Jurassic World il Dominio, la recensione: Una Conclusione Incompleta per un’Era Cinematografica

La recensione dell’attesissimo: Jurassic World il Dominio, nelle sale cinematografiche italiane dal 2 giugno con Universal Pictures.

Il 2 giugno, con l’uscita nelle sale italiane di Jurassic World – Il Dominio, si chiuderà un’era cinematografica che ha avuto inizio nel 1993 con Jurassic Park, l’indimenticabile capolavoro di Steven Spielberg. Il regista e creatore della saga, riportando in vita creature preistoriche estinte da milioni di anni, aveva aperto la strada all’immaginaria coesistenza tra esseri umani e dinosauri, un concetto che nel corso dei decenni è stato ripreso, esplorato e approfondito in tutte le successive iterazioni del franchise. Con Jurassic World, questo tema di convivenza tra uomo e natura è stato portato a nuove profondità, anche in modo simbolico, riflettendo problematiche contemporanee, come la difficoltà di trovare punti di incontro tra le diverse culture, spesso bloccate da conflitti difficili da risolvere.

Nel nuovo capitolo della saga, ambientato quattro anni dopo gli eventi di Jurassic World – Il Regno Distrutto, i dinosauri sono ormai parte integrante della vita quotidiana, vivendo e cacciando insieme agli esseri umani in ogni angolo del pianeta. Diretto da Colin Trevorrow, che firma anche la sceneggiatura insieme a Emily Carmichael, Jurassic World – Il Dominio ci presenta un mondo in cui l’equilibrio tra le due specie è sempre più fragile, pronto a crollare con conseguenze devastanti. La domanda che percorre la trama è se gli esseri umani, considerati da sempre i predatori dominanti, possano davvero mantenere il loro posto in un ecosistema che non è mai stato veramente loro.

La narrazione di Jurassic World – Il Dominio è intensa, con una rappresentazione visiva dinamica che non delude sotto il profilo dell’intrattenimento. La saga, con un franchise che ha superato i 5 miliardi di dollari al botteghino, si spinge coraggiosamente in nuovi territori, portando sullo schermo dinosauri mai visti prima e intrecciando il presente con il passato. La manipolazione genetica di una multinazionale, che continua a essere un tema dominante, viene esplorata in scenari audaci, che ricordano i migliori momenti delle grandi produzioni d’azione, come quelle di James Bond o Mission: Impossible.

L’incontro tra i veterani della saga, Laura Dern (Ellie Sattler), Jeff Goldblum (Ian Malcolm) e Sam Neill (Alan Grant), e i protagonisti delle recenti pellicole, Chris Pratt (Owen Grady) e Bryce Dallas Howard (Claire Dearing), aggiunge un ulteriore strato di nostalgia, che senza dubbio piacerà ai fan di lunga data. Tuttavia, nonostante questo richiamo ai film originali, la storia manca di quella tensione palpabile che aveva contraddistinto i primi episodi. I dialoghi appaiono a tratti banali, e l’arco narrativo non riesce a svilupparsi in maniera appassionante. Con un minutaggio che tocca le 2 ore e 26 minuti, Jurassic World – Il Dominio finisce per dilungarsi troppo, senza sfruttare pienamente l’opportunità di offrire una conclusione epica e risolutiva.

In sintesi, pur avendo il suo valore nell’intrattenimento e nell’evoluzione del franchise, Jurassic World – Il Dominio non riesce a centrare appieno l’obiettivo di dare una chiusura memorabile alla saga, lasciando al pubblico una sensazione di incompiuto. Il film risulta troppo lontano dalle intuizioni originali di Spielberg, e anche l’effetto nostalgia non basta a compensare una trama che si perde in eccessi narrativi e visivi.

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Emanuela Giuliani

Il Voto della Redazione:

6


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