“Poker Face” – Recensione: quando le fiches sono i propri segreti
Ambientato nel mondo del poker high stakes, Jake Foley, interpretato da Russell Crowe, è un miliardario che ha fatto successo nel campo della tecnologia con il vizio del gioco d’azzardo, e in particolare per il poker. Una passione che lo portava a giocare ogni settimana con gli amici di sempre Alex, Billy, Same e Paul, e con i quali ora, a distanza di anni, decide di organizzare una nuova partita offrendo loro la possibilità di vincere più soldi di quanti e abbiamo ai sognati. L’obiettivo dell’uomo tuttavia, non è solo di riallacciare i rapporti, bensì di scoprire quei segreti che i suoi amici non sono mai riusciti a confessare.
Questa la trama di “Poker Face”, il film presentato in anteprima mondiale ad Alice nella Città – sezione automa e parallela della 17esima Festa del Cinema di Roma attualmente in corso e che si svolgerà fino al 23 ottobre – e che vede Russell Crowe, oltre che nel ruolo del protagonista, co – autore della sceneggiatura assieme a Stephen M. Coats, e tornare per la seconda volta dietro la macchina da presa a otto anni dall’esordio alla regia, nel 2014, con “The Water Divener”, premiato con l’Oscar australiano, nel 2015, come Miglior Film.
Avere una ‘faccia da poker’ indica l’abilità di riuscire a nascondere le proprie emozioni dietro ad un’espressione impassibile, una caratteristica questa che presenta proprio il personaggio di Jake Foley/Russell Crowe, un uomo che ormai non ha nulla perdere ed è disposto a tutto pur di raggiungere il suo obiettivo. L’unico dei cinque amici a riuscire a non far trapelare minimamente i propri sentimenti, e incarnando perfettamente così la Poker Face che dà il titolo al film.
Una faccia, un’espressione imperturbabile che in ogni modo difficilmente lo spettatore riuscirà a mantenere durante l’intera visione, che, nonostante i buoni elementi di base, risulta essere un insieme male amalgamato di più generi. Un cambiamento repentino di generi che penalizza fortemente “Poker Face”, guidato dal colui che rimarrà per sempre l’iconico ‘gladiatore’ Massimo Decimo Meridio, del pluripremiato “Il Gladiatore” di Ridley Scott.
Dopo l’incipit che presenta i protagonisti e mostra la preparazione per la serata, e l’invito, se così si può dire, a sedere al tavolo con loro per partecipare alla partita di poker, con l’impressione di essere realmente accanto a loro, la tensione suscitata svanisce ben presto a causa dell’immediata rivelazione dei rispettivi segreti inconfessabili degli amici, segnando di conseguenza quel cambiamento di registro che catapulta improvvisamente la vicenda nella via di mezzo tra un’heist movie e un’home invasion.
A peggiorare la situazione facendo precipitare la storia, come se non bastasse, si aggiunge una narrazione eccessivamente veloce, che non permette di stabilire una connessione con il protagonista e, in un certo senso, di affezionarsi ad esso, privandolo del giusto e doveroso carattere così come il resto delle figure che si muovono attorno a lui, alcune delle quali non è ben chiaro neanche quale sia il rispettivo ruolo e utilità all’interno della storia stessa.
In conclusione “Poker Face”, è l’ennesimo esempio di film dalla storia interessante ma sviluppata in maniera frettolosa e confusionaria, è un pò come ‘il classico studente che ha tutte le potenzialità non si applica”. Peccato.
“Poker Face” sarà distribuito in Italia da Vertice 360 e uscirà nei cinema italiani a fine novembre. Il cast include anche i nomi di: Liam Hemsworth, RZA, Elsa Pataky, Aden Young, Steve Bastoni, Daniel MacPherson, Brooke Satchwell, Molly Grace, Paul Tasson e Jack Thompson.
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Emanuele Bianchi