Paramount+: Presentati a Cinecittà, da Carlo Verdone e Sylvester Stallone, i palinsesti

Paramount+: Presentati a Cinecittà, da Carlo Verdone e Sylvester Stallone, i palinsesti

Durante la serata di presentazione dei palinsesti Paramount+, il nuovo servizio streaming, disponibile dal 15 settembre in Italia, alcuni grandi nomi dello star system si sono avvicendati sul palcoscenico. Location scelta per l’evento, gli Studi di Cinecittà sono stati illuminati da una girandola di colori. Il primo a salire sul palco è uno dei più amati attori italiani, protagonista della seconda stagione di “Vita da Carlo”, attesa su Paramount+ e prodotta da Luifgi e Aurelio De Laurentiis.

Carlo Verdone allieta quini il suo pubblico, presente nel suggestivo anfiteatro, con un racconto legato all’infanzia. “Il primo film che ho visto al cinema è stato Sfida all’O.K. Corral, ed era proprio un film Paramount. Andavo sempre al Capranica con mio padre, e ho scoperto un lato di lui non conoscevo, la sua follia. Quando partiva una sparatoria, si alzava e sparava, e poi se ne andava via camminando come un pistolero. Spesso, con noi, c’era anche mia nonna, che era sciancata. Quindi ci immaginavo da fuori, dovevamo sembrare un trio folle. Per me, andare al cinema con mio padre era bello ma disturbante, mia madre diceva che tornava bambino. Mio padre viveva una specie di metaverso.”

Alla domanda su come sia iniziato il suo percorso di attore, racconta gli inizi e cita coloro che lo hanno influenzato nelle scelte artistiche. “Il film che ho visto di più nella mia vita è Sunset Boulevard, Viale del tramonto. Ne ero innamorato, come ero innamorato del regista, Billy Wilder. Mio padre fu molto orgoglioso della mia scelta e mi regalò la tessera per un anno del Film Studio. La mia cultura cinematografica nasce così, nei cineclub. Wilder e Fritz Lang sono i miei due grandi miti. Io ero timido, riservato, avevo una grande paura delle folle, e, quando vedevo mio padre tenere le conferenze, mi domandavo come facesse. Poi la vita ha scelto per me, un episodio ha significato tutto. Su consiglio di amici ho affittato una cantina di una cinquantina di posti, dove facevo i miei personaggi romani, ispirati a persone incontrare per strada. Pian piano la galleria è cresciuta. Dopo cinque giorni la parabola sembrava conclusa, ma volevo finire in maniera eroica, gloriosa. L’ultima replica è stata per una persona sola ed è stato uno spettacolo perfetto, perché sapevo che sarebbe stato l’ultimo. Il giorno dopo, alle tre di pomeriggio, scopro che su Paese Sera Franco Cordelli aveva titolato ‘È nato un nuovo Fregoli, si chiama Verdone. Accorrete a vederlo’. Ho pensato o gli ho fatto pena o gli è piaciuto veramente; mi hanno detto che Cordelli era severissimo. A quel punto Paolo Poli mi ha lasciato la sala di sopra che aveva 110 posti, recitando ‘Largo ai giovani!’. Così è iniziata la mia carriera”.

Tra gli altri progetti italiani presentati sul palco di Cinecittà, citiamo la serie Circeo, con Greta Scarano e Ambrosia Caldarelli, entrambe ospiti della serata. “Il mio avvocato sintetizza gli avvocati che hanno rappresentato Donatella ed è stato bellissimo incarnare le istanze del movimento femminista – dice la Scarano. “Donatella è una donna che ha fatto la storia con la sua battaglia – aggiunge la Caldarelli – Grazie a lei lo stupro è diventato un reato contro la persona e non più contro la morale». La serie è prodotta da Cattleya in collaborazione con VIS, divisione internazionale degli studi Paramount, Paramount+ e RAI Fiction.

E ancora la serie “Corpo libero”, definita un mix tra “Twin Peaks” ed “Euphoria”, con Filippo Nigro e Antonia Truppo, “Miss Fallaci” su Oriana Fallaci e “Bosé” sul mitico cantautore spagnolo, e infine “Francesco il Cantico2, realizzata da Roberto Benigni.

“Quattordici giorni” è invece il nuovo lavoro firmato da Ivan Cotroneo, accompagnato, per l’occasione, dai protagonisti, Carlotta Natoli e Thomas Trabacchi. Prodotto da Indigo Film, è una produzione italiana originale Paramount+. “Il film è tratto dal libro che ho scritto insieme a Monica Rametta. Si scoprono verità mai dette, è un balletto, una sinfonia, che mi sono divertito a dirigere. Sono 14 piani sequenza, in un appartamento con due soli attori, che permettono di entrare nel cuore dei personaggi” – spiega il regista e sceneggiatore. “Per noi questio film è stato un regalo, e i personaggi ci hanno insegnato qualcosa. Fare l’attore è sempre terapeutico– aggiunge Trabacchi. Mentre la Natoli sottolinea l’importanza del momento di autoscienza. Lavorare insieme come coppia ed esserlo nella realtà, litigando tutto il tempo, ha sollevato anche delle energie poco carine. Nostro figlio a volte ci chiedeva se stavamo provando o se era una vera discussione”.

Atteso poi su Paramount+, l’apprezzato “Ti mangio il cuore” di Pippo Mezzapesa, che segna il debutto, in veste di attrice, per Elodie. Il film è stato presentato alla 79esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, nella sezione Orizzonti.

Tra i celebri volti internazionali coinvolti durante la serata, Harrison Ford, Helen Mirren ed Anson Mount intervengono in video – rispettivamente per “1923” di Taylor Sheridan e per “Star Trek: Discovery” – mentre in carne e ossa fa la sua comparsa, accolto calorosamente dal pubblico, Sylvester Stallone, per la prima volta protagonista di una serie, dal titolo “Tulsa King”. “Gli Italiani sono nati artisti e fanno tutto meglio degli altri” – esordisce Sly – “C’è un mix di dramma e mistero, e io mi sento molto italiano. Sono partito dal basso. E solo con il fuoco italiano sono riuscito ad arrivare in alto, allo stile italiano”.

Altre due serie, come “The offer”, con Miles Teller, Matthew Goode, Giovanni Ribisi e Juno Temple, e “1883”, prequel di “Yellowstone”, arricchiscono l’offerta Paramount+, che già promette una “montagna di intrattenimento”.

© Riproduzione Riservata

Sabrina Colangeli


Pubblicato

in

da

Tag: