Greta Scarano assieme ai protagonisti raccontano il loro approccio alla vera storia che ha ispirato La Vita da Grandi.
Ispirato alla vera storia dei fratelli Margherita e Damiano Tercon, La Vita da Garndi, esordio alla regia di un lungometraggio di Greta Scarano, dopo aver chiuso il Bif&st – Bari International Film&Tv Festival, arriverà nelle sale il 3 aprile distribuito da 01 Distribution.
Irene vive la sua vita a Roma, quando sua madre le chiede di tornare per qualche giorno a Rimini, la città dove è nata e dalla quale è fuggita, per prendersi cura del fratello maggiore autistico, Omar.
Una volta insieme, Irene scopre che Omar ha le idee chiarissime sul suo futuro: non ha nessuna intenzione di vivere con lei quando i loro genitori non ci saranno più ed è pronto a tutto per realizzare i sogni della sua vita: vuole sposarsi, vuole fare tre figli perché 3 è il numero perfetto e vuole diventare un cantante rap famoso.
Ma perché tutte queste cose accadano, Omar deve prima di tutto diventare autonomo. Con Irene inizia così un tenero e toccante corso intensivo per diventare “adulto”. Nella loro casa piena di ricordi, Irene e Omar affrontano insieme paure e speranze e scoprono che per crescere, a volte, bisogna essere in due.
“Da sempre avevo il desiderio di fare la regista e lo avevevo nascosto in cui cassetto, per me fare l’attrice e la regista erano un pò due facce della stessa medaglia, poi con il corto ho scoperto che non lo sono affatto, sono due mestieri tanto tanto distanti l’uno dall’altra”, svela Greta Scarano.
“Ho intercettato la loro storia durante il periodo del Covidd, chiusa in casa. Ho visto il loro provino per Italia’s Got Talent e mi colpiscono moltissimo, poi scopro che hanno scritto un libro, che mi folgora e racconta le loro storie da quando sono piccoli hai giorni nostri, e che tra l’altro ha un seguito già uscito nelle librerie. E’ stato un viaggio all’interno di una famiglia in cui ci sono delle dinamiche relazionarie che mi hanno interessato moltissimo. Ho capito che questa è una storia che io stessa volevo vedere da spettatrice, l’avrei voluta vedere al cinema e mi sembrava che avesse il potenziale per essere raccontata in un film per il cinema”, prosegue la Scarano.
“E’ una storia che non parla solo di autismo ma va molto oltre, parla di sentimenti e di relazioni in maniera profonda con una chiave estremamente leggera che non vuol dire superficiale grazie all’ironia dei veri protagonisti e dei protagonisti che li hanno poi interpretati. E’ stato un processo molto lungo di scrittura per trovare una quadra ed arrivare dove volevamo anche se sapevamo quale era il nucleo di questa storia, ovvero la storia di due fratelli che si scoprono a vicenda e che insieme scoprono che hanno delle potenzialità oltre che dei limiti che non necessariamente li definiscono”.
A interpretare i fratelli Margherita e Damiano Tercon Matilda De Angelis e Yuri Tuci al suo debutto sul grande schermo.
“La bellezza di questo rapporto è che si evolve molto repentivamente, all’inizio troviamo due fratelli che non sono fratelli perché non basta essere nati sotto lo stesso tetto e avere lo stesso padre e la stessa madre per esserlo. Bisogna conoscersi, avere intimità, sperare il meglio l’uno per l’altra e supportarsi, e questo è un film sulla scoperta di un rapporto di un rapporto che loro non credevano di avere”, spiega Matilda De Agelis.
“Il mio personaggio che si ispira alla figura di Margherita Tercon ha un punto di vista molto inedito per la cinematografia, dal momento non si parla abbastanza di che cosa significa essere fratello o sorella di persone con disabilità, su che cosa significa sentirsi invisibili e mettere da parte la propria soggettività in virtù di un oggettività più grande”, afferma l’attrice. “Ci sono problematiche oggettive e problematiche soggettive, e nel momento in cui queste problematiche soggettive vengono messe a tacere, è chiaro che all’interno del cuore e dell’autostima di una persona si crea una frattura molto profonda, ed è molto bello il modo in cui questi due fratelli riescono a curare le fratture l’uno dell’altra, e a colmare i vuoti sottolineando quale sono le loro forze e le loro potenzialità piuttosto che i loro limiti, e sicuramente è la parte più commovente di questo film, poi io sono una sorella maggiore e in tante cose mi sono anch ritrovata. E’ un film con un linguaggio molto universale”.
“Entrare in questo personaggio è stato, dal mio punto di vista, qualcosa di semplice data la sensibilità che mi rappresenta, poi il fatto di avere o non avere dei limiti, beh i limiti secondo me non sono neanche dei problemi, perché dove altri vedono problemi io vedo opportunità soprattutto. Opportunità di rivalsa nei confronti della società, oppotunità di migliorare, di crescere, di far percepire al mondo che noi esistiamo nonostante tutto. Questo è il linguaggio del film”, dice Yuri Tuci.
Infine Margherita Tercon rivela. “Il primo contatto con Greta è stato inaspettato. Un giorno del 2021 ci arriva un messaggio su Instagram che diceva: ‘ Ciao sono Greta, sono un attrice, ho letto il vostro libro e per caso qualcuno ha già pensato di farci un film?’. Sembrava quasi uno scherzo, era difficile prendere sul serio la cosa, però abbiamo riposto dal momento che abbiamo trovato l’idea super interessante. Con gli anni poi è stato realizzato ed è stato molto bello. Noi abbiamo visto il film e al di la della nostra storia ci rendiamo conto quanto sia importante. Nella nostra quotidianetà io e Damiano facciamo tanti video su internet in cui parliamo di autismo, di potenzialità ed è proprio quello che emerge qui. Sono arrivate tantissime testimonianze nel corso degli anni da famiglie di fratelli e genitori e questo film riesce a raccontare veramente la storia di tante famiglie che spesso non hanno voce e non hanno modo di essere rappresentate, e che invece si vedono al cinema tra l’altro interpretate meravigliosamente, per questo è veramente un film importante”.
La sceneggiatura è firmata da Sofia Assirelli, Tieta Madia e Greta Scarano. Il montaggio è di Valeria Sapienza, la scenografia di Andrea Castorina, le musiche di Giuseppe Tranquillino Minerva, i costumi di Grazia Materia (a.s.c.), il trucco di Valentina Iannuccilli, le acconciature di Samankta Mura.
Prodotto da Matteo Rovere, La Vita da Grandi è una produzione Groenlandia, Halong, con Rai Cinema in collaborazione con Netflix con il sostegno della Regione Emilia-Romagna attraverso Emilia-Romagna Film Commission e il supporto del Comune di Rimini.
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Emanuela Giuliani