La recensione di Loro 2, la seconda attesissima parte del film di Paolo Sorrentino nelle sale dal 10 maggio.
La tanto attesa seconda parte del discusso lungometraggio Loro, diretto da Paolo Sorrentino, giunge finalmente nelle sale cinematografiche il 10 maggio, spazzando via dubbi e perplessità e rivelando il vero intento del regista. Loro 2 si presenta come un’opera che va ben oltre la cronaca politica, approfondendo il lato umano di una delle figure più influenti e divisive del panorama socio-politico italiano: Silvio Berlusconi. Nonostante le critiche che hanno accompagnato la sua uscita, il film svela un’intenzione chiara: non è una riflessione sulla politica italiana, ma piuttosto un’analisi sulla fragilità umana, sul potere e sulla sua caducità. Questo, unito al suo stile visivo inconfondibile, rende Loro 2 un’opera tanto affascinante quanto complessa.
Loro 2 chiude il cerchio di una narrazione che aveva avuto il suo primo capitolo nel 2018 con Loro 1, ma questa seconda parte riesce a definire meglio la visione del regista, svelando il cuore della storia, che non è solo politica, ma soprattutto emozionale e psicologica. Sorrentino, infatti, sceglie di concentrarsi non tanto sugli eventi noti e sui fatti di cronaca che hanno caratterizzato la vita di Berlusconi, ma piuttosto sulle emozioni e le paure universali che ne costituiscono l’anima più profonda.
Il regista, che nella sua carriera ha sempre esplorato l’ambiguità dell’animo umano e la contraddizione tra pubblico e privato, porta lo spettatore dentro il mondo intimo di un uomo che ha segnato la storia recente dell’Italia. Berlusconi viene presentato non solo come un potente uomo politico, ma anche come un individuo fragile, preda delle sue stesse paure: la paura dell’invecchiamento, della solitudine e della morte. Il potere, infatti, non è solo uno strumento di controllo, ma una forma di sopravvivenza che si intreccia con le ansie esistenziali dell’uomo.
Il film riesce a fare pieno uso delle metafore oniriche che da sempre caratterizzano lo stile di Sorrentino. In Loro 2, la narrazione è ricca di immagini surreali e simboliche, che oscillano tra il grottesco e il comico, creando un effetto di straniamento. L’elemento grottesco non è solo visivo, ma si estende anche alla costruzione dei personaggi e alle loro dinamiche interpersonali, come quelle tra Berlusconi e la sua consorte Veronica Lario. Tuttavia, Sorrentino non si limita a trattare i protagonisti come caricature, ma cerca di sondare i loro sentimenti più profondi, mostrando la tensione tra l’immagine pubblica e la vulnerabilità privata.
La presenza di Toni Servillo, che torna a interpretare Silvio Berlusconi, e quella di Elena Sofia Ricci, nel ruolo di Veronica Lario, sono fondamentali per il successo del film. Servillo, che aveva già lavorato con Sorrentino in Il Divo (2008), è straordinario nel restituire la complessità di Berlusconi: un uomo egocentrico, manipolatore, ma anche insicuro e tormentato dai suoi stessi desideri. La sua interpretazione non si limita alla mimica e alla riproduzione dei tratti distintivi del politico, ma scava più in profondità, svelando la vulnerabilità e le paure che abitano il suo personaggio. La scena della telefonata con un interlocutore che non vediamo mai, ad esempio, è un esempio magistrale di come Servillo riesca a trasmettere l’isolamento e la solitudine del suo personaggio attraverso il semplice tono della voce.
Elena Sofia Ricci, dal canto suo, offre una performance altrettanto potente nel ruolo di Veronica Lario. L’attrice ha dichiarato di aver affrontato il ruolo cercando di non limitarsi a interpretare la moglie di Berlusconi come un personaggio pubblico, ma piuttosto come una donna con emozioni e sentimenti propri, tra cui la paura della fine di un amore, il dolore della separazione e il disincanto di fronte alla decadenza della propria vita. Ricci, attraverso una performance intensa e sfumata, riesce a rendere visibile la sofferenza di una donna che sta cercando di rimanere fedele a se stessa, pur nel contesto di una relazione distruttiva e complicata.
Le loro interpretazioni sono affiancate da un cast di supporto che arricchisce ulteriormente la narrazione. Personaggi come quelli interpretati da Fabrizio Bentivoglio, Riccardo Scamarcio e Kasia Smutniak, pur avendo ruoli secondari, contribuiscono a delineare l’ambiente che ruota attorno al protagonista, creando una serie di dinamiche che amplificano le tensioni sottese alla trama principale. I loro personaggi, tutti legati da un filo sottile di potere, sono essenzialmente meri riflessi del sistema in cui Berlusconi si muove, ma sono anche esseri umani con le proprie debolezze e desideri.
Una delle tematiche principali esplorate in Loro 2 è il contrasto tra la vita pubblica e privata. La telecamera di Sorrentino segue con insistenza Berlusconi nei momenti più intimi, ma anche nei suoi scambi più politici, cercando sempre di scoprire quel confine labile che separa l’uomo dalla figura di potere. Un elemento che emerge chiaramente nel film è il modo in cui la sua vita privata – segnata dalla solitudine, dalle frustrazioni e dai fallimenti – si riflette nelle sue azioni pubbliche, nei suoi abusi di potere e nella sua ossessione per l’immagine.
Sorrentino non vuole, tuttavia, fare un film di denuncia politica. Come ha dichiarato lui stesso, Loro 2 non è un lavoro schierato: non c’è un intento di giustificare o condannare Berlusconi, ma piuttosto di indagare i meccanismi che governano l’individuo e la sua relazione con il potere. Il film non cerca di interpretare i fatti storici in modo didascalico, ma si concentra sulle emozioni e le dinamiche psicologiche che stanno alla base di ogni persona, indipendentemente dal suo status sociale o politico.
In conclusione, Loro 2 si rivela un’opera complessa e stratificata che si sviluppa in modo definito rispetto al primo capitolo. La storia d’amore, pur mantenendo la sua centralità, diventa il punto di partenza per un’esplorazione più ampia della condizione umana, della solitudine e del desiderio di immortalità che caratterizzano tanto il politico quanto l’uomo. Sorrentino, con il suo stile distintivo, riesce a raccontare non solo la caduta di una figura politica, ma anche la fragilità e le paure che tutti noi affrontiamo, sfidando le aspettative iniziali e consegnando un’opera che va ben oltre la semplice cronaca. Loro 2 è, infine, un film che smentisce le iniziali perplessità, offrendo un’interpretazione affascinante e ricca di significato di un uomo e del suo potere, così come della sua inevitabile caduta.
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Emanuela Giuliani
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