn e la sceneggiatura di Lindsay Shapero non riescono a dare vita alla tensione emotiva necessaria per coinvolgere lo spettatore. La pellicola si riduce così a una semplice narrazione storica senza il mordente drammatico e psicologico che avrebbe dovuto avere. Nonostante la presenza di un cast stellare e un comparto tecnico impeccabile, Red Joan finisce per deludere le aspettative, risultando una visione piatta e poco appassionante. Il film non riesce a sfruttare appieno le sue potenzialità, lasciando una sensazione di opportunità mancata e una visione che non tocca le corde giuste nel cuore del pubblico.

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Emanuela Giuliani

Il Voto della Redazione:

5


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