photocal doppiatori italiani e il regista Barry Jenkins Mufasa - Il Re Leone

Mufasa: Il Re Leone, le voci italiani raccontano l’emozione di entrare nell’Olimpo Disney

Le voci italiane di Mufasa: Il Re Leone hanno raccontato alla stampa l’emozione di entrare a far parte dell’Olimpo Disney.

In occasione della presentazione a Roma delle prime immagini di Mufasa: Il Re Leone, prequel del film del 2019 Il Re Leone che racconterà l’ascesa dell’amato re delle Terre del Branco, non solo nel corso dell’incontro stampa abbiamo potuto ascoltare le parole del regista Barry Jenkins, bensì anche le emozioni dei doppiatori italiani: Luca Marinelli voce di Mufasa, Alberto Boubakar Malanchino di Taka, Elodie di Sarabi, Edoardo Stoppacciaro del giovane Rafiki, Riccardo Suarez Puertas di Zazu, e Dario Oppido di Kiros.

Qui L’INCONTRO CON BARRY JENKINS: Mufasa: Il Re Leone, incontro stampa: Barry Jenkins: “Non capirò mai perché la Disney ha voluto che dirigessi questo film”

Nelle sale cinematografiche italiane il 19 dicembre: Mufasa il Re Leone, attraverso flashback Rafiki racconta la leggenda di Mufasa alla giovane cucciola di leone Kiara, figlia di Simba e Nala, con Timon e Pumbaa che offrono il loro caratteristico spettacolo. La storia presenta così Mufasa, un cucciolo orfano, perso e solo fino a quando incontra un leone comprensivo di nome Taka, erede di una stirpe reale. L’incontro casuale dà il via al viaggio di uno straordinario gruppo di sventurati alla ricerca del proprio destino: i loro legami saranno messi alla prova mentre lavorano insieme per sfuggire a un nemico minaccioso e letale.

Luca Marinelli phototocall Mufasa Il Re Leone
Luca Marinelli phototocall Mufasa Il Re Leone, foto @Disney

“Io sono stato e sono un grandissimo fan. Ricordo ancora il salto che ho fatto sulle poltrone del cinema quando è partito l’acuto iniziale del brano The Circle of Life, e avevo 10 anni, 30 anni fa quindi. Me lo ricordo ancora così come la meraviglia di quel film e credo di averlo visto 160 volte”, svela Luca Marinelli voce del giovane Mufasa. “Sono quindi partito da grandissimo fan e ora ci ritroviamo qui, dentro l’Olimpo. Sono molto contento anche perchè ho una piccola schiera di nipoti meravigliosi che forse lo vedranno negli anni o forse no, chi lo sa, ma credo proprio di si. Un mio amico mi ha detto: ‘tu lo sai che adesso ti chiameranno tutti gli amici con i figli per mandare a letto i bambini con la voce di Mufasa?’. Beh sono molto felice e ringrazio a chi è venuta in mente questa idea”.

“E’ molto bello che questa opportunità sia arrivata in questo momento. Io divido la vita un po’ come in tre atti: il primo atto si conclude a 40 anni, come uno spettacolo teatrale, poi il secondo atto va dai 40 agli 80, e il terzo atto va dagli 80 a X”, dice Luca Marinelli in merito a cosa direbbe a lui bambino. “Secondo me il secondo atto è il più bello, è lo svolgimento del plot e questa opportunità che è arrivata in una qualche maniera mi da la possibilità di guardare un po’ a quel bambino di 30 anni fa e il fatto di dire andrà tutto bene è bellissimo, anche perché io pensavo di non arrivare a 40 anni. E non sto scherzando, a 14 anni pensavo questa cosa non so perché. Quindi l’andrà tutto bene è una cosa meravigliosa, ma soprattutto penso che mi piacerebbe dirgli, perché poi bene o male l’ho confermata questa cosa, ‘vai verso il tuo Milele’, cosa che ho fatto nella mia vita e nella mia carriera ma come nel film non l’ho fatto da solo, bensì assieme alla mia famiglia, alle colleghe e ai colleghi, e poi gli direi: ‘Oh tra 30 anni lo doppi te Mufasa’”.

In merito al personaggio Marinelli rivela: “Per quanto mi riguarda mi sono ispirato molto ai miei ricordi del Mufasa che conoscevo, e mi ha emozionato tanto il fatto aver interpretato la versione giovane di quella che abbiamo visto 30 anni fa di un grandissimo Vittorio Gassman, perché se parliamo dell’Olimpo, lui nel mio personale Olimpo è tra le divinità. Sapere di fare la parte giovane di quel personaggio mi ha emozionato tantissimo, e ciò che ricordo di quell’interpretazione in particolare sono tutti quei momenti di dolcezza e di grande sensibilità che venivano fuori, e che da bambino erano un balsamo meraviglioso”.

