scena madame web

Madame Web, la recensione: un flop ampiamente previsto

La recensione di Madame Web, il film con protagonista Dakota Johnson nelle sale cinematografiche dal 14 febbraio.

Con l’avvicinarsi dell’uscita nelle sale, lo scetticismo e i dubbi sul possibile fallimento di Madame Web si erano fatti sempre più insistenti, fino a trasformarsi in una certezza ancora prima del debutto. Certezza che, purtroppo, si è tristemente concretizzata. Nei cinema il 14 febbraio, Madame Web ha confermato il declino dello studio Sony, ormai in caduta libera verso un baratro fatto di scelte narrative insensate e di una costruzione filmica vuota e priva di mordente.

Difetti che erano già emersi con forza nei precedenti Venom e Morbius, interpretati rispettivamente da Tom Hardy e Jared Leto, e che Madame Web non solo ripete, ma porta all’estremo, superando in negativo persino le basse aspettative create dai suoi predecessori.

Madame Web, la trama

scena madame web

Basato sull’omonimo personaggio Marvel creato nel 1980 da Dennis O’Neil e John Romita Jr., Madame Web è diretto da S.J. Clarkson (Orange Is the New Black, Jessica Jones, Anatomy of a Scandal) e scritto dalla stessa Clarkson insieme a Matt Sazama, Burk Sharpless e Claire Parker.

Il film racconta le origini di una delle eroine più enigmatiche e meno conosciute dell’universo Marvel. La storia si apre nella giungla peruviana nel 1973, dove la Dott.ssa Constance Web, incinta di nove mesi, è alla ricerca di un ragno dai poteri straordinari. Tradita dal collega esploratore Ezekiel Sims, che la lascia in fin di vita, viene soccorsa da una misteriosa tribù di uomini-ragno che riesce a salvare la bambina che porta in grembo, Cassandra, anche se non lei.

Da qui la narrazione si sposta nella New York del 2003, dove Cassandra è ormai adulta e lavora come paramedico a Manhattan. Dopo essere sopravvissuta a un grave incidente in servizio, inizia a manifestare poteri di chiaroveggenza che la porteranno a confrontarsi con i segreti del proprio passato e a stringere un legame con tre giovani donne, destinate a un futuro straordinario, ma minacciate da un presente oscuro.

Madame Web, un disastro di cui potevamo fare a meno

scena madame web

Come già accennato, il fallimento di Madame Web era ampiamente annunciato, anche se qualcuno nutriva ancora una flebile speranza. Speranza rapidamente spazzata via da un’origin story priva di coerenza, logica, ritmo, ironia e azione.

Inserito forzatamente nello Spider-Man Universe di Sony — lanciato con successo dai film di Tobey Maguire e Andrew GarfieldMadame Web è un racconto povero di contenuti, con scene caotiche, caricaturali e spesso inutili, che non fanno altro che accentuare le già evidenti crepe di un progetto sbagliato dalle fondamenta.

Un film insipido e privo di colore, incapace di valorizzare il potenziale del personaggio. La narrazione si avvita su se stessa, dilungandosi in sequenze vuote e accelerando i momenti più importanti, senza costruire alcun tipo di coinvolgimento. Un’occasione sprecata, soprattutto considerando la presenza di un gruppo di giovani supereroine interpretate da Isabela Merced, Celeste O’Connor e Sydney Sweeney — quest’ultima reduce dal successo della serie Euphoria e della commedia Tutti tranne te. Purtroppo, anche loro finiscono intrappolate in ruoli stereotipati, privi di profondità e facilmente dimenticabili.

La regia manca di vitalità e personalità, la sceneggiatura è debole e prevedibile, i dialoghi banali e privi di mordente. Non c’è una crescita narrativa né un vero filo conduttore. Anche sul piano estetico il film delude, così come il villain Ezekiel Sims, interpretato da Tahar Rahim, che risulta completamente anonimo. A completare il disastro, una colonna sonora che sembra uscita direttamente dai primi anni 2000, scollegata dal contesto e incapace di dare ritmo o atmosfera alla pellicola.

In conclusione, Madame Web è un film che si poteva — e forse si doveva — evitare. Un’esperienza cinematografica del tutto trascurabile, che lascia solo la sensazione di un’occasione mancata e la speranza che Sony possa ripensare seriamente la gestione del suo universo supereroistico.

© Riproduzione Riservata

Emanuela Giuliani

Il Voto della Redazione:

3


Pubblicato

in

da

Tag: