Presentato al Castiglione Cinema 2023 Marcel! il primo lungometraggio di Jasmine Trinca, un racconto a metà tra realismo e metafora
Jasmine Trinca è il volto attoriale al femminile più importante della sua generazione nel nostro paese. Lo ha dimostrato in una carriera di enorme caratura fin dagli inizi, continuata lavorando con i più grandi registi italiani e con collaborazioni di valore Oltralpe. Marcel! presentato all’ultimo Festival di Cannes, è il suo primo film ed è un esordio molto incoraggiante per freschezza, creatività e anche per la schiettezza con ci parla di rapporti umani in senso reale e non, per come mette l’arte davanti a tutto e in fondo alla classifica ad un tempo.
La lotta di una figlia per riprendersi una madre
Marcel! è strettamente connesso alla sua prima regia, il cortometraggio Being My Mom di tre anni fa, ma è soprattutto un’opera personale, strettamente connessa alla vita dell’autrice, alla figura materna che ha segnato la sua vita in virtù di un’atipicità che risplende in una come al solito bravissima Alba Rohrwacher.
Lei è la madre della piccola protagonista (Maayane Conti, davvero bravissima) ed è un’attrice e artista intrappolata nella ripetitività dell’esistenza in un piccolo borgo, di cui è sostanzialmente la “matta del villaggio” o quasi. Di base è quella che in gergo una volta si sarebbe definita una fricchettona, impegnata in una teatralità dentro e fuori dal palco dove appaiono netti i legami con Pina Bausch, con la volontà di esprimere un’energia a metà tra il giocoso e l’estremo. La figlia suona il sassofono, di base fa da assistente alla madre, fissata con i tarocchi, con il sentirsi diversa dalla norma, madre assolutamente assente che dedica tutte le proprie attenzioni a Marcel, il piccolo cane attorno a cui ruota il suo iter creativo.
Tra povertà, emarginazione e l’eterna sensazione di sentirsi assolutamente indesiderata, per la figlia infine arriverà il momento di un gesto estremo, con cui cercare di reclamare un legame che non sa come coltivare, una madre che la vede come una sorta di estranea. Attorno a lei, costretta a prendersi doveri e responsabilità enormi, mentre ammira questo spirito anarchico fuori dal tempo coccolare quel cane come fosse il vero figlio, si muove un universo che pare non capire, non comprendere, il dramma della sua esistenza. Ma davvero è così? Oppure alla bimba mancano pezzi per completare un puzzle affettivo di cui ignora elementi chiave?
Un film di formazione profondamente autentico
Marcel! è un film in cui si avverte una sorta di profonda connessione con ciò che fu agli inizi la Archibugi, ma anche con i film della Golino, di Bonello, ma in cui la Trinca riesce a fare del silenzio un elemento eloquente dell’iter narrativo. Oltre alla Rohrwacher e alla piccola Conti, il cast conta camei di lusso da parte di Valentina Cervi, Paola Cortellesi, Valeria Golino, Giovanna Ralli, Umberto Orsini e Giuseppe Cederna. Ognuno di loro rappresenta un brandello di verità o di opinione, il bene o il male o semplicemente la distrazione e autoreferenzialità del vivere, la stessa che la piccola protagonista cerca di distruggere. La componente fiabesca in realtà lascia il passo ad un film che è in tutto e per tutto vissuto attraverso gli occhi della piccola protagonista.
In questo, Marcel! può sicuramente vantare una freschezza e genuinità di visione importante e più unica che rara nel nostro cinema contemporaneo. Molto accattivante visivamente, diviso in capitoli che richiamano per descrizione e natura ai tarocchi, è un mix di razionalità e sentimento, di scoperta e deduzione. Il tormentato rapporto madre-figlia va incontro ad un’evoluzione di grande sensibilità, benché in certi momenti forse la Trinca sottovaluti i dialoghi rispetto alle immagini, rendendo difficoltosa a tratti la fruizione, il tutto non perde coerenza e coesione. Permane anche la conflittualità di un rapporto tra arte e vivere che è ora elevato ora affondato, visto come una sorta di scusa per un eccesso di libertà che diventa eccesso di egoismo e autoreferenzialità. La Trinca non ci dà però risposte tranne quelle dei sentimenti, della difficoltà del vivere assieme. Niente male come prima prova, ora vedremo se ce ne saranno delle altre che vadano oltre il personale messo sullo schermo.
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Giulio Zoppello
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