Elodie phtotocall Mufasa Il Re Leone
Elodie phtotocall Mufasa Il Re Leone, foto @Disney

“Ovviamente sono orgogliosissima e mai avrei immaginato di fare tutte queste cose incredibile e di avere tutte queste opportunità lungo questa carriera assurda, quindi meglio di una leonessa non potevo chiedere”, afferma Elodie voce di Sarabi. “Spero di essere stata all’altezza perché questo non è il mio mestiere e per fortuna avevo accanto a me delle persone pazienti, e sono felicissima di aver dato la voce a Sarabi”.

“Non avrei mai immaginato tante cose di quello che sta accadendo nella mia vita. Io mi sono sempre sentita un piccolo cucciolo di leone, ho sempre pensato che aggredire in qualche modo fosse il primo modo per difendersi, e mi fa sorridere il fatto che poi mi ritrovo sempre a fare delle cose che mi somigliano”, confessa Elodie. “In realtà sto imparando a gestire questa paura di tutto ciò che è esterno, di non essere all’altezza, di non essere abbastanza, di non essere capita quindi sto cercando di fare il giro contrario e probabilmente questo ruolo è arrivato proprio in un momento di serenità e di comprensione dei miei limiti, e che sto abbracciando”.

Alberto Boubakar Malanchino phtotocall Mufasa Il Re Leone
Alberto Boubakar Malanchino phtotocall Mufasa Il Re Leone

Alberto Boubakar Malanchino è la voce di Taka spiega. “E’ sempre complicato lavorare con la propria voce, anche se non sempre è solo una questione di voce, dal momento che quando siamo in sala, e i miei colleghi con un po’ più di esperienza me lo potranno confermare, c’è sempre una dimensione psichica e fisica che forse rende tutto più difficile, perché a dare il tuo approccio tuo c’è la tecnica, la competenza e la passione che devono però essere tutte al servizio di un altro essere umano che ha fatto quel lavoro prima di te. Quindi è questione di voce a 360° in cui si tratta di riuscire a usare quella macchina in un modo diverso rispetto al teatro, al set, ma il cuore e la passione rimangono sempre le stesse. E’ una grande scuola quella del doppiaggio che se fatta con sensibilità e coscienza, come è successo in questo caso, può far diventare degli attori e delle attrici ancora più bravi”.

Anche Malanchino svela cosa direbbe al lui bambino. “Io vorrei dire al bambino che guardava Il Re Leone con il VHS di non avere paura e di andare avanti, che i sogni esistono si possono realizzare e portano anche tantissime responsabilità, quindi bisogna avere anche una grande concretezza e solidità nelle proprie ambizioni e in quello che si vuole fare. Io vengo da un paese di provincia di Milano, sono nato negli anni ’90 da una coppia interrazziale e avevo un sacco di cose contro nella mia carta di identità iniziale, e sto riuscendo a confermare al me stesso del passato che invece tante porte si possono aprire”.

“Spero che questo elemento possa dare forza a tante ragazze e tanti ragazzi che vengono da condizioni diciamo più fragili. Sono molto contento e grato di avere la famiglia che ho, che mi ha sempre sostenuto, e forse se potessi tornare indietro più che a me stesso, che sono sempre riuscito a immaginarmi e proiettarmi nel futuro, forse direi qualcosa ai miei amici quando erano più piccoli. Ho visto tanti che non sono riusciti a trovare il loro Milele personale, a fare quel salto per questioni di lealtà verso qualcosa o qualcuno o una società. Io come ho detto sono molto grato di quello che sto facendo, ci sono ancora tante vette da scalare, e quindi darei un abbraccio per rincuorare tutte quelle persone che mi sono state affianco durante tutti questi anni”.

Riccardo Suarez Puertas phtotocall Mufasa Il Re Leone
Riccardo Suarez Puertas phtotocall Mufasa Il Re Leone

