La recensione della prima stagione dell’attesa serie Netflix del regista Tim Burton: Mercoledì, con protagonista Jenna Ortega.
È finalmente approdata su Netflix Mercoledì, la serie in live action che segna il debutto di Tim Burton dietro la macchina da presa di un progetto televisivo. Presentata in anteprima europea il 31 ottobre 2022, in occasione del Lucca Comics & Games, la serie ha attirato immediatamente l’attenzione di stampa e fan, impazienti di vedere come il celebre regista avrebbe reinterpretato l’universo della Famiglia Addams.
Qui il resoconto dell’Incontro Stampa: “Mercoledì” – Incontro Stampa: una reietta tra i reietti, Tim Burton presenta la serie al Lucca Comics & Games 2022
La serie, composta da otto episodi, è un mystery thriller dagli accenti sovrannaturali e investigativi, che ruota attorno alla figura iconica di Mercoledì Addams, vestita, con sorprendente efficacia, da Jenna Ortega, che regala una performance intensa, capace di bilanciare l’aplomb glaciale del personaggio con nuove sfumature emotive, mai esplorate prima in profondità.
Ambientata alla Nevermore Academy, un istituto per “emarginati” e creature fuori dal comune, la trama segue Mercoledì alle prese con la scoperta dei propri poteri paranormali, l’indagine su una serie di brutali omicidi che minacciano la comunità locale, e un mistero legato al passato oscuro dei suoi genitori, risalente a venticinque anni prima. Tuttavia, il fulcro emotivo della serie risiede nel percorso interiore della protagonista: l’isolamento, la difficoltà di socializzazione, e quel senso di “diversità” che la spinge a rifiutare i codici imposti dalla società, preferendo un mondo in bianco e nero dove poter rimanere fedele a se stessa.
È proprio questa tematica — l’essere diversi in un mondo che impone omologazione — a rendere Mercoledì un prodotto in cui molti adolescenti possono ritrovarsi. Il disagio esistenziale, l’autoisolamento, e l’apparente impassibilità dietro cui si cela una profonda vulnerabilità, sono elementi che la serie tratta con sensibilità, seppur filtrati da una narrazione a tratti convenzionale.
Nonostante l’interessante esplorazione psicologica e sociale, la serie risente di una certa discontinuità stilistica. I primi quattro episodi, diretti da Tim Burton, si distaccano dalle sue tipiche atmosfere gotiche e visionarie, deludendo le aspettative dei fan più fedeli al suo inconfondibile tocco estetico. I successivi episodi, affidati a Gandja Monteiro e James Marshall, proseguono su un tono più televisivo e meno autoriale, contribuendo a un senso generale di disorientamento rispetto alle premesse iniziali.
Il risultato è una serie teen che si muove tra horror comedy e drama scolastico, ben costruita nella struttura narrativa ma priva di quella cifra stilistica che ci si sarebbe aspettati da un nome come Burton. L’originalità e la forza evocativa lasciano talvolta spazio a cliché di genere, e l’empatia verso i personaggi fatica a mantenersi costante lungo l’intera stagione.
L’elemento che realmente fa la differenza è la prova attoriale di Jenna Ortega, la quale con uno sguardo, un gesto, una postura, riesce a dare profondità a un personaggio che rischiava di diventare una caricatura. La sua Mercoledì è tagliente, ironica, introspettiva, e finalmente umana: un equilibrio difficile da raggiungere, che Ortega gestisce con grande maturità.
Accanto a lei, troviamo un cast d’eccezione: Catherine Zeta-Jones nel ruolo di Morticia, Luis Guzmán come Gomez, Isaac Ordonez nei panni di Pugsley e Fred Armisen nei panni di un inedito Zio Fester. A completare il gruppo: Gwendoline Christie (preside Larissa Weems), Jamie McShane (lo sceriffo Galpin), Percy Hynes White, Hunter Doohan, Emma Myers, Joy Sunday, e un gradito ritorno: Christina Ricci, indimenticabile Mercoledì degli anni ’90, qui nel ruolo di Marilyn Thornhill.
Sotto la guida degli showrunner Alfred Gough e Miles Millar, già noti per Smallville, Mercoledì riesce a conquistare un pubblico giovane, proponendo una riflessione sull’identità e sull’emarginazione, pur sacrificando parte della poetica visiva che avrebbe potuto renderla davvero unica.
In conclusione, Mercoledì è una serie che intrattiene e, a tratti, commuove, nonostante non lasci il segno come avrebbe potuto mancando quel tocco di genio e originalità burtoniana che avrebbe potuto farne un capolavoro. Tuttavia, rimane però la magnetica interpretazione di Jenna Ortega, vero cuore pulsante di uno show che, pur con qualche inciampo, sa ancora parlare alle emozioni di chi si è sentito almeno una volta fuori posto.
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Giuliani Emanuela
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