IL RAGAZZO INVISIBILE – SECOND A GENERAZIONE – Recensione
Michele (Ludovico Girardello), in piena età adolescenziale, consapevole della particolare dote che lo rende “speciale”, in preda ai piccoli drammi amorosi, tipici dei ragazzi della sua età, e alle difficoltà nel rapportarsi con gli adulti, verrà travolto dall’inaspettato arrivo di sua sorella Natasha (Galatea Bellugi). Sorella di cui ignorava fino a quel momento l’esistenza, e della vera madre Yelena (Ksenia Rappoport), costretto a partecipare, persuaso dall’affetto provato nei confronti di quest’ultima, in un pericoloso progetto.
Il Ragazzo Invisibile- Seconda Generazione, è il secondo espisodio dedicato ai mutanti targati made in Italy, diretto, come il precedente primo capitolo del 2014 Il Ragazzo Invisibile, dal Premio Oscar Gabriele Salvatores, presente a Roma, assieme a parte del cast tecnico e artistico, in occasione della proiezione stampa, annunciando un probabile terzo capitolo, a chiusura della dichiarata trilogia.
La pellicola, proseguendo le vicende dell’iniziale passato racconto, in cui un acerbo, stupito e smarrito Michele scopriva il proprio potere, non suscita alcuna reazione emotiva definita ed incisiva, negando la possibilità di stabilire un contatto empatico con l’avventura rappresentata.
A causa infatti della palese mancanza da parte degli interpreti protagonisti di trasmettere, e far percepire, i turbamenti e le sensazioni dei propri e differenti stati d’animo, e soprattutto dalla sceneggiatura, scritta da Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo, i cui dialoghi, prevedibili e banali, non fornendo elementi in grado di colpire ed attirare l’attenzione, il risultato finale, accresce di conseguenza l’ulteriore e alienante distacco.
I concetti dei contenuti non essendo adeguatamente, e doverosamente sviluppati e valorizzati, perdono, inevitabilmente, la facoltà di sollevare qualsiasi eventuale riflessione.
Riflessioni quali, l’importanza del valore attribuito alla differente, e spesso, fondamentale immagine della figura materna putativa, raffigurata da Valeria Golino, nel momento in cui viene a mancare, se pur temporaneamente, la madre naturale. Mancanza che porta al confronto/scontro, e per alcuni punti di vista, ad un paragone spontaneo.
Gli argomenti trattati, del tutto eclissati da una rappresentazione caricaturale, data l’eccessiva estremizzazione, delle sfumature e peculiarità surreali della storia e delle figure centrali, sfocia, purtroppo, nel ridicolo, come l’accettazione e la comprensione della diversità da parte di una società sempre più chiusa e bigotta.
Note positive, che giocano a favore del lungometraggio privo di tensione, ma tuttavia non sufficienti a risollevarne le deludenti sorti, sono la buona e curata fotografia di Italo Petriccione, le musiche della colonna sonora di Federico Robertis, e la realizzazione dei notevoli, ed impegnativi, effetti visivi, affidati alla supervisione dello spagnolo Victor Perez.
Perez è considerato tra i migliori esperti internazionali, partecipe, tra l’altro, di lavori quali: Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno, di Christopher Nolan, Rouge One: A Star Wars Story, di Gareth Edwards, e Harry Potter e I Doni della Morte, di Davide Yates.
Nonostante i buoni propositi per raggiungere un soddisfacente risultato finale, Il Ragazzo Invisibile – Seconda Generazione, distribuito dalla 01 Distribuition, non centra l’’obiettivo prefissato.
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