La recensione di Monsters and Men, il film di Reinaldo Marcus Green, presentato alla Festa del Cinema di Roma 2018.
“MONSTERS AND MEN”, presentato in Selezione Ufficiale alla passata Tredicesima Edizione della Festa del Cinema di Roma e vincitore al Sundance Festival 2018 del Premio Speciale alla Giuria, rappresenta un debutto alla regia straordinario e audace di Reinaldo Marcus Green. Con una sensibilità toccante, il film affronta le difficoltà e i pregiudizi legati all’integrazione sociale, offrendo uno spunto di riflessione profonda sulla tendenza della società a giudicare e condannare facilmente, spesso senza considerare le sfumature della realtà e senza concedere spazio alla comprensione.
La pellicola è un atto di coraggio, in cui Green si confronta con una delle problematiche più urgenti dei nostri tempi: la violenza e le ingiustizie razziali. La storia ruota attorno ad un tragico episodio, sempre più ricorrente nelle cronache quotidiane, in cui un uomo di colore disarmato viene ucciso ingiustamente dalle forze dell’ordine, dopo una lite in una strada del quartiere di Bed-Stuy a Brooklyn. Questo angolo di città, come altre aree urbanizzate con forti comunità di colore, è segnato da legami stretti tra i suoi abitanti, che si trovano a dover fare i conti con una violenza sistemica che non risparmia nessuno.
Green costruisce il film attraverso tre prospettive principali, che ci permettono di esplorare diverse reazioni e sentimenti derivanti dall’aggressione. Manny, il testimone oculare interpretato da Anthony Ramos, riprende l’incidente con il suo smartphone, offrendo uno sguardo diretto e disarmante sull’accaduto. A questa visione si aggiungono il punto di vista di un ufficiale di polizia, interpretato da John David Washington, noto per la sua interpretazione in “BlacKkKlansman” di Spike Lee, e quello di un giovane promettente giocatore di baseball, interpretato da Kelvin Harrison Jr. L’alternarsi di queste prospettive non solo arricchisce la narrazione, ma contribuisce a rendere ancora più potente l’urgenza di comprendere le tensioni razziali in atto e le speranze di chi, nonostante tutto, continua a lottare per un cambiamento positivo.
“MONSTERS AND MEN” riesce a raggiungere pienamente gli obiettivi prefissati, non deludendo le aspettative. La pellicola tocca le coscienze degli spettatori con una forza innegabile, mantenendo il focus sulla crudezza di una situazione ormai incontrollabile, in cui ciascun individuo può essere sia vittima che carnefice. La rappresentazione scenica e narrativa si fa essenziale, nuda e cruda, evitando inutili eccessi di violenza che potrebbero sviare il messaggio del film. Non c’è spazio per scene forvianti che distorcerebbero la veridicità della storia; Green ci offre una rappresentazione autentica, che non necessita di artifici per scuotere lo spettatore.
In conclusione, “MONSTERS AND MEN” è un’opera che con determinazione e coraggio affronta temi dolorosi, senza mai scendere a compromessi sulla verità e sull’essenza di ciò che racconta. Una pellicola che lascia il segno, spingendo alla riflessione e alla consapevolezza, proprio quando la nostra capacità di giudicare rischia di divenire troppo superficiale.
© Riproduzione Riservata
Emanuela Giuliani
Il Voto della Redazione: