“MARTIN EDEN”, Luca Marinelli protagonista dell’adattamento diretto da Pietro Marcelli – Recensione e Press Conference
Dopo aver salvato da un pestaggio Arturo, giovane rampollo della borghesia industriale, il marinaio Martin Eden viene ricevuto nella casa della famiglia del ragazzo. Qui conosce Elena, la bella sorella di Arturo, di cui si innamora al primo sguardo. La giovane donna, colta e raffinata, diventa non solo un’ossessione amorosa ma il simbolo dello status sociale cui Martin aspira a elevarsi. A costo di enormi fatiche e affrontando gli ostacoli della propria umile origine, Martin insegue il sogno di diventare scrittore e, influenzato dal vecchio intellettuale Russ Brissenden, si avvicina ai circoli socialisti, entrando per questo in conflitto con Elena e il suo mondo borghese.
Approderà nelle sale cinematografiche italiane il 4 settembre l’adattamento cinematografico diretto da Pietro Marcello: “Martin Eden”, presentato in concorso per il Leone d’Oro alla 76esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
“Nel romanzo ho trovato un racconto universale, la storia di un ragazzo che diventa uomo, si emancipa e riscatta attraverso la cultura. E’ la storia in un certo senso di Jack London, e di tanti di noi” – dichiara Pietro Marcello – “Lessi questo romanzo su suggerimento di Maurizio Braucci, il quale mi disse che mi sarebbe piaciuto, ed a distanza di vent’anni abbiamo deciso di realizzare questa liberissima trasposizione ambientata a Napoli. Nel film sono presenti molti materiali di archivio, sia miei che di repertorio, una scelta che ho preso assieme ai miei montatori al fine di raccontare in modo veritiero il novecento” – conclude – “Essere a Venezia è un po’ come scendere nella fossa dei leoni. Ma questo vuol dire che il film è stato accolto dalla Mostra. E’ un momento di epifania per noi che siamo qui per partecipare, il concorso poi è una roulette.”
“Ci siamo poggiati sulle spalle di Jack London, il primo grande scrittore di massa e attivista socialista, il quale aveva anticipato delle importanti riflessioni, ossia, il fatto che un grande autore dell’industria culturale crede di usare l’industria ma alla fine è questa che usa lui, traendone, di conseguenza, un’esperienza di sofferenza. Il conflitto che c’è tra fare la cultura e cercare di fare politica per migliorare il mondo, chiedendosi come riuscire a ricavare dall’arte qualcosa di utile per chi ne è escluso. E il valore delle persone” – afferma invece Maurizio Braucci autore della sceneggiatura assieme al regista – “L’adattamento è in grande sintonia con il romanzo. London, come lui stesso affermò, scrisse questo romanzo per raccontare i rischi dell’individualismo e del novecento dal punto di vista politico, con la possibilità che l’esaltazione dell’individualismo porti ad un liberismo sfrenato. Nello stesso tempo però annullare la persona porta ai rischi che appartengono allo stalinismo, e London questo lo aveva intuito.”
E’ inutile negare le enormi difficoltà che comporta portare sul grande schermo la trasposizione di un libro di tale importanza e grandezza. Il timore di non riuscirne ad esprimere, trasmettere e far percepire le forti emozioni strettamente personali suscitate dallo scritto, tentando in qualche modo di unificarle non deludendo, bensì accomunando i lettori sono infatti altissime. Marcelli però con “Martin Eden” centra l’obbiettivo, donando alla visione la propria persona impronta ed identità, non distaccandosi dal libro. Costruendo, sviluppando e rappresentando la vicenda in modo curato, nonostante alcuni sbalzi e vuoti temporali che possono disorientare, grazie anche alla profondità delle immagini in grado di far emergere la sentita emotività del momento.
Interprete del protagonista, di questa coraggiosa e, senza alcun dubbio, impegnativa sfida, Luca Marinelli, il quale attraversa il Novecento, o meglio una “crasi”, libera da coordinate temporali, ambientata non più nella California, come lo scritto, bensì in una Napoli rappresentante qualsiasi città portuale italiana e non.
“Ero molto emozionato all’idea di dover incontrare Pietro Marcelli, perché dopo la visione di “Belle e Perduta” ricordo solamente le mie lacrime e il mio desiderio di poter lavorare con lui” – svela Luca Marinelli – “Il lavoro sul personaggio per me è iniziato dalla lettura del libro e delle prime sceneggiature. Ricordo il primo script molto ricco, erano quasi 300 pagine, non lasciava fuori nulla. Il romanzo e la sceneggiatura parlavano in un certo senso parlava con me, è stato un lavoro tra anime. Martin Eden è un avventuriero che affronta la vita, colpito dalla fascinazione della cultura, attraverso cui vuole riscattarsi. Ma che nel momento in cui arriva alla vetta della montagna, trova qualcosa che non immaginava ce he non lo soddisfa più bensì lo delude. Così come le tante insoddisfazione e frustrazioni incontrate lungo il cammino che lo porteranno a perdersi.”
Accanto alla figura di Martin Eden troviamo Russ Brissenden, il cui volto è quello di Carlo Cecchi, presente anche lui all’incontro stampa a Venezia, in quale descrive così il proprio personaggio.
“Il mio personaggio, è un cinico semianarchico, una sorta di stranissimo mentore che cerca di intervenire sul destino di Martin Eden, spingendolo verso il socialismo, quando vede che l’individualismo sta prendendo il sopravvento e può distruggere il giovane.”
Infine c’è Jessica Cressy nel ruolo della bella Elena, amore di Martin.
“Elena è imprigionata nella sua classe sociale, ha la sua visione su cosa è la letteratura, la vita, i modi di fare e su tutto ciò che la circonda. Con Pietro abbiamo lavorato sul personaggio attingendo al cinema dell’est Europa e francese, così come sulla musica.”
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