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M – Il Figlio del Secolo: Luca Marinelli “Vengo da una famiglia antifascista e sono antifascista”

Il regista Joe Wright, Luca Marinelli presentano all’81esima Mostra del Cinema di Venezia la serie: M – Il figlio del secolo.

E’ stata presentata in anteprima mondiale all’81esima edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, fuori concorso, la nuova serie Sky Original: M – Il Figlio del Secolo, tratta dall’omonimo romanzo di Antonio Scurati vincitore del Premio Strega e bestseller internazionale (edito da Bompiani) che racconta la nascita del fascismo in Italia e l’ascesa al potere di Benito Mussolini.

Qui la RECENSIONE: M- il figlio del secolo è l’unico modo per far comprendere il fascismo, la recensione

La serie arriverà nel 2025 in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW, ed è diretta da Joe Wright, regista dietro la macchina da presa di: L’ora più buiaEspiazioneCyrano, il quale assieme a Stefano Bises, co-sceneggiatore della serie con Davide Serino, l’autore del romanzo Antonio Scurati, al protagonista Luca Marinelli, interprete del Duce, e al resto del cast, ha raccontato questo straordinario progetto alla stampa italiana ed estera.

Come il romanzo, la serie racconterà la storia di un Paese che si è arreso alla dittatura e la storia di un uomo che è stato capace di rinascere molte volte dalle sue ceneri. Ripercorrerà la Storia dalla fondazione dei Fasci Italiani nel 1919 fino al famigerato discorso di Mussolini in Parlamento nel 1925, dopo l’omicidio del deputato socialista Giacomo Matteotti. Offrirà, inoltre, uno spaccato del privato di Mussolini e delle sue relazioni personali, tra cui quelle con la moglie Rachele, con l’amante Margherita Sarfatti e con altre figure iconiche dell’epoca.

“È il terzo film che faccio ambientato in questo periodo, è un periodo che mi affascina perché ci dice come siamo arrivati dove siamo ora”, dice Joe Wright. “Sono cresciuto con una mentalità antifascista tra gli anni ’70 e ’80 considerando la polizia, gli insegnanti e i miei genitori dei fascisti perché non mi facevano uscire il venerdì sera. Ma poi recentemente abbiamo visto l’ascesa della destra estremista nel mondo e ho sentito la responsabilità di provare a capire cosa sti accadendo, cosa significhi questo per il mondo e da dove viene, quindi il processo di creazione di questa opera è stato un processo di autoeducazione”.

Attraverso un linguaggio contemporaneo – con Mussolini che rompe la quarta parete e si rivolge direttamente a noi per rivelarci i suoi pensieri più inconfessabili e commentare le svolte della Storia – la serie offre un ritratto originale, “pop”, a tratti pregno di umorismo nero, dell’uomo che, pur avendo tradito ideali, persone e istituzioni, pur essendosi macchiato di atti di violenza inaudita, fece innamorare di sé l’Italia intera, diventandone l’incontrastato Duce.

“Volevo trasmettere come potesse essere la vita a quell’epoca, ma ho capito che usare la musica di quel periodo sarebbe stato troppo vecchio stile per trasmettere quello che volevo davvero. Ho concepito un’estetica che fosse una mescolanza tra quella del grande regista ucraino Dziga Vertov, lo Scarface di Howard Hawks e la cultura rave degli anni ’90”, spiega ancora Wright. “Tutto questo è diventato una sorta di collage tra il bianco e nero, il colore acido e momenti musicalmente drammatici, con la scelta di Tom Rowlands dei The Chemical Brothers per la colonna sonora che si è rivelata una decisione fondamentale. Con il montatore abbiamo soprattutto lavorato per creare ritmo per convogliare lo spirito, l’energia e la rivoluzione il dinamismo e anche la paura del periodo”.

m il figlio del secolo conferenza stampa

La colonna sonora è composta da Tom Rowlands, noto anche per essere parte del duo britannico di musica elettronica The Chemical Brothers, tra i pionieri che hanno portato il big beat in prima linea nella cultura pop, scalando le classifiche di tutto il mondo. Pluripremiati, hanno all’attivo 6 Grammy Awards, 1 Brit Award, 1 MTV Europe Music Award e un NMA Award.

“Il libro di Scurati è stata una lettura sfidante ma ci ho trovato molto dentro e molto su cui lavorare con Joe, nei confronti del quale la mia fiducia è completa”, afferma Tom Rowlands. “È stato un progetto interessante in cui essere coinvolto, è stato un grosso salto creare così tanta musica per una serie. Semplicemente ho seguito Joe. È stato un privilegio portare a conoscenza cose così terribili e dare vita, energia ed emozioni”.

Lo sceneggiatore Stefano Bises svela: “Volevamo trovare un tono che si allontanasse dal classico period drama e che ci sentisse di restituire qualcosa che era intimamente nel libro, cioè il dialogo diretto di Mussolini con i suoi lettori, con gli spettatori strumento di rivelazione di un costante doppio pensiero opportunistico. In questo ci siamo presi una certa libertà filologica, mentre per quanto riguarda l’aderenza storica non ci sono state violazioni”.

