Pieces of a Woman, la recensione del dramma con protagonisti Vanessa Kirby e Shia LaBeouf dal 7 gennaio su Netflix .
“Pieces of a Woman” è uno dei titoli di maggiore successo presentati in occasione della 77esima Mostra del Cinema di Venezia. A giudicare dalla tematica affrontata nel corso della narrazione, non sarebbe potuto esistere luogo migliore del festival diretto da Alberto Barbera per presentare in anteprima mondiale questo film che parla di ponti tra passato e futuro. Diretto da Kornél Mundruczò, qui al suo debutto in lingua inglese, “Pieces of a Woman” è disponibile su Netflix a partire dal 7 gennaio e, a Venezia 77, ha conquistato la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile, assegnata a Vanessa Kirby.
Ambientata in una Boston contemporanea, livida e invernale, il film racconta la storia di Martha e Sean, una coppia che ha preso la decisione di far nascere in casa la propria primogenita. Tra l’altro, in un impeto sentimentale, l’uomo dichiara ad un suo amico di volersi sbrigare a costruire il ponte su cui sta lavorando in modo tale che sua figlia possa essere la prima ad attraversarlo. Durante la notte del parto, però, qualcosa va inspiegabilmente storto e la neonata muore prematuramente tra le braccia di Martha. Per la coppia ha inizio un cammino di disintegrazione e un viaggio sul travaglio fisico e morale.
Controcampo di “Gravity”, film di Alfonso Cuaròn presentato in occasione della 70esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, anche “Pieces of a Woman” racconta la storia di una morte e di una difficilissima rinascita, nell’ambito di un percorso osteggiato da pericolosi detriti che potrebbero comprometterne la sua riuscita. La prima mezz’ora del progetto diretto da Kornél Mundruczò è folgorante: la macchina da presa non abbandona mai Vanessa Kirby e Shia LaBeouf ma prova a scavare nell’anima dei due personaggi tallonandoli in un crescendo emotivo di rara intensità e pregevole fattura.
Con la morte della neonata, sembra avere inizio un secondo film. L’evento, infatti, sancisce un nuovo inizio per la coppia e mette in luce la fine di una relazione che sembrava essere solida, fornendo ai personaggi il pretesto per un cambiamento più o meno coatto. Il ponte a cui si riferisce Sean all’inizio del film non è soltanto quello materiale su cui sta lavorando ma anche il tentativo di traghettare il passato verso il futuro e di rimettere a posto i pezzi di un’anima che sembra essersi infranta per l’eternità. “Pieces of a Woman” è un dramma che attacca sensorialmente lo spettatore e che è costruito non soltanto sulle straordinarie interpretazioni dei suoi due protagonisti ma anche su un’encomiabile immediatezza che riscalda la materia trattata ed evita la caduta nell’esercizio stilistico.
Senza dubbio, il progetto interpretato da Vanessa Kirby e Shia LaBeouf sarà uno dei frontrunner in occasione della prossima edizione dei Premi Oscar. L’attrice otterrà la sua sacrosanta nomination che anche LaBeouf, qualora non fosse stato escluso da Netflix dalla campagna per gli Oscar a causa delle accuse di violenza sessuale rivoltegli da FKA Twigs, avrebbe avuto ottime occasioni di agguantare.
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Matteo Marescalco
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