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Parthenope: Paolo Sorrentino e gli attori al Giffoni 54

Il regista Paolo Sorrentino e gli interpreti del suo film: Parthenope hanno incontrato i Giffoners al Giffoni 54.

Parthenope è (pura) magia nella freschezza di un racconto giovane ma emozionante, che fa venire i brividi alla prima visione e che lascia con l’attesa spasmodica di vederlo interamente proiettato nelle sale dal 24 ottobre, distribuito da Piper Film. Potrebbe essere racchiusa in una sola frase la visione di alcune clip del nuovo film di Paolo Sorrentino che racconta Napoli e l’amore con gli occhi di una bellissima donna.

L’onore è stato tutto dei #giffoners dell’edizione numero 54 del Giffoni Film Festival attualmente in corso che hanno potuto visionare qualche spezzone tratto dall’opera insieme ai protagonisti Celeste Dalla Porta, Dario Aita e Daniele Rienzo con un collegamento speciale, quello del regista Sorrentino che ha risposto alle domande e alle curiosità dei giurati presenti nella sala Truffaut della Cittadella. Ma perché scegliere Giffoni per parlare di Parthenope? A rispondere è stato direttamente Sorrentino.

“Tramite i ragazzi di Giffoni spero di arrivare a tutti gli altri ragazzi. Non una categoria unica ma tutti quelli diversi tra di loro, perché le generalizzazioni sono sempre sbagliate”. Le curiosità spaziano tra i film di successo del regista e soprattutto sul significato di “disunire”, parola chiave in “E’ stata la mano di Dio”: “Essere disuniti è una condizione giovanile. Vuol dire vivere l’età giovane: sentirsi padroni del mondo ma quando ci si sente padroni del mondo si perde se stessi. Quando si è giovani ci si sente che si può avere il mondo ma questo possesso fa sì che non si riesca a trovare realmente se stessi. Anche da adulti ci si può sentire così”.

Un regista deve essere dotato di intuito: “Non c’è tempo di pensare o di elaborare troppi pensieri, l’intuito è una dote principale per un regista, capacità di controllare più cose contemporaneamente”. E’ d’accordo anche la protagonista, l’attrice Celeste Dalla Porta: “Questa qualità di cui parla si è vista sul set, aveva tutto sotto controllo pur non mostrando lo sforzo nel farlo”.

Avvolti dall’abbraccio e dalla folta presenza in sala, gli attori si sono interfacciati con le curiosità che i giffoners hanno voluto sapere dal set e dal primo incontro con il regista. La scena emblematica di un abbraccio tra loro tre, hanno sottolineato, rimarrà indelebile proprio dentro di loro: “Essendo un film sulla giovinezza questa scena è importantissima.Per me essere giovani comporta una grande responsabilità perché si sta costruendo contemporaneamente il futuro ma anche il proprio passato, quello che ricorderemo in maniera più malinconica e rancorosa. Questa scena rappresenta uno di quei momenti meravigliosi in cui si è giovani senza stare a pensare al futuro né al passato, si vive l’estasi del presente – ha dichiarato Sorrentino – quel momento meraviglioso in cui il presente accade e si è vivi e si ha la sensazione che quello che sta capitando è amore e di un presente che non tiene conto dei legami con il futuro che da giovane si costruisce”.

La simpatia travolgente di Daniele Rienzo ha affascinato tutti, tra l’accento napoletano e qualche battuta ma soprattutto la meraviglia dello stesso attore che appena arrivato in sala ha esclamato: “Ma quanti siete?”. Tante le richieste di consigli arrivate dai ragazzi agli attori del cast: “Non volevo fare l’attore – ha dichiarato Dario Aita – ho cominciato a farlo perché mi piaceva il cinema e volevo fare il regista, piano piano ho cominciato a farlo. Non credo ci siano ricette: se ti piace trova quante più situazioni possibili per farlo”. Per Sorrentino – infine – un film “più che dare delle risposte deve porre delle domande. Io ogni volta lavoro sempre per fare quello che non riuscirò mai a fare: un capolavoro”.

Tra meraviglia e stupore: il mix perfetto per arrivare ai cuori è dato proprio dal regista: “Se mi meraviglio e mi stupisco sempre e ancora, potrò meravigliare e stupire voi”. In sala per la foto finale e per la consegna del premio Truffaut, l’ideatore e fondatore del #Gff, Claudio Gubitosi che ha strappato anche la promessa di una presenza il prossimo anno al regista: “Se sarò in Italia, verrò sicuramente tra voi”.  


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