“La colonna infame” (Titolo Provvisorio): Marco Bellocchio a lavoro su una serie su Enzo Tortora

“La colonna infame” (Titolo Provvisorio): Marco Bellocchio a lavoro su una serie su Enzo Tortora

Marco Bellocchio, dopo aver raccontato da diversi punti di vista il sequestro di Aldo Moro con due film, di cui l’ultimo presentato in anteprima al 75esimo Festival di Cannes, e uscito in sala diviso in due parti lo scorso maggio è approdato su Rai 1 a novembre, approfondirà l’importante caso di cronaca giudiziaria italiana che ha coinvolto Enzo Tortora. Il noto conduttore e giornalista televisivo arrestato nel 1983 con l’accusa di traffico di stupefacenti e associazione di stampo camorristico.

La serie, dal titolo provvisorio “La colonna infame”, in riferimento al titolo del libro che Tortora chiese di mettere sulla sua bara al suo funerale, è stata annunciata dallo stesso Bellocchio a Reykjavik durante la cerimonia degli EFA, occasione in cui è stato premiato proprio per “Esterno Notte”.

Il progetto, come svelato dallo stesso Bellocchio a Repubblica, è nella fase iniziale della lavorazione, e non si tratterà di un ‘santino’ di Tortora bensì racconterà la persona che è stata e naturalmente la vicenda. Al suo fianco Stefano Bises e Giordana Mari, e al momento non ha ancora pensato all’attore che interpreterà il protagonista.

“Vorremmo cercare di approfondire l’uomo, analizzando anche il suo enorme successo con Portobello. È un uomo che nel momento più alto del successo – Portobello aveva 20 milioni di spettatori – era diventato una vera celebrità. Mi piacerebbe indagare il suo privato: quest’uomo dall’oggi al domani viene portato in manette a Regina Coeli, mi domando del suo stupore. In questa tragica odissea è come se acquistasse ancor più profondità, la forza di difendere la propria identità, la propria innocenza di fronte alle cose orribili che accadono. Di fronte ai pentiti che accusano, ritrattano, accusano di nuovo. Se noi guardiamo la quantità dei testimoni falsi, è sconvolgente. Mi piace la sua determinazione che lo mette in crisi anche per la salute fisica. Era un lottatore. E poi, nonostante tutto, nella stessa Napoli – lui voleva che l’appello fosse in altra sede – trova dei giudici giusti che dicono “è tutto falso” e lo assolvono. Ma non vogliamo fare una serie polemica, gran parte di questi soggetti sono morti, anche i giudici. Nessuno ha pagato. La serie non ha intenzione di lapidare i giudici del tribunale, ma hanno fatto tutti una gran carriera, non si sono dimessi o ritirati in convento per mettersi la cenere sul capo. Alcuni continuavano a dire che avevano ragione”.

Enzo Tortora, tra i veterani della televisione italiana, fu accusato da alcuni pentiti e pregiudicati vicini al clan di Cutolo. Accuse tuttavia poi risultate infondate poiché basate su elementi inconsistenti come un’agendina, trovata in casa di un camorrista, con su scritto un nome che sembrava corrispondere a quello di Tortora, e con accanto un numero che non era quello dello stimato conduttore. Un pentito in particolare, Giovanni Pandico, affetto da gravi disturbi mentali, maturò un sentimento di rancore in seguito a del materiale andato perso, relativo ai centrini realizzati in carcere, inviato a Tortora, che si scusò con un risarcimento per l’accaduto, per la trasmissione Portobello.

“Ci sono una serie di spunti molto importanti” – aggiunge Marco Bellocchio – E, come Esterno notte, la serie su Tortora non avrà solo l’intento di denunciare l’ingiustizia che lo ha portato alla morte, ma la sua vita e le persone che ne facevano parte. Va detto che comunque quella giudiziaria è una vicenda interessante, perché è una storia a lieto fine: in appello e cassazione Tortora è stato assolto, è stato riammesso in televisione, ha ricominciato Portobello, qualcosa però si era rotto in lui, non riusciva più a parlare con il pappagallo. Morirà l’anno seguente.”

Bellocchio è attualmente impegnato nel film “La Conversione”, privo ancora di una data di uscita, che narra la vera storia di Edgardo Mortara, un bambino ebreo allontanato dalla propria famiglia per volere di papa Pio IX per essere cresciuto come cattolico.

FONTE SCREENWORLD.IT


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