Antonio Scurati autore del romanzo da cui è tratta la serie dice: “Penso che questa serie sia grande cinema e penso che sia il naturale prolungamento del romanzo. È una forma di romanzo particolare che ho ricercato e chiamo romanzo documentario che rimane devoto e fedele ai fatti storici ma crea una cornice romanzesca, e penso che il cinema fosse il naturale prolungamento perché la mia ricerca era una forma di arte popolare”, dice Scurati proseguendo. “Il fascismo era fondamentale raccontarlo con uno sguardo nuovo ma sempre antifascista per tutti. Il romanzo come il film è democratico in quanto forma d’arte popolare, e nell’idea di prolungarlo con il cinema c’erano dei rischi legati alla dimensione spettacolare del film che gli è congeniale, e altri che con gli sceneggiatori sono stati creativamente brillantemente superati. Nonostante le diversità il film conserva questa vocazione a rappresentare in forma nuova, coinvolgente e mobilitante le coscienze dei lettori e degli spettatori per far conoscere e capire loro quale seduzione potente fosse il fascismo 100 anni fa, e far provare ripulsione nei confronti di questo”, non vuole altre domande e conclude. “Credo che lo spettro del fascismo si aggiri ancora per l’Europa, ma non sono stato io ad evocarlo con il romanzo, né Joe con il film, sono altre forze storiche altri soggetti ad evocarlo, non certo noi. Ciò che l’arte democratica e antifascista può fare non è evocare lo spettro, è disperderlo è fugarlo”.

Ad affiancare Luca Marinelli anche Francesco Russo (Call My Agent – ItaliaA classic horror storyFreaks Out), che interpreta Cesare Rossi, e Barbara Chichiarelli (Suburra – La serieThe Good MothersFavolacce) nei panni di Margherita Sarfatti.

“Vengo da una famiglia antifascista e sono antifascita e sono fermamente convinto di questo. Quando mi è stata la possibilità di partecipare al progetto i pensieri sono stati più di uno ma poi ho capito che poteva essere una maniera per prendermi personalmente una piccola responsabilità storica”, dichiara Luca Marinelli. “Leggendo il libro di Scurati, che definisco molto importante, passando poi per l’adattamento, che ho trovato di un coraggio e di un’intelligenza quasi uniche, mi sono sentito sicuro che il messaggio che avremmo portato era il messaggio di cui avrei voluto far parte”.

“Ho lavorato a questo progetto come faccio con ogni altro progetto, e questo inizio è stato abbastanza doloroso perché, come ho imparato durante gli anni di studi, ho sempre sentito di non giudicare il personaggio e qui, rispetto alle mie convinzioni antifasciste, dover sospendere il giudizio per quei sette mesi e tentare di avvicinarmi è stata una delle cose più dolorose che mi siano capitate nella mia carriera”, aggiunge Marinelli in merito all’approccio al personaggio. “Però ho trovato che fosse la maniera per provare a raggiungerlo in qualche modo e per capire, perché un passo ha seguito l’altro, anche se per me è incomprensibile. Sono partito da questo e dall’allontanare qualsiasi aggettivo che potesse essere pericoloso, come penso sia pericoloso nella società in generale definire queste persone come diavoli, pazzi o il male, perché sono purtroppo esseri umani come noi e questa è solo una maniera per tentare di allontanarli da noi. Invece ho ragionato su altro, sul fatto che fosse un criminale a tutto tondo che si è macchiato di crimini orrendi e che ha scelto di fare quello che ha fatto”.

Francesco Russo interprete di Cesare Rossi dice: “Sono partito da un tema di cui mi aveva parlato Joe il primo giorno, che era una relazione di codipendenza con Benito, quasi un’amicizia tossica. Avevo letto dei libri scritti dal mio personaggio Cesare Rossi e avevo notato come lui difendeva le sue ragioni e cercava di difendere quell’epoca fascista, ma non riusciva a parlar male di Mussolini, ci provava ma non ci riusciva. Ho provato a lavorare in tutte le scene soprattutto nei dialoghi come se questo Cesare vivesse una sorta di sindrome di Stoccolma verso Mussolini, provava ad alzare la testa, ad indirizzarlo, ma poi Mussolini fa di testa sua e Cesare rimane lì ad adularlo. Quindi esco dalla storicità del personaggio per entrare in una metafora della adulazione che molti hanno vissuto nei confronti di Mussolini, l’adulazione rappresenta chi ha subito il fascino. Mussolini non era solo era il leader fascisti, ma i fascisti erano tanti, è stato votato da tanti, e lui rappresenta la vittima del fascino la vittima piccolo borghese”.

Infine Barbara Nicchiarelli volto dell’amante e consigliera di Mussolini Margherita Sarfatti dice: “Siamo partiti dal loro rapporto, tra Margherita e Mussolini, un rapporto molto articolato e complesso. Mi sono documentata, ho letto il libro scritto da Margherita Sarfatti per promuovere la figura di Mussolini in Italia e all’estero. Abbiamo lavorato più sulla morbosità del loro rapporto, che era basato sul potere, in quanto Margherita esercitava un potere su Mussolini e viceversa, chiaramente le donne allora avevano uno spazio di manovra ben ridotto nonostante lei fosse una delle donne più colte, intelligenti e potenti dell’epoca. Si usavano un po’ a vicenda, ed è un aspetto fondamentale che abbiamo voluto sottolineare e che penso si evinca, ma abbiamo anche lavorato sulla seduzione nel complesso, loro si amavano di un amore puro, al di là della politica. Margherita è un personaggio complesso che però credo sia funzionale al racconto di questa storia che è l’ascesa e la presa del potere di Mussolini coadiuvata da tante persone, tra cui Margherita Sarfatti”.

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Emanuela Giuliani


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