JUMANJI: BENVENUTI NELLA GIUNGLA- Recensione
“Se nella giungla tu vuoi entrare, altri panni dovrai indossare!”
Con questo apparente, innocuo presupposto, o regola, riprende, nella pellicola diretta da Jake Kasdan: Jumanji: Benvenuti nella giungla, il gioco dell’impervia e sconosciuta foresta.
L’atteso sequel, attorno a cui ruota molta curiosità, compensa il totale distacco dall’innovativa costruzione, della carismatica atmosfera, del precedente primo episodio del 1995, con protagonista assoluto l’indiscusso, indimenticabile, amato ed eclettico Robin Williams, diretto da Joe Jhonston: Jumanji, liberamente ispirato all’omonimo romanzo per bambini del 1981 di Chris Allsburg, attribuendo al nuovo lungometraggio un costante, godibile, tono canzonatorio, esaltando, ed estremizzando, le sfumature caratteriali dei differenti personaggi centrali, facendo emergere comicamente, in modo delineato ed individuale, le celate, realistiche, personalità.
Il variopinto ed inusuale team, prendendo ad esempio, le tipiche figure dell’ambiente scolastico adolescenziale, verrà, improvvisamente, catapultato nel surreale universo, vivendo, suo malgrado, con grande stupore, ognuno nelle vesti del rispettivo, pronunciato, avatar, in prima persona l’avventura, ragionando e muovendosi secondo le regole stabilite e presenti in quest’ultima.
I giovani e smarriti studenti, costretti ad aiutarsi reciprocamente, mettendo da parte sciocche e inutile divergenze, affidandosi esclusivamente, spinti dalle circostanze, al proprio istinto di sopravvivenza, con la speranza e l’obiettivo di tornare sani e salvi a casa, dovranno terminare da vincitori la sfida, superando i pericoli e gli imprevisti posti lungo il percorso.
La vicenda attraverso il confronto, piuttosto superficiale, tra i componenti, Anthony “Fredge” Johnson/Moose Finbar (Kevin Hart), lo sprezzante ed arrogante sportivo, Betany/Professor Shelly Oberon (Jack Black), l’egocentrica ragazza popolare, alla maniacale ricerca di continue attenzioni, Spencer/Smolder Bravestone (Dwayne Johnson), nerd vittima per eccellenza dei bulli di turno e Martha/Ruby Roundhouse (Karen Gillar), studentessa introversa dalla misera autostima, e successivamente, Alex (Nick Jonas), intrappolato da circa vent’anni nella partita, sfiora, e solleva, la lieve riflessione, sul particolare, controverso, e attuale, argomento, sulla difficoltà di mostrare il proprio essere, superando l’ostacolo della paura e dell’insicurezza di essere rifiutati, ed emarginati, dalla falsa immagine denigratoria imposta dalla società, facendo leva sul concetto de: l’unione fa la forza.
La sceneggiatura, scritta da Chris Mckenna, Jeff Pinker, Scott Rosenberg ed Erik Sommers, grazie alla fluidità narrativa, pur non essendo particolarmente curata nei dettagli e nonostante l’evidente prevedibilità degli ordinari dialoghi, intrattiene piacevolmente, sottolineando, e sviluppando con sarcastica ironia, le situazioni dell’inverosimile, ed in questo caso, semplice scenario.
L’illusorio viaggio di Jumanji, in cui l’ex wrestler “The Rock” Dwany Johson, conferma di essere a suo agio nell’interpretare parti esilaranti, mantenendo in ogni caso il ruolo da leader, in contrasto con la sua visibile, palese, imponenza fisica, miscela bene gli elementi della storia, creando un’opera ampiamente soddisfacente, garantendo una buona dose di risate, riuscendo a catturare, con la giusta leggerezza, l’attenzione, a cui si aggiungono, completando positivamente il quadro, il vivace impatto visivo della fotografia curata da Gyula Pados, gli effetti speciali di J.D Schwalm, e le musiche della colonna sonora composte da James Newton Howard e Henry Jackman, che ne scandiscono il ritmo veloce, perfettamente in sintonia con gli eventi.
Jumanji: Benevenuti nella giungla, distribuito da Sony Pictures/Warner Bros. Entertainment Italia, sarà nelle sale cinematografiche dal 1 gennaio 2018.
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