La recensione del film di Mike Leight. Peterloo, Una Ricostruzione Storica Che Delude l’Emozione alla 75esima Mostra del Cinema di Venezia.
Il 16 agosto 1819, a Manchester, una folla di circa 80.000 persone si radunò pacificamente a St. Peter’s Field, sperando di ascoltare l’oratore Henry Hunt (interpretato da Rory Kinnear) e chiedere al Parlamento britannico riforme elettorali. Quella che doveva essere una manifestazione di protesta civile, tuttavia, si trasformò in una tragedia sanguinosa. La cavalleria, caricando la folla senza preavviso, provocò la morte di circa 15 persone e lasciò oltre 500 feriti. Questo evento, noto come il massacro di Peterloo, divenne uno dei più violenti della storia inglese, testimoniato dai giornali dell’epoca e rimasto nella memoria collettiva. Mike Leigh porta questo episodio sul grande schermo con Peterloo, presentato alla 75ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
Il regista ricostruisce con meticolosità i giorni che precedettero il tragico epilogo, offrendo una panoramica sulle motivazioni delle diverse fazioni coinvolte: dalla popolazione esasperata dalle difficoltà economiche e politiche, fino ai membri del governo e alla cavalleria chiamata a reprimere la protesta. La sceneggiatura di Leigh, scritta dallo stesso regista, è densa di dialoghi articolati che cercano di esplorare i pensieri e le emozioni dei vari personaggi, dai manifestanti agli ufficiali. La volontà di offrire una panoramica completa e accurata, tuttavia, porta a una narrazione che rischia di essere eccessivamente verbosa, a tratti pesanti, e che non riesce a mantenere un ritmo coinvolgente.
Dal punto di vista visivo, Peterloo si distingue per la sua impeccabile costruzione scenica firmata da Suzie Davies e per la fotografia di Dick Pope, che valorizza il contesto storico e l’atmosfera di un’epoca segnata dalla disuguaglianza e dalla tensione sociale. Tuttavia, le lunghe inquadrature statiche ei dettagli minuziosi rischiano di diluire l’intensità emotiva dell’opera, ostacolando il coinvolgimento immediato dello spettatore. Sebbene l’intento di Leigh sia chiaramente quello di presentare un quadro ricco e sfaccettato della società dell’epoca, il film non riesce a trasmettere con la giusta potenza il dramma e la tensione che avrebbero dovuto scaturire dalla violenza del massacro.
La parte finale del film, che mostra l’esplosione della violenza e l’impatto visivo della carica della cavalleria, è sicuramente una delle sequenze più potenti dal punto di vista cinematografico. Tuttavia, la sua forza visiva non è sufficiente a risolvere il film dalle sue difficoltà narrative. Peterloo non riesce a evocare la commozione, la rabbia o la tensione che un racconto episodio storico meriterebbe, e il risultato finale è una pellicola che, pur essendo un racconto storico interessante, non riesce a soddisfare appieno le aspettative emotive del pubblico.
In conclusione, Peterloo è un film che lascia insoddisfatti, non riuscendo a sviluppare, trasmettere e far percepire allo spettatore la commozione, la tensione ed adrenalina racchiusa nel brutale episodio storico, e a cui ne anche l’esplosione delle sequenze finali, dal nudo e crudo impatto visivo, sono sufficienti a risollevarne le insoddisfacenti sorti.
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Emanuela Giuliani
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