“Morbius” – Recensione: i pochi contro i molti
Arriva finalmente nelle sale italiane, il 31 marzo, prodotto da Sony Pictures e distribuito da Warner Bros. Entertaimente Italia: “Morbius”. Il cinecomic, adattamento cinematografico dei fumetti Marvel Comics, scritto da Matt Sazama e Burk Sharpless, diretto da Daniel Espinosa e prodotto da Sony Pictures, che vede il premio Oscar Jared Leto nei panni di uno dei personaggi più enigmatici e tormentati dell’Universo Cinematografico Marvel, ovvero il dottor Michael Morbius.
Infetto da una rara e pericolosa malattia del sangue, il dottor Michael Morbius, determinato a salvare chiunque sia destinato a subire la sua medesima sorte, decide di tentare il tutto per tutto. Tuttavia, quello che inizialmente sembra essere un successo, ben presto si rivela un rimedio potenzialmente più pericoloso della malattia stessa, e dentro di lui si scatena l’oscurità. Morbius infatti, dopo aver combinato il suo sangue con il DNA di una particolare specie di pipistrelli del Costa Rica si trasforma in un vampiro, la cui sete di sangue umano diventa così forte tanto da che resistere sarà sempre più difficile per lui. Riuscirà il bene a prevalere sul male o Morbius soccomberà ai suoi nuovi misteriosi impulsi?
“Sono attratto dai ruoli in cui c’è un’opportunità di trasformarsi, che sia fisica, mentale, emotiva, o qualsiasi tipo di trasformazione” – ha dichiarato Jared Leto affiancato nel film da Matt Smith, Adria Arjona, Jared Harris, Al Madrigal e Tyrese Gibson – “Ho interpretato il dottor Michael Morbius a partire dal suo aspetto più fragile fino a quello più potente e più mostruoso. Il personaggio di Morbius ha davvero una grande profondità ed è stato molto divertente da affrontare. Non solo il film ha azione, acrobazie e combattimenti, ma il ruolo stesso del “vampiro vivente” è stato molto impegnativo. Ogni volta che si trova ad affrontare il suo tormento interiore, viene afflitto da una lacerazione tra le diverse parti del personaggio, come fosse un processo di astinenza.”
“Jared Leto era l’unico attore che poteva davvero interpretare il ruolo di Morbius” – ha invece affermato il regista Daniel Espinosa – “Non è stata una vera e propria scelta, si è trattato più di predestinazione.”
“Qualcosa dentro di me mi spinge a consumare sangue”
Dopo le critiche negative giunte in anteprima dagli Stati Uniti, le incertezze su una visione deludente di “Morbius” si erano fatte sempre più insistenti. Timori purtroppo in parte confermati da una pellicola piacevole ma onestamente dalle evidenti, forse troppe, mancanze, priva di quel trascinante coinvolgimento ed entusiasmo che ci si aspetta da un cinecomic a causa di una narrazione e rappresentazione scenica frettolosa, spesso confusionaria, che limita l’enorme potenziale di un personaggio estremamente intrigante e dalle origini non molto conosciute.
Un ritratto quello costruito in “Morbius” invece, fin troppo semplicistico e incoerente nei confronti di una figura dalla complessa e conflittuale personalità, creata dallo scrittore Roy Thomas e dell’artista Gil Kane nel 1971, che si muove sul sottile e fragile confine che c’è tra l’eroe e il villain, tra il bene e il male, ed il cui fascino, racchiuso nelle sue molte ombre e poche luci necessitava di un approfondimento accurato che lo facesse emergere, in modo tale da trascinare lo spettatore nel suo tenebroso e inquietante vortice.
“Siamo spartani. I pochi contro i molti”
Emanuela Giuliani
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