L’ultima volta che siamo stati bambini, esordio alla regia di Claudio Bisio, è il film più visto nel suo primo weekend di programmazione
Il film L’ULTIMA VOLTA CHE SIAMO STATI BAMBINI di Claudio Bisio, una coproduzione SOLEA, BARTLEBYFILM in associazione con MEDUSA FILM in collaborazione con PRIME VIDEO
e distribuito da MEDUSA FILM, nel suo primo weekend di programmazione è stato il film più visto con oltre 66 mila presenze (66777) raggiungendo un incasso tolale di quasi mezzo milione di euro.
Grande successo da parte del pubblico di giovani e giovanissimi, grazie al quale il film ha già ricevuto numerose richieste di programmazione da parte delle scuole ([email protected])
Giampaolo Letta (vice presidente e AD Medusa Film) dichiara “Siamo molto soddisfatti per l’apprezzamento che il nostro film sta ricevendo anche da parte del pubblico giovane. In questo momento così difficile, segnato da avvenimenti tragici, in occasione dell’80esimo anniversario del rastrellamento del ghetto di Roma, oggi più che mai ci ricorda l’importanza e il valore della memoria”.
“Caro Claudio ho molto apprezzato il tuo film perché hai saputo rendere la freschezza e l’innocenza dei bambini con un tratto talmente sensibile da offuscare la tragedia che c’è sullo sfondo. Un abbraccio Liliana.” – Dichiarazione della senatrice Liliana Segre in merito alla visione del film.
L’ultima volta che siamo stati bambini, il film
L’ULTIMA VOLTA CHE SIAMO STATI BAMBINI nelle sale dal 12 ottobre distribuito da Medusa Film, è tratto dall’omonimo libro di Fabio Bartolomei edito da e/o e vede protagonisti Alessio Di Domenicantonio, Vincenzo Sebastiani, Carlotta De Leonardis, Lorenzo McGovern Zaini, Marianna Fontana, Federico Cesari, Claudio Bisio e Antonello Fassari.
Coproduzione Solea e Bartlebyfilm, in associazione con Medusa Film e in collaborazione con Prime Video, L’ULTIMA VOLTA CHE SIAMO STATI BAMBINI è prodotto da Sandra Bonzi, Claudio Bisio, Massimo Di Rocco e Luigi Napoleone. Le edizioni musicali sono a cura di Edizioni Curci – Bartlebyfilm.
Roma, estate 1943.
Quattro bambini giocano alla guerra mentre attorno esplodono le bombe della guerra vera. Italo è il ricco figlio del Federale, Cosimo ha il papà al confino e una fame atavica, Vanda è orfana e credente, Riccardo viene da un’agiata famiglia ebrea. Sono diversi ma non lo sanno e tra loro nasce “la più grande amicizia del mondo”, impermeabile alle divisioni della Storia che insanguina l’Europa.
Per loro tutto è gioco, combattono in cortile una fantasiosa guerra fatta di missioni avventurose ed eroismi, poi però fanno patti “di sputo” e non “di sangue” per paura di tagliarsi.
Ma il 16 ottobre il ragazzino ebreo viene portato via dai tedeschi insieme ad oltre mille persone del Ghetto. Grazie al padre Federale di Italo, i tre amici credono di sapere dov’è e, per onorare il “patto di sputo”, decidono di partire in segreto per convincere i tedeschi a liberare il loro amico. L’ennesima missione fantasiosa entra nella realtà, i tre bambini viaggiano soli in un’Italia stremata dalla guerra, fra soldati allo sbando, disertori, truppe di tedeschi occupanti, popolazioni provate e affamate.
I tre bambini non sono del tutto soli, due adulti partono a cercarli per riportarli a casa: Agnese, suora dell’orfanotrofio in cui vive Vanda, e Vittorio, fratello di Italo. Lei cristianamente odia la violenza e lui è un eroe di guerra fascista: sono diversi e, al contrario dei bambini, lo sanno benissimo infatti litigano tutto il tempo.
Il doppio viaggio dei bambini e degli adulti nell’Italia lacerata dalla guerra sarà gioco e terrore, poesia fanciullesca e privazioni, scoperta della vita e rischi di morte: un’esperienza capace di imprimere il suo sigillo su tutti i personaggi coinvolti, cambiando la coscienza dei singoli e le loro relazioni. Fino al sorprendente ma in fondo purtroppo logico, finale.