conferenza stampa queer di luca guadagnino

Queer, conferenza stampa: Luca Guadagnino, Daniel Craig e il resto del cast presentano il film

Luca Guadagnino, Daniel Craig e il resto del cast presentano: Queer all’81esima Mostra del Cinema di Venezia.

Tra i titoli più attesi di questa 81esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia c’è: Queer di Luca Guadagnino, che vede Daniel Craig in un ruolo che definire audace sarebbe senza alcun dubbio riduttivo e svilente considerando la sua forza, determinazione e passione nell’interpretarlo. Un personaggio che, a detta di molti, potrebbe rappresentare il ruolo della vita per l’attore, il quale afferma la propria indiscutibile grandezza.

Presente al prestigioso evento del Lido, l’ex James Bond inoltre ha raccontato alla stampa le proprie emozioni nel far parte di un progetto così ambizioso, basato sull’omonimo romanzo di William S. Burrough. Con Craig il regista Luca Guadagnino, lo sceneggiatore Justin Kuritzkes, il costumista Jonathan W. Anderson, e il resto del cast: Drew Starkey (volto di Eugene), Lesley Manville, Jason Schwartzman e Omar Apollo.

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“Credo che la gioia sia stata il punto di partenza. Ho letto il libro a 17 anni e da ragazzo volevo cambiare il mondo attraverso il cinema, e il titolo di questo libro così diverso mi ha dato davvero qualcosa di importante; il collegamento molto profondo, la descrizione su pagina di quello che c’è tra questi due personaggi, l’assenza di giudizio rispetto al comportamento, al romanticismo dell’avventura con una persona che noi desideriamo e amiamo”, dice Luca Guadagnino. “Tutto questo mi ha trasformato e cambiato per sempre poiché voglio essere fedele a quel ragazzo che ero. Ho continuato a pensare di dover portare questo romanzo sul grande schermo, e spero che alla fine di questo film il pubblico abbia un’idea di se, su chi siamo noi quando siamo da soli, e chi stiamo cercando a prescindere se siamo qui o a Città del Messico, se si è un uomo o una donna. Chi si è quando si è soli e siamo soli, con l’idea di come ci si è sentiti per qualcun altro”.

In merito alla collaborazione con il costumista Jonathan W. Anderson invece afferma. “Jonathan è un maestro fuori dal mondo del cinema, ma quando si tratta di raccontare una storia nel cinema è estremamente concentrato per far si che il personaggio e la storia non vengano mai messi in secondo piano. Ha ricercato in modo molto profondo il mondo di Burrough, ha trovato degli indumenti che lui avrebbe potuto indossare. Lavorando con una persona così intelligente e profonda come Jonathan ci consente di creare qualcosa di estetico ma che abbia veramente senso per quanto riguarda il personaggio e la storia. Jonathan mi ha offerto molto del suo immaginario e mi ha introdotto all’immaginario che vedete nel film tradotto visivamente”.

Lo sceneggiatore Justin Kuritzkes invece spiega. “E’ stato un grande onore e un privilegio avere l’opportunità di portare questo romanzo sul grande schermo. Quando me lo ha chiesto Luca ero molto felice, è un libro molto significativo per lui e lo ha voluto portare al cinema per molto tempo. Abbiamo lavorato insieme in Challengers, e quando mi ha dato il libro sul set dicendomi di leggerlo e chiedendomi se potevo scrivere la sceneggiatura per lui, l’ho letto e immediatamente ho detto di sì anche se non avevo idea di come lo avrei reso a livello cinematografico. Avevo delle idee sul mondo di Burrough e come era il mondo di Burrough. Quando l’ho letto l’ho trovato una storia d’amore molto normale e lineare, la domanda quindi, per quanto mi riguarda, è stata: ‘come concentrare il film su questo entrando però in tutte quelle cose che vengono sollevate nel film. Sostanzialmente cosa avrebbe fatto cantare questo film”.

La costumista Jonathan W. Anderson: “Stavamo tutti lavorando su Challengers, e Luca aveva parlato del fatto che voleva fare questa trasposizione filmica, è uno dei miei libri preferiti. Lavorare con Luca è fantastico, è l’unica persona con cui potrei lavorare, perché ci da tutta la fiducia di cui abbiamo bisogno, nel processo volevo fare qualcosa di diverso rispetto al passato, volevo assicurarmi che ogni indumento fosse del periodo, c’era solo un unico look. Luca ha consentito questo nel film, che secondo me è un film molto generoso su cui lavorare. Quando si fa qualcosa di così importante deve durare per sempre.

premiere queer

Basato sul romanzo di William S. Burroughs, in Queer siano nel 1950, e William Lee, americano sulla soglia dei quaranta espatriato a Città del Messico, passa le sue giornate quasi del tutto da solo, se si escludono le poche relazioni con gli altri membri della piccola comunità americana. L’incontro con Eugene Allerton, un giovane studente appena arrivato in città, lo illude per la prima volta della possibilità di stabilire finalmente una connessione intima con qualcuno.

“C’è una certa coreografia che è una parte molto importante del film. Con Drew (Starkey) abbiamo cominciato a fare le prove mesi prima di iniziare a riprendere. Ballare veramente con una persona rompe il ghiaccio”, dice Daniel Craig e continua piegando come si è approcciato alle scene di sesso. “Come ben si sa non c’è nulla di intimo nelle scene di sesso perché si è in una stanza piena di persone che guardano durante le riprese, e ci siamo avvicinati a queste scene con la volontà che fossero toccanti, commoventi, realistiche, il più naturali possibili. Drew è un attore fantastico, bellissimo, meraviglioso, e abbiamo fatto si che fosse divertente. Il terzo atto del film è qualcosa che non succede nel libro, è un’aggiunta fatta perché serviva”.

“Abbiamo cominciato presto a fare le prove non solo per le scene più intime, ma per cercare di trovare libertà e capire quello che stava succedendo nelle nostre teste liberando anche i nostri corpi, la nostra fisicità, e in realtà c’è stato un coreografo dei movimenti”, svela Drew Starkey. “Quando ci si deve muovere in questo modo e girare questo tipo di scene, è bene conoscersi abbastanza. Per mesi abbiamo potuto sperimentare l’uno con l’altro e creare questa poesia. Abbiamo avuto due settimane a disposizione per scoprirci e sul set eravamo già pronti. Luca consente di avere lo spazio per fare tutto questo, lui crea uno spazio accogliente ed è un’esperienza molto unica come attore. Non mai avuto un’esperienza di questo tipo dove si può approfondire un unico momento della storia ed esplorarlo da ogni punto di vista”.

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Emanuela Giuliani


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