La recensione di L’ora più buia, l’attesissimo film diretto da Joe Wright e con protagonista uno straordinario Gary Oldman.
“L’ora più buia”, diretto da Joe Wright e con Gary Oldman, che interpreta magistralmente Winston Churchill, racconta uno dei momenti più critici della Seconda Guerra Mondiale: l’ascesa di Churchill alla carica di Primo Ministro del Regno Unito nel maggio 1940, durante un periodo in cui il paese stava affrontando l’invasione nazista e le sorti della guerra erano in grave bilico.
Nel maggio del 1940, la Gran Bretagna si trova in un momento cruciale della Seconda Guerra Mondiale. Le truppe britanniche sono intrappolate a Dunkirk, mentre la Francia sta capitolando di fronte all’avanzata tedesca. Il governo di Neville Chamberlain, incapace di gestire la crisi, si trova sotto pressione, e viene deciso di nominare Winston Churchill (Gary Oldman) come nuovo Primo Ministro. Churchill è un uomo di carattere forte, ma spesso imprevedibile, e le sue prime settimane al potere sono caratterizzate da conflitti politici, indecisioni e difficoltà nel prendere decisioni che potrebbero determinare il futuro della nazione.
Nel contesto di una Gran Bretagna sull’orlo della sconfitta, Churchill deve decidere se negoziare la pace con Hitler o combattere fino alla fine. La tensione aumenta con il passare dei giorni, con la pressione che cresce dalle parti della politica, della famiglia reale e della pubblica opinione. La chiave della trama è la lotta interiore di Churchill e il suo rapporto con il suo governo, la sua famiglia e, soprattutto, la sua capacità di guidare un popolo in uno dei momenti più bui della sua storia.
Joe Wright, noto per la sua abilità nel trattare film storici e drammatici, offre una regia intensa e immersiva. La sua direzione è mirata a catturare non solo la tensione del momento storico, ma anche il tormento e la solitudine di Churchill, un uomo che deve affrontare una grande responsabilità e prendere decisioni che coinvolgono il destino di milioni di persone. La sceneggiatura di Anthony McCarten riesce a bilanciare la politica e la personalità di Churchill, senza cadere in facili retoriche, e il film si concentra molto sulla figura di un uomo che deve affrontare il peso del proprio paese e della propria storia.
L’atmosfera del film è tesa e opprimente, rispecchiando perfettamente la paura e l’incertezza di quel periodo storico. Le riprese, cupe e dense di simbolismo, sono supportate dalla scenografia e dai costumi che ricreano con fedeltà l’epoca. Il montaggio è dinamico, creando il giusto ritmo tra i momenti più riflessivi e le scene di azione politica.
La grande forza del film è senza dubbio la performance di Gary Oldman, che incarna Churchill in modo straordinario. La sua trasformazione fisica (grazie a un trucco impressionante) è impressionante, ma è la profondità della sua interpretazione a colpire maggiormente. Oldman riesce a dare vita a un Churchill complesso, un uomo di contraddizioni, a tratti irritante e testardo, ma anche capace di grande lucidità e di una forza morale che non lascia scampo. La sua interpretazione è stata giustamente premiata con l’Oscar come miglior attore protagonista.
Accanto a lui, il cast di supporto è altrettanto eccellente. Kristen Scott Thomas interpreta Clementine Churchill, la moglie di Winston, una figura fondamentale che supporta il marito nelle sue decisioni difficili. Anche Lily James, nel ruolo della segretaria di Churchill, Elizabeth Layton, offre una performance di sostegno che aggiunge umanità alla narrazione.
Uno degli aspetti più potenti di L’ora più buia è la riflessione sul ruolo della leadership e sul peso delle decisioni storiche. Churchill, in un periodo di estrema difficoltà, è messo di fronte alla scelta tra la resa e la resistenza. Il film pone la domanda su cosa significhi veramente essere un leader e come la determinazione e il coraggio possano cambiare il corso della storia. Allo stesso tempo, esplora anche i temi della solitudine, del dubbio e della pressione, mostrando un uomo che deve affrontare non solo i nemici esterni, ma anche la crescente disillusione all’interno del suo stesso governo.
La questione della moralità in guerra è al centro del film, con Churchill che deve affrontare l’opposizione interna e la paura di un compromesso con il regime nazista. La sua decisione finale di rifiutare ogni trattativa di pace con Hitler, scegliendo invece di combattere, è un atto di grande coraggio e determinazione che definisce non solo la sua figura, ma anche il destino della Gran Bretagna.
L’ora più buia è un film storico potente e ben realizzato, che mette in luce uno dei momenti più drammatici della Seconda Guerra Mondiale, con una performance da Oscar di Gary Oldman. La regia di Joe Wright, la sceneggiatura di Anthony McCarten e il cast di supporto contribuiscono a fare di questo film un’opera coinvolgente e riflessiva. È un racconto che celebra la forza della leadership e il coraggio di un uomo che ha scelto di resistere di fronte all’oscurità più totale.
In definitiva, L’ora più buia è un film che non solo racconta un pezzo fondamentale della storia, ma che fa anche riflettere sul valore delle scelte in momenti di crisi e sulla resistenza morale di fronte alla paura e al caos.
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Emanuela Giuliani
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