“Madres Paralelas”: Pedro Almodovar racconta le sue donne imperfette
Dopo il Leone d’Oro alla Carriera ricevuto nel 2019 e a due anni dall’emozionante “Dolor y Gloria”, Pedro Almodovar torna alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia con una nuova emozionante opera. “Madres Paralelas”, film di apertura di questa 78esima edizione, è un dramma ricco ed intimo, con al centro della scena donne e madri ‘imperfette’, come definite dallo stesso regista premio Oscar, il quale, sempre con la sua consueta sensibilità e profondità, esplora e racconta un mondo femminile differente da quello fin ora da lui affrontato e mostrato.
Protagoniste di “Madres Paralelas” due personaggi, due donne per l’appunto Janis e Ana. Le due condividono la stanza di ospedale nella quale stanno per partorire. Sono due donne single, entrambe in una gravidanza non attesa. Janis, di mezza età, non ha rimpianti e nelle ore che precedono il parto esulta di gioia. Ana invece è un’adolescente spaventata, contrita e traumatizzata. Janis tenta di rincuorarla mentre passeggiano tra le corsie dell’ospedale come delle sonnambule, e le poche parole che scambiano in queste ore creeranno un vincolo molto forte tra loro e il fato, nel fare il suo corso, complicherà in maniera clamorosa le loro vite.
“Ora mi interessano di più le madri imperfette, o le madri che vivono un periodo molto complesso da risolvere, soprattutto perché le madri precedenti erano completamente diverse, nel senso che erano molto più ispirate. Mia mamma e tutte quelle figure femminile che mi hanno educato e tirato su quando io ero piccolo, come ad esempio le vicine di casa, sono tutte donne e madri onnipotenti che venivano da questa prima educazione che ho ricevuto” – ha dichiarato Almodovar nel corso della conferenza stampa – “Il personaggio di Penelope invece è più complesso, e più lo era era e più mi interessava perché effettivamente significava una vera e propria novità per me. Il personaggio era difficile ma secondo l’esperienza che io ho vissuto con le vere madri della mia vita, alcune delle quali non avevano l’istinto materno, si trattava di tante madri diverse e in questo momento mi interessava raccontare questo tipo di madri ‘imperfette’.”
Dalla gioia di essere madre alla paura di esserlo. Dalle gravidanze inattese a quel legame speciale che si crea fin dal primo momento tra la mamma e la propria bambina. Dal valore del ruolo genitoriale, alla difficoltà causata dall’improvviso cambiamento al voler riprendere in mano la propria vita e indipendenza, passando per la perdita ed una nuova rinascita, con la donna che affronta dolorosamente se stessa, i suoi errori, segreti, fragilità e rabbia.
Storie che si intrecciano e uniscono e attraverso cui Almodovar, che non delude le aspettative bensì stupisce e sorprende ancora una volta, racconta anche la sofferenza dei familiari di tutti quegli uomini e donne uccisi dai falangisti durante la guerra civile di Spagna. Una delle pagine più cupe della storia spagnola. Una ferita ancora aperta e che forse mai si rimarginerà.
“La memoria storica è una questione ancora in sospeso nella società spagnola, perché la società spagnola ha un debito morale enorme nei confronti delle famiglie dei desaparecidos, di queste persone che sono state sotterrate in fosse comuni quindi assolutamente prive di dignità” – afferma Almodovar – “Questo argomento è stato sempre per me molto importate alla quale sono stato sempre sensibile, e nel momento in cui abbiamo iniziato a lavorare a questo film non n si parlava di questo argomento, c’è stata una legge relativa alla memoria storica nel 2007 con Zapatero ma era assolutamente incompleta, dal punto di vista economico infatti le poche riesumazione che sono state fatte erano dovute ad iniziative private e quindi volevo semplicemente dare visibilità a questo tema. Francamente perché ritengo che in Spagna dopo 85 anni fino a quando non sarà pagato questo debito nei confronti dei desaparecidos secondo me non possiamo definitivamente chiudere tutto ciò che è successo all’epoca.”
“Madres Paralelas”, nelle sale cinematografiche spagnole a settembre e in quelle statunitensi dal 24 dicembre, riscopre quindi l’universo femminile, la maternità e la famiglia, ed è interpretato da: Penelope Cruz, Milena Smit e Aitana Sánchez-Gijón volti delle tre madri della storia, Israel Elejalde il ruolo del personaggio maschile, Julieta Serrano e Rossy de Palma.
Prodotto da El Deseo, con la partecipazione di RTVE e Netflix, in Italia il film sarà distribuito il prossimo autunno nei cinema italiani daWarner Bros. Pictures.
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