Willem Dafoe in occasione dell’anteprima italiana dell’attesissimo Povere Creature! ha incontrato la stampa italiana.
In occasione della proiezione in anteprima di Roma, avvenuta la scorsa settimana, dell’attesissimo Povere Creature! di Yorgos Lanthimos in arrivo nelle sale italiane dal 25 gennaio distribuito da The Walt Disney Company, Willem Dafoe volto del Dr. Godwin Baxter, fresco di stella sulla walk of fame, ha incontrato la stampa italiana per parlare del film, del suo personaggio e del legame che si instaura sul set con il regista.
Ed è proprio parlando della sua esperienza con i vari registi che Dafoe ha dato il via all’incontro. “I registi per me sono estremamente importanti perché come attore è fondamentale affidarmi ad una persona dalla visione forte. Mi piace molto aver a che fare con una persona che abbia una visione chiara e che te la spieghi così che tu possa muoverti per farla tua e abitarla. E’ soprattutto questo che mi piace nel rapporto tra il regista e l’attore, e non deve essere necessariamente neanche qualcosa che io capisco immediatamente, deve essere qualcosa che mi viene dato, presentato e verso il quale io mi muovo, vado e cerco di prendere e trasformare per poter poi creare e dare corpo alla vita interiore del personaggio.”
Nel caso di Povere Creature! Dafoe come detto veste i panni del Dr. Godwin Baxter, e essendo cresciuto in una famiglia di medici in merito a quanto questo possa averlo influenzato ha svelato. “Forse così importante non lo è stato, non ha avuto questa grande influenza, anche se sono cresciuto a contatto con gli strumenti chirurgici perché spesso da adolescente accompagnavo mio padre quando faceva il giro di visite nella sua clinica. Sono stato in mezzo ai laboratori, alla malattia, ai tentativi di curarsi, di tornare sani proprio negli anni della mia formazione e della mia crescita, quindi il fatto che in questo film interpreto un medico, uno scienziato, sicuramente sin dai primi momenti a creato un particolare legame con questo film. E se per la stragrande maggioranza delle persone l’idea di stare male o di doversi recare in un ospedale è qualcosa che fa estremamente paura, per me è una specie di ritorno in famiglia, quasi un senso di fiducia.”
Vincitore del Leone d’Oro all’80esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, di 2 Golden Globe nella sezione commedia o musical come miglior film e miglior attrice, e candidato a ben 11 premi Oscar, Povere Creature! è l’incredibile storia e la fantastica evoluzione di Bella Baxter (Emma Stone), una giovane donna riportata in vita dal brillante e poco ortodosso scienziato Dr. Godwin Baxter (Willem Dafoe). Sotto la protezione di Baxter, Bella è desiderosa di imparare. Affamata della mondanità che le manca, Bella fugge con Duncan Wedderburn (Mark Ruffalo), un abile e dissoluto avvocato, in una travolgente avventura attraverso i continenti. Libera dai pregiudizi del suo tempo, Bella è sempre più decisa nel suo proposito di difendere l’uguaglianza e l’emancipazione.
“Questa storia prende a prestito a piene mani dal racconto di Frankenstein, ma c’è una grandissima differenza perché in Frankenstein il mostro che lui crea alla fine gli suscita e provoca repulsione, mentre nel mio caso il mostro o la creatura che ne viene fuori è una figura di cui il mio personaggio quasi si innamora. Fondamentalmente a questa creatura lui sta dando una seconda chance, e dandola a lei la sta dando anche a se stesso” – spiega Dafoe. “Il mio personaggio crede profondamente nella scienza, e crede che questo sia un modo per dare una seconda vita. La sensazione che si ha è che si tratti di qualcosa di estremamente non ortodosso e assolutamente non etico, ma lui lo vede come qualcosa di generoso, positivo, entusiasmante.”
Prosegue con la visione data degli uomini nel film. “Con tantissimo e grande umorismo, posso dire che la rappresentazione che viene offerta degli uomini all’interno di questo film e che sono molto oppressivi nei confronti delle donne, e sono certo che molti uomini si riconosceranno in alcuni di questi personaggi. Sicuramente ciò che viene mostrato nel film è la capacità di resistenza delle donne dal punto di vista sessuale molto più forte di quella degli uomini, e questa è proprio una delle ragioni per cui gli uomini hanno fatto di tutto per tenere le donne sottomesse per così tanto tempo. Ovviamente siamo in un’era in cui ci sono grandissimi cambiamenti, ed anche se il pendolo oscilla continuamente siamo in un momento dove c’è veramente un turbinio, un cambio di posizione rispetto a quello che erano le posizioni delle donne e al rapporto con gli uomini. Onestamente non so dirvi se 20 anni fa questo film sarebbe stato accolto come lo è stato oggi. Probabilmente no. Questo film esprime quello che è una liberazione personale attiva, e che noi vediamo attraverso gli occhi di una donna.”
“Lanthimos è un regista che ha la capacità di creare un mondo. Lui ha creato questo fantastico mondo dal testo molto forte al quale ti ha preparato e nel quale poi noi siamo entrati” – continua Dafoe parlando dell’esperienza sul set. “Lui non ti da indicazioni di regia, ti osserva, guarda quello che fai e poi apporta i necessari aggiustamenti perché ha già fatto parecchio lavoro, si è impegnato molto nel dare vita a questo mondo e sta a te entrarci, abitarlo e realizzarlo. Lanthimos è una persona molto riservata, parla molto poco e in pratica ti dirige stuzzicandoti, ti spinge a recitare prendendoti in giro” – di Emma Stone svela. “Per quello che riguarda Emma, lei è fantastica, eccezionale, in realtà era tutto incentrato intorno a lei. Lei e Lanthimos hanno un rapporto speciale che di grande grandissima vicinanza, ormai lei per lui è una musa ed è stato bellissimo vedere questo rapporto ed essere con lei sul set. Noi eravamo li per dare sostegno e appoggio a lei con la quale è bellissimo lavorare perché non ha assolutamente un atteggiamento da diva, è una persona molto flessibile e di grandissimo talento. E’ stato un set molto felice.”
Del trucco infine dice. “Per il trucco l’ho fatto prima e sicuramente lo rifarò anche in futuro, è un fantastico strumento perché hai la possibilità di lavorare con una maschera sul viso che ti consente veramente di guardati allo specchio e vedere emergere qualcun altro. E’ uno strumento meraviglioso perché ti offre lo spazio dove puoi provare altri tipi di sentimenti e modi di essere, è veramente il cuore e il nucleo del fare finta di essere qualcun altro. E’ un qualcosa di comodo, niente affatto, ne vale la pena assolutamente si.”
Emanuela Giuliani