MY GENERATION – Recensione
“Non guardare indietro con rabbia….ma avanti con speranza… e mai mai mai sognare in piccolo!!”
My Generation, diretto da David Batty, scritto da Dick Clemente e Ian La Frenais, è l’ emozionate viaggio attraverso cui l’attore cinematografico britannico Michael Caine, vincitore di Oscar e BAFTA, ripercorre, illustrandone il percorso, la nascita e l’evoluzione della propria carriera artistica, avvenuta durante uno dei periodi più turbolenti della Londra classista degli anni ’60, profondamente provata dalle difficoltà economiche dovute al razionamento della seconda guerra mondiale e terminato solo sei anni prima, in cui la voce della nuova generazione cominciava a farsi sentire forte e chiara, esprimendo tutta la sua rabbia e voglia di vivere repressa.
Caine, allora ventisettenne e stella nascente del cinema, spiega e mostra le varie fasi del suo percorso di crescita, attraverso interviste ed immagini inedite di repertorio con icone simbolo dell’epoca quali: I Beatles, Twiggy, The Rolling Stone, David Hocney e molti altri, e dell’influenza esercitata da quest’ultimi sulla giovane classe operaia in pieno fermento ed ascesa.
Un classe che non arrendendosi, ed abbandonandosi, alle statiche ordinarie regole e principi societarie, si ribellava lottando con determinazione e coraggio, per affermare la propria identità, dando il via ad una vera sentita rivoluzione, in virtù del tanto desiderato, necessario cambiamento, con l’esplosione della Pop Art, espressione popolare dell’arte la quale spazzava via il grigiore del momento con i suoi mille colori, l’arrivo della scandalosa minigonna segnale, per alcuni aspetti, della presa di coscienza femminile, con la diffusione e l’uso di sostanze stupefacenti allucinogene.
Un periodo ricco di speranze e libertà realizzate, che vide emergere il mondo dei mass media grazie ai primi famosi fotografi, registi e creativi pubblicitari, con al centro della scena Michael Caine protagonista del docufilm, il quale debuttò nel lungometraggio del 1964 Zulù, e fù protagonista di film come Alfie (1964), Un Colpo all’Italiana (1969), e I Lunghi giorni delle aquile (1969), ammettendo la sua fortuna nell’interpretare questi ruoli a dispetto delle innumerevoli complicazioni incontrate dagli altri colleghi per farsi notare all’interno dell’ambiente.
My Generation testimonia una fondamentale era storica, dove ci si emozionava nel parlare guardandosi negli occhi e si protestava per difendere degli ideali concreti, una pellicola perfettamente riuscita ed emotivamente coinvolgente, in grado di trasmettere e far percepire ed assaporare, la forza dei sentimenti nei confronti di una visione futura positiva e moderna, e la spinta interiore che questa suscitava.
Distribuito da I Wonder Pictures sarà nelle sale in uscita evento dal 22 al 29 gennaio.
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