“Per me interpretare un personaggio così divertente che allo stesso tempo è un po’ la mascotte, la spalla della situazione, è stato molto divertente”, rivela Riccardo Suarez Puertas voce di Zazu. “Io faccio questo lavoro da tanto tempo, e il nostro è po’ un gioco di ruoli perchè magari in una stessa giornata fai un malvagio e nel pomeriggio un uccello buffo con una voce stridula. E’ tutto molto divertente ma la cosa che più mi emoziona e il fatto di aver lavorato a un prodotto così importante che ci ha segnati tutti. Da piccolo quando guardavo la cassetta de Il Re Leone già facevo questo lavoro, anche se con ruoli piccoli perché ero all’inizio della mia carriera, e solo l’idea di poter dire a quel bambino che un giorno poteva succedere una cosa del genere, penso che mi avrebbe fatto implodere sul momento”, afferma Puertas riferendosi al lui bambino. “Ma soprattutto gli direi, un po’ come Zazu, che le cose andranno bene e anche se manca ancora la sicurezza di quell’armatura per stare al mondo che si costruisce nel tempo, sai che c’è qualcosa dentro che ti dice che hai un ruolo e devi dimostrare qualcosa. Gli direi non preoccuparsi e di continuare imperterrito nella sua strada e di crederci, perché andrà tutto bene e anche nei momenti difficili ci sarà la luce alla fine”.

Edoardo Stoppacciaro phtotocall Mufasa Il Re Leone
Edoardo Stoppacciaro phtotocall Mufasa Il Re Leone

Edoardo Stoppacciaro invece è la voce di Rafiki, e riguardo al suo personaggio svela. “Rafiki è un personaggio di un fascino e di una dolcezza nel suo essere sempre, non voglio dire sopra le righe, ma quasi irridente in alcuni momenti, perché ha questa dimensione di profonda saggezza e profonda comprensione del visibile e dell’invisibile che lo porta ad avere sempre uno sguardo molto disteso e sereno anche nei frangenti più catastrofici, apparentemente irrimediabili. Lui sa che in qualche modo le cose si sistemeranno, e di fronte alle preoccupazioni, alle ansie, alle intemperanze giovanili degli altri membri di questa compagnia vera e propria, che si spinge all’avventura, lui a volte lo sfotte e a volte li incoraggia sempre con questa saggezza e profondo rispetto dell’interlocutore e di tutto ciò che lo circonda”,

Spiega Stoppacciaro parlando di Rafiki. “Per me è stato davvero un grande viaggio avvicinarmi a Rafiki, un viaggio molto particolare perché con un personaggio del genere era molto facile cadere nella macchietta e nel fare il personaggio buffo e goffo della compagnia che poi ha poca sostanza. Invece grazie a chi mi ha guidato ho trovato una dimensione profondamente umana del personaggio. Poi ovviamente c’è l’emozione, essendo io un fan sfegato dei classici Disney fin da quando ero piccolo, nel pensare che in un personaggio iconico come Rafiki, che ci ha raccontato e fatto conoscere la sua storia dal classico del ’94, passando poi per il live-action fino alle varie animazioni, i video giochi e adesso per questo nuovo film, ci sia ora anche un pezzetto di me, la mia voce. Mi emoziona profondamente”.

“Io mi sono avvicinato al mestiere di doppiatore avendolo amato e stato fan per tanti anni. Ho iniziato da grande a 20 anni, ed era un mestiere che amavo così tanto da non arrivare neanche a pensare di poterlo fare un giorno. E il bambino che ero è quel piccolo Edoardo che aspetta i titoli de Il Re Leone per riconoscere le voci, e mi piacerebbe dirgli rafikianamente andrà tutto bene”.

Dario Oppido phtotocall Mufasa Il Re Leone
Dario Oppido phtotocall Mufasa Il Re Leone

Infine Dario Oppido è la voce di Kiros. “Io sono uno abbastanza specializzato nei cattivi che sono abbastanza liberatori perché puoi osare molto, puoi buttarti proprio fuori, questo però è stato un cattivo completamente diverso. Sono riuscito a vivermi, nonostante lui sia cattivo, i momenti del dramma legati alla perdita del figlio, e quindi sono riuscito a scorgere questa vena di amarezza anche in un cattivo cavalcando quei sentimenti dell’originale, ed è stato molto intenso. Per me è un grandissimo onore essere diventato la voce di un cattivo della Disney”.

“Devo il mio 75% della mia cultura personale ai giornalini di topolino, quindi parlare di Disney per me vuol dire parlare di qualcosa che è enorme nell’ambito della mia esistenza. Il Re Leone non me lo sono vissuto da bambino, però ho avuto la fortuna e la voglia di farlo vedere ai miei figli. Mi vengono in mente tante cose, mi viene in mente Gassman, con un’interpretazione al di fuori del normale in un momento della sua vita incredibile, e mi vengono in mente tutte le persone che fanno parte della nostra vita animate dalla stessa passione”, conclude Oppido.

Unendo tecniche cinematografiche live-action con immagini fotorealistiche generate al computer, Mufasa: Il Re Leone è prodotto da Adele Romanski & Mark Ceryak, mentre Peter Tobyansen è il produttore esecutivo.

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Emanuela Giuliani


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